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La filiera agroalimentare è la prima ricchezza del paese e l'agricoltura è il suo fondamentale anello produttivo. Un grande settore in continua evoluzione, tra zappa, droni e scienza dei dati. Una nuova e antica epopea che raccontiamo ogni settimana a partire dalle sfide epocali poste dal cambiamento climatico. Ascolteremo scienziati ed esperti e dalle campagne italiane gli agricoltori parleranno di innovazione e best practice della sostenibilità. Dai raccolti in campo ai mercati globali, entreremo nel mondo che “fabbrica” - a cielo aperto e non solo - il nostro cibo.

Madre Terra - L'agricoltura in podcast Radio24 Podcast Originali

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La filiera agroalimentare è la prima ricchezza del paese e l'agricoltura è il suo fondamentale anello produttivo. Un grande settore in continua evoluzione, tra zappa, droni e scienza dei dati. Una nuova e antica epopea che raccontiamo ogni settimana a partire dalle sfide epocali poste dal cambiamento climatico. Ascolteremo scienziati ed esperti e dalle campagne italiane gli agricoltori parleranno di innovazione e best practice della sostenibilità. Dai raccolti in campo ai mercati globali, entreremo nel mondo che “fabbrica” - a cielo aperto e non solo - il nostro cibo.

    Algoritmo agricolo

    Algoritmo agricolo

    L’agricoltore servirà ancora fra dieci anni? O un androide dotato di intelligenza artificiale e cappello di paglia gestirà un esercito di robot in campi, serre verticali e allevamenti completamente digitalizzati?  Le sfide della sostenibilità, ma anche la necessità di produrre di più con meno risorse in un clima che cambia velocemente, comportano decisioni e processi sempre più complessi e con molte variabili. Il tutto potrebbe sfuggire - e già sfugge - al controllo dei produttori, specie se questi hanno mediamente più di 50 anni e non hanno una formazione, diciamo, al passo con i tempi.  L’intelligenza artificiale, sulla quale il mondo si interroga, anche in agricoltura può essere un aiuto potente. È una via obbligata? Come e con quali limiti? Ne parliamo con Gianluca Brunori, economista agrario dell’Università di Pisa e responsabile della digitalizzazione in agricoltura per l’Accademia dei Georgofili e con Renzo Cotarella, amministratore delegato ed enologo di Marchesi Antinori.

    Pasta e petali

    Pasta e petali

    Regalare un bouquet di fiori sarà sempre un gesto gentile, ma da qualche anno i fiori sempre più spesso…si mangiano. Freschi in insalate, cucinati in piatti prelibati o trasformati in bevande, salse e marmellate. Si chiamano fiori eduli e non sono una moda passeggera. Non tutti i fiori però sono eduli. Per fare la lista dei buoni si è mossa la ricerca, con l’Italia in prima fila per la sua vocazione floricola. Un nutrito manipolo di produttori si è prestato alla svolta e la nicchia si rafforza. Con i consumatori sempre più curiosi e attratti da un prodotto storicamente ornamentale, già bellissimo, che ora aggiunge al suo fascino un'altra sfera sensoriale, quella del gusto, che in Italia ha sempre un grande potere. Naturalmente protagonista del nuovo trend anche un esercito di chef praticamente scatenati. Con ricette floreali come il cappuccino di zucca ai fiori di escolzia, il burro ai fiori di begonia, il pesto di viola, la crema di lavanda in vasetto di cioccolato. Ne parliamo con Barbara Ruffoni, coordinatrice del Progetto italo-francese Antea sui fiori edibili e responsabile della sede di Sanremo del CREA Orticoltura e Florovivaismo, con Silvia Parodi, dell’azienda agricola biologica RaveraBio e Tastee.it di Albenga, e con Nada Forbici, Presidente di Assofloro e Coordinatrice della Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti.

    Peste suina: prosciutti Dop appesi a un filo

    Peste suina: prosciutti Dop appesi a un filo

    Vi ricordate le zone rosse, gialle e arancioni durante l’epidemia Covid? Ora dimenticate le ansie legate alla salute umana e pensate a una mappa degli allevamenti suinicoli, la gran parte al nord, che da oltre due anni e sempre più spesso, si ritrovano inclusi in fasce di rischio simili a causa della Peste suina africana, un’infezione mortale per i maiali, contro la quale non esistono vaccini. Ma che non comporta nessun pericolo sanitario per l’uomo. Il rischio grave per gli umani casomai è economico. Per le pesanti restrizioni sull’export di carni e salumi provenienti dalle zone classificate e per gli impatti su allevamenti e prezzi. Il prosciutto di Parma che ricava dall’export oltre un terzo del suo fatturato, sta già perdendo colpi in Giappone cedendo spazi al concorrente spagnolo Serrano. A Parma sono stati già trovati 33 cinghiali positivi. Un maiale italiano su due viene allevato in Lombardia. E qui sono stati quasi 13mila i maiali colpiti dalla peste suina africana. L’Italia si è mossa in ritardo? E ora che si fa? Ne parliamo con Rudy Milani, allevatore e presidente nazionale dei suinicoltori di Confagricoltura, con Davide Calderone, Direttore Assica, e con Chiara Piancastelli, responsabile dell’ufficio ricerca e qualità del Consorzio del Prosciutto di Parma. Perché la filiera suinicola nazionale, quasi tutta destinata alle grandi Dop, è in allarme rosso.

