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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme‪!‬ Graziana Filomeno - italiano online

    • Educação
    • 4,7 • 18 avaliações

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    ESPRESSIONI italiane sul Dolce Far Niente

    ESPRESSIONI italiane sul Dolce Far Niente

    In un mondo che corre veloce, dove il ticchettio dell’orologio scandisce i ritmi frenetici della vita quotidiana, la cultura italiana ci offre un ricco repertorio di espressioni che invitano al relax, per ricordarci l’importanza di trovare momenti di pausa e di piacere tra gli impegni di tutti i giorni.



























    Come Esprimere il Relax in italiano















    1. STACCARE LA SPINA







    Cosa succede quando si stacca la spina a un elettrodomestico? Smette di funzionare, e “si riposa”, no? Bene, la stessa cosa vale anche per noi esseri umani, in senso figurato.







    Questa espressione indica la sensazione di relax in cui è possibile estraniarsi e allontanarsi dal mondo esterno e ricaricare le proprie batterie e la propria energia.







    Esempio:







    Ogni volta che ho bisogno di staccare la spina, vado in montagna.















    2. RICARICARE LE PILE







    Questa espressione significa fare una pausa per recuperare le energie perse. Come si fa con le pile scariche, che si attaccano alla corrente per dar loro nuova energia.







    Esempio:







    Questi ultimi mesi sono stati davvero stressanti. Adesso ho bisogno di ricaricare le pile prima di cominciare di nuovo!















    3. FARE UNA PENNICHELLA







    La pennichella è il riposo che si fa nelle prime ore del pomeriggio (chiamato anche “pisolino”), dopo pranzo, generalmente di breve durata.







    Si può usare l’espressione “fare una pennichella” anche per altri momenti della giornata, ogni volta che si ha bisogno di qualche minuto con gli occhi chiusi per recuperare le forze.







    Esempio:







    Quando mi sento sopraffatta dal lavoro, faccio una pennichella e mi riprendo subito!















    4. PRENDERSELA COMODA







    Questa espressione indica il fare tutto con molta calma, senza fretta, procrastinando il più possibile e riducendo al minimo lo stress.







    Esempio:







    Abbiamo chiuso l’affare con i nuovi clienti e abbiamo guadagnato un bel po’… Adesso possiamo prendercela comoda per qualche settimana.















    5. RELAX TOTALE!







    Questa espressione enfatizza una sensazione di profondo relax, durante la quale non si vuole fare proprio nulla.







    Esempio:







    Finalmente sono arrivate le ferie! Da domani relax totale! Si dorme tutto il giorno e non si pensa al lavoro!















    6. PERDERE LA COGNIZIONE DEL TEMPO







    Questa espressione indica l'essere in uno stato di tale rilassamento che provoca un disorientamento momentaneo: non ci si rende conto di che ore siano e di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che un’attività è stata svolta.







    Esempio:







    L’altro giorno, nel pomeriggio, ho dormito così tanto che quando mi sono svegliata avevo perso proprio la cognizione del tempo. Pensavo che fosse già la mattina dopo!















    7. ESSERE SULLE/TRA LE NUVOLE







    Guardare le nuvole da vicino provoca sicuramente una sensazione di relax, ad esempio quando siamo su un aereo.







    Questa espressione indica la sensazione di profondo relax in cui si è completamente lontani dal mondo e non ci si rende conto della realtà circostante. Come se non si vivesse più sulla Terra ma, appunto, tra le nuvole.

    • 11 min
    FRASI DA FILM ITALIANI CHE GLI ITALIANI AMANO USARE

    FRASI DA FILM ITALIANI CHE GLI ITALIANI AMANO USARE

    In questa lezione imparerete delle espressioni provenienti direttamente da film italiani che potete usare nelle conversazioni della vostra vita di tutti i giorni (e che stupiranno gli italiani!).







    Pronti?



























    CITAZIONI di film che usiamo QUOTIDIANAMENTE







    Ricordati che devi morire (“Non ci resta che piangere”, 1984)







    La citazione "Ricordati che devi morire" viene dal film italiano "Non ci resta che piangere" del 1984, diretto da Massimo Troisi e Roberto Benigni.







