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Ogni settimana un nuovo libro. Ascolta il podcast di radioromalibera.org dedicato alle recensioni librarie. Ogni martedì alle ore 17 una nuova puntata.

Recensioni librarie | RRL radioromalibera.org

    • Artes

Ogni settimana un nuovo libro. Ascolta il podcast di radioromalibera.org dedicato alle recensioni librarie. Ogni martedì alle ore 17 una nuova puntata.

    152 - Il vescovo che disse “no” a Hitler

    152 - Il vescovo che disse “no” a Hitler

    Benedetto XVI lo definì «un grande testimone della fede, che in tempi bui ha fatto splendere la luce della verità e ha mostrato il coraggio di opporsi al potere della tirannide»: il riferimento è al card. Clemens August conte von Galen (1878-1946), colui che osò tener testa apertamente e senza protezioni al regime nazionalsocialista. «Più degli uomini – ha proseguito papa Ratzinger - egli temeva Dio, che gli ha concesso il coraggio di fare e di dire ciò che altri non osavano dire e fare. Così egli ci esorta a vivere di nuovo la fede oggi e ci mostra anche come ciò sia realizzabile nelle cose semplici e umili e tuttavia grandi e profonde». 

    Quando, nel marzo 1946, von Galen tornò da Roma, dove Pio XII lo aveva da pochi giorni creato cardinale, la popolazione lo accolse trionfalmente davanti alle rovine del duomo di Münster, quasi completamente distrutto dai bombardamenti. Fu la forza della sua coscienza, che gli consentì di diventare un eroe, suo malgrado, tanto da esser ricordato come «il leone di Münster». 

    Nell’appendice del libro vengono riportate tre prediche del 1941 ed altri suoi interventi, oltre ad una vibrante lettera di protesta da lui indirizzata al Führer, testi che conservano intatta anche oggi la propria intensità e che ancora rappresentano un chiaro e forte monito, rivelando in modo impressionante con quanta coerenza e coraggio il card. von Galen si fosse schierato contro l’arbitrio della dittatura, impegnandosi nella difesa del diritto alla vita di ogni essere umano. 

    BEAUGRAND GUENTER, , Edizioni San Paolo,

    Cinisello Balsamo 2021, p. 276, € 22 

    • 2 min
    151 I giardini di Torino. Storia, incontri & leggende nei parchi della città

    151 I giardini di Torino. Storia, incontri & leggende nei parchi della città

    Il testo, curato da Sergio Donna, è suddiviso in oltre sessanta capitoli, ciascuno dedicato ad un
    giardino ed al suo titolare o ai personaggi storici, che lo hanno frequentato. Il testo è frutto dalle
    ricerche condotte da un’équipe di nove esperti, accurati nel descrivere le glorie di una città, Torino,
    che, con oltre 400 tra parchi e giardini, detiene il primato nazionale per estensione e si colloca nei
    primi 15 posti a livello mondiale.
    Tra gli spazi più significativi la città vanta, ad esempio, i Giardini Reali nella porzione racchiusa
    dai Bastioni con la fontana delle Nereidi e dei Tritoni: il primo loro impianto risale all’epoca di
    Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580), mentre importanti modifiche sono intervenute alla fine
    del Seicento e nel 1886. Presentano eleganti viali geometrici con giochi prospettici e sculture.
    Ma v’è anche il giardino botanico medioevale di palazzo Madama, di cui a partire dal 1402 si ha
    documentazione scritta: lo spazio è stato suddiviso, sulla scorta delle antiche carte, in hortus (orto),
    viridarium (bosco e frutteto) e iardinum domini (giardino del principe) e presenta arredi
    tradizionali, tra i quali spicca la falconara.
    Un richiamo merita anche il giardino dei Principi di Palazzo Cisterna, costituito nel suo primo
    embrione nel 1673, poi rimaneggiato più volte sino al 1859 con un’aiuola centrale ellissoidale ed
    una fontana al centro ed attorno altre aiuole di varie forme, divise da sentieri, che vanno a disegnare
    prati, boschetti e coltivazioni di fiori.
    Il volume è corredato da oltre novanta foto a colori e dagli spartiti di alcuni brani dedicati proprio
    ai giardini del capoluogo piemontese.

    • 3 min
    I fiori del bene

    I fiori del bene

    Le opere di Alessandro Manzoni proposte in questa antologia offrono la possibilità di approfondire temi importanti quali quello della fiducia nella Provvidenza, della storia e della grazia, della morale, parlando anche di cattolicesimo liberale, di amor patrio, di lingua italiana, nonché dell’importanza del romanzo storico per la formazione della coscienza civile. Il tutto, però, declinato secondo una visione edificante della realtà, che, specie di questi tempi, aiuta.

