840 episodes

Un commento ad alcuni versetti scelti del vangelo della liturgia del giorno

Dal Vangelo di oggi Veregra UP

    • Religião e espiritualidade

Un commento ad alcuni versetti scelti del vangelo della liturgia del giorno

    Dal Vangelo di oggi - 22 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 22 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Marco
    Mc 9,38-40

    In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
    Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

    Nell'episodio dell'esorcista estraneo al gruppo ristretto dei discepoli, il vangelo odierno ci dà un chiarimento importante. In effetti, i discepoli e molti cristiani di allora avevano creduto di avere il monopolio di Gesù come tutt’ora. Per cui nessuno poteva e doveva agire nel nome del Maestro se non avesse ricevuto autorità da lui in quanto suo discepolo. Questa idea era condivisa tra i dodici che, non avendo agito per impedire l’esorcismo nel nome di Gesù, chiedono a quest’ultimo di fare luce sulla questione. Ecco che ci viene dato di capire che il primo dovere di coloro che hanno autorità nella fede è quello di non proibire di fare il bene. Agire con benevolenza non è monopolio di chi ha il potere o dei cristiani rispetto agli altri. Infatti, la rimostranza di Giovanni traduce con chiarezza l'egoismo dei nostri gruppi, la paura della concorrenza che spesso si maschera dello zelo della fede, mentre ne è in realtà una delle più radicali smentite. 
    Oggi, vogliamo uscire dall’egoismo, l’invidia e l’orgoglio personale o collettivo per costruire delle comunità che vivono nella tolleranza e nella magnanimità accogliendo chi agisce nel nome del Signore. 
    Buongiorno. 
    D. Arthur.

    • 2 min
    Dal Vangelo di oggi - 21 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 21 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,30-37
    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

    Il vangelo di oggi parla del secondo annuncio della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Infatti, i discepoli sono spaventati ed hanno paura come avvenne nel primo annuncio; per questo non domande. Non capiscono il valore della croce perché non sono capaci di accettare un Messia che si fa servo di tutti i suoi fratelli. continuano invece a sognare un Messia glorioso e mostrano, oltre a ciò, un'enorme incoerenza discutendo su chi è il più grande. Ecco allora che il Maestro aspetta il momento opportuno per insegnare loro che il potere e l’autorità devono essere usati non per salire e dominare sugli altri, ma per scendere abbassandosi ai fini di servire. In effetti, una persona che solo ambisce a dominare, non presterebbe mai tanta attenzione ai deboli, agli emarginati, ai piccoli e ai bambini di cui Gesù raccommoda l’umiltà e la semplicità. 
    Chi accoglie i piccoli in nome di Gesù, accoglie Dio stesso!
    Signore, la sofferenza del prossimo ci ferisce, l’incapacità di risolvere i nostri problemi ci fa soffrire e la fatica di corrispondere alle necessità dei fratelli ci affligge. Fa che accettiamo queste croci e che ci affidiamo a Te come bambini per servire nell’umiltà. 
    Buona giornata.
    D. Arthur.

    • 2 min
    Dal Vangelo di oggi - 20 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 20 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-34


    In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

    Siamo ai piedi della croce e l’evangelista non si sofferma più di tanto sulla cronaca del dolore ormai consumato da Gesù. Giovanni riporta le parole dell’amore crocifisso, quelle parole luminose che Gesù consegna a sua Madre e al discepolo amato. Se la croce e la morte appaiono evidentemente come la triste conclusione di un’esperienza affascinante che è quella di Gesù, le stesse parole del Maestro sono invece piene di vita e di speranza. Infatti, la croce dall’albero mortifero che era diventa così l’albero della vita dal quale nasce la Chiesa. Qui viene sigillato un nuovo patto d’amore tra il discepolo amato, Maria e la Chiesa nascente. Quella nuova maternità di Maria scaturita all’ombra della croce, ricorda che ogni maternità è intimamente segnata dalla disponibilità interiore a soffrire per amore dei figli. In effetti, a Maria addolorata, Gesù chiede di allargare la tenda della maternità fino ad abbracciare tutti noi. Al discepolo amato invece, quindi a tutta la Chiesa, chiede di riconoscere ed accogliere Maria come Madre. 
    Ti vogliamo accogliere Maria nelle nostre famiglie in quanto Madre tenerissima. Intercede per le mamme che soffrono per i propri figli e per le donne che stanno per diventare madri proprio come te. 
    Maria Madre della Chiesa, prega per noi. 
    Buona settimana.
    Don Arth.