    I protagonisti viaggiano indietro nel tempo e si ritrovano nel 1492 in un borgo toscano. La frase viene pronunciata da un frate diverse volte consecutivamente.







    Riflette il tema della morte presente nel film in un modo leggero e umoristico, tipico dello stile comico dei registi Troisi e Benigni.







    La citazione è la traduzione della famosa frase latina “Memento mori” (promemoria della morte e della brevità della vita), che invita le persone a vivere una vita piena, con questa consapevolezza.







    Dopo l’uscita del film, la citazione in italiano è diventata molto popolare ed è stata utilizzata anche da diversi comici italiani nel corso degli anni, sempre con un’accezione umoristica. Di conseguenza, anche gli italiani la usano frequentemente, sia per invitare l’interlocutore a godersi il momento e la vita, tenendo presente che dura poco, sia in senso ironico. 















    E io pago! (“47 morto che parla”, 1950)







    La citazione appartiene a Totò (nel personaggio di un barone avaro) ed è una delle sue battute più famose.







    Nel film Totò, ogni volta che qualcuno sta sprecando delle risorse da lui offerte, ci tiene a specificare che lui è sempre quello che ci rimette e che tira fuori i soldi.







    Questa espressione viene ancora usata quotidianamente, soprattutto da chi deve pagare per gli altri.







    Per esempio, la dicono i genitori ai propri figli, la dice il collega o l’amico che finisce per offrire sempre a tutti e così via.















    Buongiorno, principessa! ("La vita è bella”, 1997)







    La citazione "Buongiorno principessa!" è tratta dal film italiano "La vita è bella", diretto da Roberto Benigni e uscito nel 1997.







    Nel film, il personaggio interpretato da Roberto Benigni, Guido, usa questa frase come saluto per esprimere il suo amore nei confronti di Dora e il desiderio di farle vedere la bellezza e la gioia anche in mezzo all'oscurità e alla tragedia dell’Olocausto.







    "La vita è bella" è ambientato durante l'Olocausto e Guido cerca di proteggere suo figlio e sua moglie dalla realtà brutale del campo di concentramento in cui si trovano, trasformando la loro situazione in un gioco di immaginazione, per regalargli momenti di felicità in un contesto così drammatico.







    Oggigiorno, usiamo questa citazione sia con la stessa sfumatura affettuosa originale, sia in senso più ironico, ad esempio se qualcuno si sveglia tardi o con una faccia completamente sconvolta.















    Non posso né scendere né salire ("Tre uomini e una gamba”, 1997)







    Questa citazione viene dal film "Tre uomini e una gamba”, una famosa commedia italiana del 1997 diretta da Aldo, Giovanni e Giacomo, che sono anche i protagonisti del film.







    Tre amici si trovano coinvolti in una serie di ostacoli e situazioni comiche mentre cercano di consegnare una gamba di legno (costosa scultura di un famoso artista).







    Aldo pronuncia questa frase perché,

    • 14 min
    Espressioni ALTERNATIVE a “SEI PAZZO”: impara a parlare italiano in modo naturale!

    Espressioni ALTERNATIVE a “SEI PAZZO”: impara a parlare italiano in modo naturale!

    Quante volte vi sarà capitato di sentire o dire a qualcuno “Sei pazzo!”? Bene, sicuramente avevate tutte le ragioni. Però, questa frase è un po’… come dire… banale! In questo articolo scoprirete tutte le alternative a questa espressione!



































    Smettila di dire "SEI PAZZO": di' questo invece!







    Vediamo come potete sostituire "SEI PAZZO!" la prossima volta!















    1. SEI FOLLE!







    Si tratta di un’alternativa abbastanza neutra. Infatti, “folle” è un sinonimo di “pazzo”.Potremmo tranquillamente anche usare “matto” (“Sei matto!”), dal momento che anche “matto” è un sinonimo di “pazzo”.







    Esempio:- Sei folle nel buttarti in questa avventura senza la minima esperienza!- Hai speso tutto il tuo stipendio per comprare questa borsa, sei folle!















    2. SEI MATTO DA LEGARE!







    Questa espressione fa riferimento a un indumento usato in passato per “contenere” la gente considerata pazza: la camicia di forza. Con questa si legavano le persone che venivano considerate incontrollabili, impedendo loro di muoversi.







