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RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe dirigente.
Attraverso il dialogo con un ospite affronteremo i temi specifici del business, i modelli competitivi, gli ostacoli culturali, i nuovi approcci innovativi, le sfide organizzative e la centralità del cliente.

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RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe dirigente.
Attraverso il dialogo con un ospite affronteremo i temi specifici del business, i modelli competitivi, gli ostacoli culturali, i nuovi approcci innovativi, le sfide organizzative e la centralità del cliente.

    Transizione 5.0: opportunità o bluff?

    Transizione 5.0: opportunità o bluff?

    La Transizione 5.0 è un programma che segue la logica di Industria 4.0, ottimizzando i processi produttivi e migliorando gli aspetti ambientali ed energetici per ridurre consumi e impatto ambientale. Durante l’intervista a Corrado La Forgia, vicepresidente di Federmeccanica e amministratore delegato di VHIT, sono emersi  dubbi sulla reale efficacia del progetto e del precedente Industria 4.0. Sebbene siano stati fatti investimenti massicci, la produttività in Italia è rimasta piatta. Gli impianti sono stati acquistati, ma spesso non sono stati connessi e i dati non sono stati sfruttati adeguatamente, segno di una mancanza di consapevolezza e conoscenza degli strumenti tecnologici. I dati dell'Istat confermano che meno del 10% delle aziende italiane sono digitalizzate in modo completo, mostrando che non sono stati fatti i compiti a casa.
    Transizione 5.0, in continuità con il precedente programma, offre opportunità per migliorare l'efficienza energetica, ma bisogna capire come le piccole e medie imprese vi accederanno, poiché c'è il rischio che il programma favorisca più quelle dalle dimensioni rilevanti, anche se la contribuzione decrescente potrebbe avvantaggiare le PMI. Un aspetto positivo rispetto a Industria 4.0 è la valutazione ex ante e post delle iniziative, incentivando chi ha voglia di fare: la produttività è un elemento cruciale e un indicatore importante di competitività. La Transizione 5.0 rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, ma richiede consapevolezza, conoscenza e una cultura adeguata per sfruttare appieno le potenzialità offerte dalla digitalizzazione e dall'efficienza energetica. Solo così potremo migliorare la produttività e la competitività delle nostre aziende a livello globale.

    Quanto è digitale la manifattura italiana? - Seconda parte

    Quanto è digitale la manifattura italiana? - Seconda parte

    Da poco concluso a Milano lo Smart Manufacturing Summit, che ha affrontato i temi della digitalizzazione delle linee produttive e - soprattutto - degli impatti dell'intelligenza artificiale sul comparto manifatturiero, abbiamo fatto un punto della situazione sullo stato dell'arte della digitalizzazione della manifattura in Italia.
    Con Michele  Mariella CIO del gruppo Maire Technimont e Pier Luigi Vanti ICT Corporate Director & Digital Transformation Manager di IMA Group, in questa doppia puntata che si concluderà con la messa in onda del 107/5, abbiamo affrontato i temi delll’AI Generativa, dei digital twin, della robotica collaborativa, dell’Internet delle cose (IoT) e - come se non ne avessimo a noia - dell'importanza dei dati disponibili in produzione.
    Un ultimo commento lo abbiamo riservato al progetto di finanziamenti governativi Transizione 5.0, figlio di Industria 4.0. Su questo tema torneremo presto per una analisi approfondita dei contenuti e delle politiche che ne hanno decretato la genesi
    Buon ascolto!

    Quanto è digitale la manifattura italiana? - Prima parte

    Quanto è digitale la manifattura italiana? - Prima parte

    Da poco concluso a Milano lo Smart Manufacturing Summit, che ha affrontato i temi della digitalizzazione delle linee produttive e - soprattutto - degli impatti dell'intelligenza artificiale sul comparto manifatturiero, abbiamo fatto un punto della situazione sullo stato dell'arte della digitalizzazione della manifattura in Italia.
    Con Michele  Mariella  CIO del gruppo Maire Technimont e Pier Luigi Vanti  ICT Corporate Director & Digital Transformation Manager di IMA Group, in questa doppia puntata che si concluderà con la messa in onda del 107/5, abbiamo affrontato i temi delll’AI Generativa, dei digital twin, della robotica collaborativa, dell’Internet delle cose (IoT) e - come se non ne avessimo a noia - dell'importanza dei dati disponibili in produzione.
    Un ultimo commento lo abbiamo riservato al progetto di finanziamenti governativi Transizione 5.0, figlio di Industria 4.0. Su questo tema torneremo presto per una analisi approfondita dei contenuti e delle politiche che ne hanno decretato la genesi
    Buon ascolto!

