Andare in brodo di giuggiole ad Arquà Petrarca Famelici

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Passeggiare per le vie di Arquà Petrarca, in provincia di Padova, sui Colli Euganei, è una vera esperienza culturale. A patto che lo si faccia con il desiderio di conoscere un luogo ricco di storia, di colori, di leggende come quella della gatta nera della casa del Petrarca. La conoscete? Avrebbe intenerito il cuore del poeta negli ultimi giorni della sua vita. Qui, alla ricerca dell’eccellenza dell’ingrediente, si può conoscere la giuggiola, in dialetto veneto “zisoa“, e il brodo di giuggiole della la Società Agricola Scarpon. La famiglia Callegaro, da oltre trent’anni si dedica alla coltivazione di cereali e uva, più di recente, alla trasformazione di diversi prodotti agricoli e alla raccolta di erbe spontanee e frutta selvatica del Parco dei Colli Euganei. Giuggiole, sparasine, cipolle selvatiche, germogli di pungitopo sono solo alcune delle proposte offerte a chi vuole proporre una cucina autenticamente regionale e gourmet. Ma che cosa è il brodo di giuggiole? E’ un liquore, dalle origini antichissime, dal sapore dolce, dal colore rosso e dal profumo intenso, che si ottiene dall’infusione della giuggiola. Nell’Enciclopedia della Crusca del 1600, se ne parla raccontando che la frutta utilizzata è quella autunnale: giuggiole (l’ingrediente principale), mele cotogne, uva, melograni messi in infusione nell’alcool per almeno qualche mese. Successivamente il composto viene filtrato, e, dopo aver portato il grado alcolico a 24 °C, si imbottiglia.
Se lo assaggiate, vedrete che andrete in brodo di giuggiole!

Passeggiare per le vie di Arquà Petrarca, in provincia di Padova, sui Colli Euganei, è una vera esperienza culturale. A patto che lo si faccia con il desiderio di conoscere un luogo ricco di storia, di colori, di leggende come quella della gatta nera della casa del Petrarca. La conoscete? Avrebbe intenerito il cuore del poeta negli ultimi giorni della sua vita. Qui, alla ricerca dell’eccellenza dell’ingrediente, si può conoscere la giuggiola, in dialetto veneto “zisoa“, e il brodo di giuggiole della la Società Agricola Scarpon. La famiglia Callegaro, da oltre trent’anni si dedica alla coltivazione di cereali e uva, più di recente, alla trasformazione di diversi prodotti agricoli e alla raccolta di erbe spontanee e frutta selvatica del Parco dei Colli Euganei. Giuggiole, sparasine, cipolle selvatiche, germogli di pungitopo sono solo alcune delle proposte offerte a chi vuole proporre una cucina autenticamente regionale e gourmet. Ma che cosa è il brodo di giuggiole? E’ un liquore, dalle origini antichissime, dal sapore dolce, dal colore rosso e dal profumo intenso, che si ottiene dall’infusione della giuggiola. Nell’Enciclopedia della Crusca del 1600, se ne parla raccontando che la frutta utilizzata è quella autunnale: giuggiole (l’ingrediente principale), mele cotogne, uva, melograni messi in infusione nell’alcool per almeno qualche mese. Successivamente il composto viene filtrato, e, dopo aver portato il grado alcolico a 24 °C, si imbottiglia.
Se lo assaggiate, vedrete che andrete in brodo di giuggiole!