    Esempio:Voi siete matti da legare: volete fare bungee-jumping con questo ventaccio?!















    3. TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!







    Immaginate se potessimo berci il cervello! Rimarremmo senza il minimo segno di razionalità a guidarci… Ecco appunto il senso di questa espressione!







    Esempio:Ti sei bevuto il cervello? Hai speso tutti quei soldi per una maglia!















    4. SEI SVITATO!







    Il significato originale di “svitato” è “non più o non del tutto avvitato”, usato in riferimento a cose come bulloni o tappi.Però nel linguaggio familiare questo aggettivo ha assunto il significato di “pazzo”, volendo significare che la testa non è ben serrata (“avvitata”) sul collo, e non è quindi salda e fa fare o dire cose bizzarre, irrazionali.







    Esempio:La mia amica è completamente svitata: va ogni sera in discoteca fino alle 4 del mattino e alle 9 è ufficio! In pratica non dorme mai… Finirà per rovinarsi la salute…















    5. ESSERE/USCIRE FUORI DI SENNO







    Per “senno” si intende “la capacità di intendere, giudicare e operare nel modo più giusto e conveniente”.Perciò, se si esce (o si è) fuori da questa capacità, ovviamente non si è lucidi e si agisce in modo bizzarro.







    Esempio:L’uomo che ha investito quella signora era fuori di senno! Sono intervenuti ben quattro poliziotti per fermarlo.















    6. ESSERE DA MANICOMIO/RICOVERO







    Il manicomio, originariamente, era il luogo in cui venivano ricoverati i malati di mente, una sorta di ospedale psichiatrico.È un termine molto delicato, di cui oggi si abusa, soprattutto in espressioni come questa. È ok se usata in contesti estremamente informali, ma altrimenti vi consiglierei di evitare di usarla perché potrebbe essere un po’ offensiva.







    Esempio:Ti rendi conto di ciò che fai? Sei da manicomio! Hai sbagliato tutto dopo che te l’avevo spiegato per ben 5 volte!















    7. ESSERE CON LE ROTELLE FUORI POSTO







    Si tende a immaginare la testa come una serie di ingranaggi (a rotelle) che si muovono perfettamente in sincronia tra loro e che fanno funzionare tutto.Se però qualcuna di queste rotelle comincia ad andare fuori dal suo posto abituale, c’è un problema… Tutto si sballa… e si agisce in modo bizzarro.

    • 9 min
    Modi di Dire Divertenti in Italiano

    Modi di Dire Divertenti in Italiano

    Quali sono le espressioni idiomatiche italiane più bizzarre, assurde e divertenti, ma anche più utilizzate?







    Scopriamole insieme! 



























    12 Espressioni Idiomatiche Italiane Simpatiche







    Cominciamo subito!







    1. Lasciare/Rimanere di stucco







    Lo stucco è un impasto a base di gesso, calce o cemento con cui si realizzano generalmente le statue. 







    RIMANERE DI STUCCO







    Significa rimanere scioccati, immobili e imbambolati per lo stupore o la sorpresa o lo sbalordimento, proprio come statue di gesso. 







    Se qualcuno causa ciò a un’altra persona, allora dal suo punto di vista sarà LASCIARE (QUALCUNO) DI STUCCO.







    Esempio:







    Il discorso che ha fatto ha lasciato tutti noi di stucco: non sapevamo sapesse parlare così bene.















    2. Il cavallo di battaglia







    Il cavallo di battaglia era il cavallo parzialmente protetto da armatura che i cavalieri usavano in passato durante la guerra. Proprio perché questa era la sua funzione, era di solito particolarmente robusto e ben addestrato, e godeva di trattamento e alimentazione privilegiati. 







    Oggigiorno, l'espressione indica il meglio del meglio, il proprio pezzo forte, ciò in cui si è più bravi, l’opera migliore o un’attività, un argomento in cui si è più bravi e più preparati. 







    Esempio:







    Se verranno ospiti a cena, preparerò le lasagne. Sono il mio cavallo di battaglia! Così possiamo fare bella figura.















    3. Avere la coda di paglia







    Si dice di chi, non avendo la coscienza tranquilla, si discolpa senza essere accusato perché si sente chiamato in causa, coinvolto in un’affermazione, anche se non lo è realmente. 