    • 3 min
    Dal Vangelo di oggi - 17 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 17 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19

    In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?", e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 

    « Pasci i miei agnelli, pascola le mie pecore, pasci le mie pecore ». In questi tre imperativi, si trova la nuova missione di Pietro che dopo avere negato Gesù durante la sua passione, viene riabilitato come pastore del gregge del Signore. Assistiamo qui ad una strana confessione non del peccato,  ma dell’amore pur imperfetto di Pietro nei confronti di Gesù: Gli vuole bene. In effetti, il Risorto non chiede al discepolo di rievocare la notte del rinnegamento. Gli interessa soltanto riportare Pietro all’alba della sua nuova chiamata a seguirlo. In fondo il pentirsi dai propri peccati non consiste solo nel riconoscere il peccato commesso. Esso dovrebbe manifestare soprattutto l’ardente desiderio di vivere in piena comunione con il Signore amandolo malgrado le debolezze quotidiane. Ecco perché nel dialogo tra Pietro e Gesù si vede come l’uomo non è capace di capire il senso vero e totale dell’amare rivelatoci sulla croce. 
    Signore, riconosciamo di non essere capaci di amare come Te. Fa che impariamo almeno a lasciarci amare da Te aprendoti i nostri cuori. 
    Buon fine settimana.
    Don Arthur.

    • 2 min
    Dal Vangelo di oggi - 16 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 16 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,20-26


    In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

    La preghiera di Gesù si estende anche su quelli che crederanno ovvero noi e quelli dopo di noi. Siamo chiamati all’unità proprio come il Padre e il Figlio. La troveremo se saremo prima di tutto uniti al Padre per mezzo del Figlio. Ecco allora che ci torna in mente che la vita sacramentale precede ogni impegno morale. Quanto più siamo immersi in Dio tanto più possiamo accogliere e vivere i suoi comandamenti. 
    Ricercando sempre l’unità, il cristiano rende la sua fede sempre più visibile perché il Maestro pregò proprio perché siamo uno. 
    Una comunità in cui emergono continuamente conflitti, non risolti dalla riconciliazione, nasconde il volto di Dio al mondo. Una comunità che tollera la qualsiasi divisione congela la fede. 
    Perché l’unità ecclesiale è dono e segno della presenza divina, ci impegniamo a cercarla prima di tutto nelle nostre famiglie in quanto Chiese domestiche.
    Buongiorno.
    Don Arthur.

    • 2 min
    Dal Vangelo di oggi - 14 Maggio 2024

    Dal Vangelo di oggi - 14 Maggio 2024

    Dal Vangelo secondo Giovanni, capitolo 17 vv 11b-19
    In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. (Gv 17,11b-19)  

    L’unità è un valore che stava a cuore Gesù, tanto è vero che oggi prega affinché il Padre custodisca i suoi nell’unità. Questa unità tanta desiderata era già minacciata mentre Gesù era ancora tra i suoi discepoli. Infatti, il gruppo degli amici del Maestro non era perfetto proprio come sono le nostre famiglie, le nostre città, i nostri gruppi d’amici, i nostri luoghi di lavoro. Ci viene spontaneo esclamare: quanto ci manca quest’unione dei cuori! Quanto fanno male i malintesi perpetuatisi di generazione in generazione! Quanto soffrono le nostre famiglie e il mondo intero per questa  mancata unità! Il Signore, però, sà che possiamo reggere soltanto se il Padre ci mette la mano e ci sostiene. La sua Parola di vita, se vissuta bene, porta alla gioia che rinsalda i legami d’unione tra gli uomini. Ecco perché Gesù ha insistito tanto sull’unità nel nome del Padre, facendoci intendere che il nostro annuncio e la nostra testimonianza nel mondo saranno tanto più credibili, quanto più saremo noi per primi capaci di vivere in comunione e di volerci bene nell’unità autentica.   Oggi consegniamo tutti e ciascuno alla bontà misericordiosa del Padre, affinché ci costudisca nell’unità nel suo amore. Buona giornata.  Don Arthur.

    • 2 min

Top Podcasts In Religião e espiritualidade

Café Com Deus Pai | Podcast oficial
Junior Rostirola
BrunetCast
Tiago Brunet
Christo Nihil Praeponere
Padre Paulo Ricardo
JesusCopy Podcast
Jesuscopy
Bíblia em um ano
4Ventos
Joyce Meyer Desfrutando a Vida Diária®
Joyce Meyer

You Might Also Like

Pane Quotidiano 🥖 Commento al Vangelo del giorno
Parrocchie di Negrar
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Le Apostole della Vita Interiore
Taccuino celeste
Riccardo Maccioni - Avvenire
Indagini
Il Post
Sky Crime Podcast
Sky Crime