    ​Più vino…meno veritas

    ​Più vino…meno veritas

    Il vino piace o non piace più? E a chi? Ci facciamo queste domande perché i consumi di vino sono in calo. Un po’ per la crisi economica, un po’ per un trend salutista che lo ha catapultato dalla barrique al banco degli imputati. E ne soffre anche l’export. In vino veritas, forse non va più bene. E si fa strada il nuovo trend del vino alcol-free. L’effetto clima poi colpisce anche i vigneti. Con le ondate di caldo e siccità la produzione nelle tradizionali aree vocate diventa sempre più critica e i disciplinari dei grandi e preziosi vini Doc, Docg e Igt - che fissano parametri precisi e zone di produzione - rischiano di diventare come l’atlante del nonno. Con vecchi confini superati dalla nuova geografia climatica. Allora qual è il futuro del vino? Dealcolato e delocalizzato? Ne parliamo con Giorgio dell’Orefice, giornalista di Radiocor-Il Sole 24 Ore, e con Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia del Crea.

    Risotto… senza funghi

    Risotto… senza funghi

    Con il via libera definitivo del ministero dell’Ambiente, in un fazzoletto di terra del Pavese, dopo oltre 20 anni di blocco sugli ormai vecchi Ogm, parte la prima sperimentazione in campo di una nuova generazione di piante ottenute con le Tecniche di evoluzione assistita (Tea). Procedimenti di precisione, che consentono modifiche del genoma senza l’inserimento di Dna estraneo. La svolta è in Lomellina, cuore pulsante della risicoltura italiana, con i primi test a cielo aperto, di una varietà di riso in grado – si spera - di resistere agli attacchi di un fungo, la Pyricularia oryzae, che causa la malattia nota come "brusone", la più grave patologia fungina del riso che in alcune annate può portare a perdite produttive anche del 50%. Se funzionerà, gli agricoltori avranno un riso più produttivo e che permetterà di utilizzare meno fungicidi. Le difficoltà create dal cambiamento climatico rendono l’alleanza tra scienza e agricoltura improrogabile, come spiega bene la risicoltrice del Pavese Silvia Garavaglia. Le prime prove in campo aperto in Lombardia segnano quindi una vera svolta. Ascolteremo come e perché dalla responsabile del progetto, la biotecnologa Vittoria Brambilla e dall’assessore lombardo all’Agricoltura Alessandro Beduschi, che ha lavorato dal fronte politico. Una piccola prima coltivazione sperimentale, che in attesa dell’iter normativo Ue sulle Tea, apre le porte a un’innovazione potenzialmente indispensabile per l’agricoltore che vorrà e dovrà produrre di più, in modo sostenibile e in pieno cambiamento climatico.

    Dipendenze pericolose

    Dipendenze pericolose

    Il cambiamento climatico rende i sistemi agricoli nazionali sempre più fragili e potenzialmente deficitari. Ma pandemia e guerre hanno trasformato i mercati globali in un Risiko. E le dipendenze della filiera agroalimentare europea dalle importazioni da paesi terzi possono essere ponti ma anche rischiose debolezze. Ne parliamo con Enrica Gentile, fondatrice e AD di Areté, azienda italiana leader nelle previsioni sui mercati agricoli ed alimentari. Si parla di import sleale e mancata reciprocità sui requisiti ambientali e sociali. Intanto le importazioni dai competitor sudamericani sono tutte in aumento e i dati Istat sul 2023 certificano un aumento delle importazioni agroalimentari del 5% nel nostro Paese, tra patate egiziane e riso asiatico. Che si fa? Ritorno al protezionismo? Facciamo il punto con Cristina Tinelli direttore relazioni Ue e internazionali di Confagricoltura. Con il meteo sempre più estremo, semine e rese sono ormai una roulette, anche in filiere storiche - come l’olio extravergine, che ha perso terreno soprattutto in Spagna ma anche in Italia - dove si fatica a produrre. Quali sarebbero i settori agricoli più strategici, in cui l’Italia è forte da un punto di vista agroindustriale che sarebbe opportuno potenziare? Lo chiediamo a Vincenzo Lenucci responsabile economico di Confagricoltura.

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