    L’immagine viene da una favola in cui una volpe perde la propria coda e decide di usarne una di paglia, vivendo nella costante paura che essa possa prendere fuoco.







    Esempio:







    - Che strano, pensavo ci fosse ancora della torta in frigo…







    -Io non l’ho mangiata eh…







    -Nessuno ti stava accusando! Non avrai mica la coda di paglia?















    4. Cercare il pelo nell’uovo







    Significa essere eccessivamente meticolosi, perfezionisti all’estremo; cercare difetti in tutto e tutti, anche se impercettibili o addirittura assenti.







    Esempio:







    -Mi piacciono le tue scarpe, ma non le avrei usate con questo vestito perché sono di tonalità di verde un po’ diverse tra loro.







    -Vabbè adesso non cercare il pelo nell’uovo… è stato già abbastanza difficile trovare queste di questo colore.















    5.  Sputare il rospo







    Significa dire finalmente qualcosa che non si poteva o non si voleva dire in precedenza (una preoccupazione, un segreto…).







    Esempio:







    Forza! Sputa il rospo! Raccontaci chi era la persona che ti piaceva al liceo!















    6.  Darsi/Tirarsi la zappa sui piedi







    Significano entrambe auto-danneggiarsi involontariamente o in momenti di non lucidità (rabbia, paura…). 







    Un sinonimo potrebbe essere: "Scavarsi la fossa con le proprie mani".







    Esempio:







    Dicendole che sei bravo a scrivere ti sei dato la zappa sui piedi: adesso Sabrin...

    • 14 min
    ITALIANO per BAMBINI Stranieri

    ITALIANO per BAMBINI Stranieri

    È possibile insegnare l'italiano a un bambino straniero... a casa?



























    Come Insegnare l'Italiano ai Più Piccoli (fuori dall'Italia)







    Volete insegnare l'italiano come lingua straniera ai vostri figli o nipoti all'estero. Come fare?







    Sicuramente un tipo di insegnamento più “serio” può dare al vostro piccolo delle buone basi.Perciò, se potete, scegliere un insegnante privato competente o un corso con altri bambini è sicuramente una buona opzione. Il bambino saprà che “deve” essere attento per quei 30 o 60 minuti e sicuramente finirà per imparare qualcosa.















    Però quel tempo “ufficiale” non è sufficiente! Sta a voi, poi, integrare quelle lezioni con delle attività a casa, da svolgere nella quotidianità.Avvertimento: munitevi di tanta pazienza. Servirà!















    1. Gli oggetti della quotidianità







    Sfruttate l’ambiente che vi circonda, usate gli oggetti della vita di tutti i giorni per far abituare il bambino alla nuova lingua e farlo immergere in essa. Per esempio, se siete in casa, prendete un oggetto e ditegli il nome. Se prendete una mela dal frigorifero, dite “MELA” e aspettate che il bambino la ripeta.







    Potete farlo con qualsiasi cosa: gli alimenti in frigo, i vestiti nell’armadio, i suoi giochi... Ma potete anche farlo fuori casa, per esempio al parco o al supermercato. Aiutato dal contesto, il bambino imparerà e ricorderà più facilmente il vocabolario.















    2. Non temere la ripetizione







    Nessuno impara una parola appena gliela dicono. Sarebbe bello no? Ma così come noi adulti abbiamo bisogno della ripetizione, altrettanto ne hanno bisogno i nostri piccoli.







    Non pretendete che possano imparare una parola solo dopo averla sentita e ripetuta una volta, ma continuate a ripetergliela giorno dopo giorno. Solo così, a furia di sentirla, la imparerà.















    3. 10 minuti al giorno







    Probabilmente all’inizio il vostro bambino (che già sta imparando i nomi delle cose nella sua prima lingua) non capirà perché ne debba imparare altri, in una lingua diversa, per gli stessi oggetti. Il rischio è che continuerebbe a chiamare gli oggetti con i loro nomi nella prima lingua.







    Perciò, una buona soluzione sarebbe quella di concentrare l’italiano in 10, 15, 20 minuti ogni giorno. Così il bambino saprebbe che in quel tempo deve solo usare l’italiano.Per esempio, nel viaggio in macchina per andare a scuola. Oppure prima di cena. O ancora durante la merenda. “Ok, adesso si parla in italiano. Pronti? Via! Chi sa come si chiama questo oggetto?” E via così.