    Dalle applicazioni mobile alla blockchain gli impatti sui trasporti dell'ultimo miglio

    Dalle applicazioni mobile alla blockchain gli impatti sui trasporti dell'ultimo miglio

    È tornato a trovarci il prof. Michele Palumbo, docente di logistica e trasporti all’università Cattolica di Milano, per parlare di digitalizzazione dei trasporti dell’ultimo miglio. 
    Ho chiesto al prof. Palumbo quali siano i processi e le attività operative che maggiormente possono beneficiare di efficienze di scopo con l’introduzione di soluzioni digitali, a partire dallo sviluppo di applicazioni mobile che hanno favorito la decentralizzazione dei processi logistici, con uno spostamento a favore del trasporto secondario di ultimo miglio rispetto al trasporto primario più pesante.
    Tale efficienza non deve essere sottovalutata nemmeno in ambito ESG: uno studio del Politecnico di Milano ha evidenziato una riduzione fino all’80% dell’impatto ambientale nel caso di home delivery. Un risultato di questa portata può, opportunamente censito, sicuramente giovare al bilancio di sostenibilità. 
    Il secondo tema di discussione è stata la trasparenza delle informazioni inerenti le merci viaggianti: grazie alla blockchain e a soluzioni basate su onde elettromagnetiche a bassissima potenza è oggi possibile ripensare in maniera più efficiente alla disposizione delle merci per una migliore distribuzione di trasporto. Anche in questo caso, una migliore saturazione dei mezzi genera impatti positivi sulla sostenibilità.
    Se volete approfondire queste tematiche ma non siete esperti di logistica, vi consiglio di dare una lettura al libro scritto dal nostro intervistato: Logistica e Suppy Chain per non addetti ai lavori, edito da McGrawHill.
    Nel frattempo, buon ascolto!

    Dei robot collaborativi e di meccatronica delle linee produttive

    Dei robot collaborativi e di meccatronica delle linee produttive

    Si conclude con questa puntata il trittico di interviste realizzato durante il Festival Città Impresa di Vicenza, con l’intervento di Daniele Fontò, Direttore di Produzione di Amer Group.Questa azienda, il cui core business è rappresentato da sistemi di movimentazione elettrici, ha fatto della meccatronica un elemento distintivo del posizionamento.La tecnologia non è fine a sé stessa in questa realtà del nordest. La cooperazione con l’intera catena del valore, in particolare con i Clienti, permette di esplorare terreni innovativi che la portano ad essere un punto di riferimento sul mercato.
    Buon ascolto!

    C'è un metodo per generare innovazione?

    C'è un metodo per generare innovazione?

    E' una domanda ricorrente, che ho sentito porre in numerose occasioni, sia tra i banchi della Scuola di Formazione del Sole 24 Ore dove insegno, sia durante eventi o conferenze.
    La risposta, oltre che essere affermativa, è articolabile in molteplici direzioni; perché sono state concepiti e provati sul campo numerosi format di successo, differenziabili per l'ambito di applicazione, il mercato di appartenenza, la tipologia di innovazione ricercata.
    In questa puntata, insieme a Lucilla Fazio design thinker e head of strategic foresight in Tipic, abbiamo analizzato le modalità di progettazione e disegno più efficaci per l'innovazione e il futuro. 
    Avrete sicuramente sentito parlare di Design thinking, quella pratica non lineare e iterativa che mira ad utilizzare il pensiero laterale per affrontare e provare a risolvere "problemi" complessi e sfidanti. E' uno dei punti di partenza, non certo di arrivo. Perché dall'inizio del XXI secolo, momento storico in cui questa pratica si è affermata anche come strumento di business, ha vissuto un'evoluzione che si è adattata ai mutamenti di contesto e ha dato vita a numerosi spin off, non certo secondari.
    Con Lucilla abbiamo provato a fare un po' di chiarezza, per cercare di spiegare in concreto come queste pratiche possano essere un valido supporto alla progettazione, al fare ordine mentale tra le mille idee e progetti di innovazione che affollano la mente degli imprenditori, intesi in senso ampio e non solo come investitori di capitale. Quelle descritte sono pratiche che indirizzano le energie positive delle professionalità aziendali, non sono un momento di convivialità e team building. La promise sottostante è che l'output sia accolto e implementato, a prescindere dall'attitudine e dalle aspettative.
    E se questa puntata vi ha fatto scoprire il magico mondo della disciplina nel processo creativo e innovativo, leggete Futures by Design, scritto a sei mani da Lucilla Fazio, Tommaso Corà e Filippo Collura. Ne vale la pena.
    Buon ascolto!

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