    Ovviamente, dovete assicurarvi che in quell’arco di tempo si parli davvero solo italiano! Voi dovete interagire con il bambino solo in italiano e, se lui inizia a rispondere nella sua prima lingua, voi dovete fingere di non aver capito quello che ha detto e di non poterlo aiutare.







    Per esempio, se vuole del latte ma vi chiede del “milk” (o comunque usa la sua prima lingua), voi non glielo dovrete dare, fino a quando non dirà “latte”. Eh eh… una piccola sofferenza, ma necessaria!















    4. Una parola al giorno







    Un altro buon metodo per aiutare l’apprendimento potrebbe essere decidere di imparare una parola al giorno, ogni giorno alla stessa ora. Così il bambino aspetterà quel momento tutta la giornata.







    E ovviamente, quella sarebbe anche una buona occasione per ripassare le parole imparate fino a quelmomento. Repetita iuvant!

    • 15 min
    Parole ed Espressioni per DESCRIVERE gli OGGETTI in Italiano

    Parole ed Espressioni per DESCRIVERE gli OGGETTI in Italiano

    Può sembrare una cosa banale perché la facciamo da quando siamo bambini, però descrivere oggetti non è così facile come sembra, soprattutto se dobbiamo farlo in una lingua straniera. Continua a leggere per scoprire come farlo... in italiano!



























    Come DESCRIVERE qualcosa attraverso i 5 sensi







    Le espressioni sono divise in base ai 5 sensi, perché la descrizione di qualsiasi cosa può avvenire in base a come si entra in contatto con quella cosa, se con gli occhi, con le mani, con il naso...















    1. Attraverso il tatto







    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto dal punto di vista di come appare al contatto, quando lo si tocca.







    Si potrà parlare quindi di:









    materiale:









    di legno, di metallo, d’acciaio, di vetro, di carta, di cotone, di plastica, di pelle, di gomma…









    temperatura:









    caldo, freddo, ghiacciato, bollente, tiepido, a temperatura ambiente, asciutto, bagnato, fradicio, umido…









    consistenza:









    appuntito, soffice, duro, malleabile, morbido, gommoso, spugnoso, peloso, appiccicoso, liscio, ruvido, unto…









    utilità:









    comodo, scomodo, pieghevole, fragile, apri e chiudi, delicato…







    Per esempio, ora proviamo a descrivere un materassino da yoga attraverso il tatto:







    È di gomma, a temperatura ambiente, asciutto (anche se diventa umido quando mi ci alleno sopra), spugnoso, comodo e pieghevole.















    2. Attraverso la vista







    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a come appare ai propri occhi.







    Si potrà parlare quindi di:









    forma:









    rotondo, quadrato, a punta, rettangolare, ovale, arrotondato, tondeggiante, squadrato, spigoloso…









    colore/fantasia:









    giallo, rosso, verde, a fantasia, a fiori, a pois, a righe…









    dimensione:









    grande, piccolo, medio, alto, basso, spesso, sottile …









    composizione:









    è compatto







    HA + nome dell’oggetto (ha un manico, ha una cerniera, ha un gancio, ha delle paillettes…)







    È FORMATO DA + nome dell’oggetto (è formato da due elementi, è formato da tre bastoncini e un piano…)







    Per esempio, ora proviamo a descrivere una pentola attraverso la vista:







    È rotonda e grigia, è piccola, ha due manici ed è compatta.















    3. Attraverso l'olfatto







    In questo tipo di descrizione si usano parole per identificare l’oggetto in base a ciò che percepisce il proprio naso.







    Si potrà parlare quindi di:









    odore:









    è profumato, è puzzolente, inodore…







    ha un odore molto forte, ha un odore delicato, ha un cattivo odore, ha un tanfo insopportabile…









    cosa quell’odore ricorda:









    ricorda un campo di lavanda, ricorda un aranceto in Sicilia…







    Per esempio, ora proviamo a descrivere una candela profumata attraverso l’olfatto:







    È profumata, ha un odore delicato che ricorda un aranceto in Sicilia.

    • 15 min

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