    Manzoni era convinto del fatto che il bene sgorgasse dal bene; bene come fede, devozione, dirittura morale, amore, saggezza, buon senso, carità, ma bene anche come amor di Dio e della famiglia. Le stesse Osservazioni sulla morale cattolica sono totalmente immerse in una concezione filosofica del bene, che si oppone – ed è in grado di farlo! – allo spirito laico, ateo e protestante. Persino la sciagura viene riletta alla luce di quella categoria, tipicamente manzoniana, ch’è la Provvida sventura, già notata nel coro di Ermengarda dell’Adelchi: «Fosti collocata dalla provvida sventura tra gli oppressi».

    • 3 min
    150 - I giardini di Torino. Storia, incontri & leggende nei parchi della città

    150 - I giardini di Torino. Storia, incontri & leggende nei parchi della città

    AUTORI VARI (a cura di Sergio Donna), I giardini di Torino. Storia, incontri & leggende nei parchi della città, Edizioni Inspire Communication, Torino 2021, p. 264, € 26,56 Il testo, curato da Sergio Donna, è suddiviso in oltre sessanta capitoli, ciascuno dedicato ad un giardino ed al suo titolare o ai personaggi storici, che lo hanno frequentato. Il testo è frutto dalle ricerche condotte da un’équipe di nove esperti, accurati nel descrivere le glorie di una città, Torino, che, con oltre 400 tra parchi e giardini, detiene il primato nazionale per estensione e si colloca nei primi 15 posti a livello mondiale.
    Tra gli spazi più significativi la città vanta, ad esempio, i Giardini Reali nella porzione racchiusa dai Bastioni con la fontana delle Nereidi e dei Tritoni: il primo loro impianto risale all’epoca di Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580), mentre importanti modifiche sono intervenute alla fine del Seicento e nel 1886. Presentano eleganti viali geometrici con giochi prospettici e sculture.
    Ma v’è anche il giardino botanico medioevale di palazzo Madama, di cui a partire dal 1402 si ha documentazione scritta: lo spazio è stato suddiviso, sulla scorta delle antiche carte, in hortus (orto), viridarium (bosco e frutteto) e iardinum domini (giardino del principe) e presenta arredi tradizionali, tra i quali spicca la falconara.
    Un richiamo merita anche il giardino dei Principi di Palazzo Cisterna, costituito nel suo primo embrione nel 1673, poi rimaneggiato più volte sino al 1859 con un’aiuola centrale ellissoidale ed una fontana al centro ed attorno altre aiuole di varie forme, divise da sentieri, che vanno a disegnare prati, boschetti e coltivazioni di fiori.
    Il volume è corredato da oltre novanta foto a colori e dagli spartiti di alcuni brani dedicati proprio ai giardini del capoluogo piemontese.

    • 3 min
    149 - Gli zuavi pontifici e i loro nemici

    149 - Gli zuavi pontifici e i loro nemici

    Fu conosciuto come il Battaglione dei Tiragliatori Pontifici: nel 1860 riunì giovani cattolici giunti da ogni angolo d’Europa allo scopo di difendere con le armi la libertà della Chiesa e del Papa Re, rispondendo così all’appello levatosi da numerosi sacerdoti. Nel gennaio 1861 divenne Battaglione degli Zuavi Pontifici, più tardi venne trasformato in Reggimento. 

    La sua storia durò in tutto poco più di dieci anni, vissuti intensamente e ricordati in questo libro, scritto da Francesco Maurizio Di Giovine: rappresenta il primo saggio completo sull’argomento e propone peraltro anche significative testimonianze. Rivivono in queste pagine fatti storici come il tributo di sangue versato dai volontari, che furono vittime di malattie, di incidenti, di agguati, di atti di terrorismo, ma rivivono anche la vita di guarnigione, la lotta al brigantaggio, le opere caritatevoli ed umanitarie, compiute soprattutto durante l’epidemia di colera con i soccorsi apportati alla popolazione del Lazio meridionale; e poi ancora la guerra rivoluzionaria del 1867, infine l’eroica

    difesa di Roma durante l’invasione del settembre 1870. Il volume presenta anche protagonisti dell’epoca quali l’alfiere Alfonso Carlos di Borbone, fratello del Pretendente legittimista al Trono di Spagna Carlo VII.

    • 2 min
    148 - Gli apocrifi dedicati a Maria nella cultura latina dei secoli XIII-XIV

    148 - Gli apocrifi dedicati a Maria nella cultura latina dei secoli XIII-XIV

    Le Edizioni del Galluzzo proseguono la loro opera benemerita, pubblicando per la Fondazione Ezio Franceschini due volumi diversi, ma accomunati da un’attenta ricerca nel campo della letteratura agiografica, dottrinale e liturgica del Medioevo. Il primo volume, curato dal prof. Francesco Santi dell’Università di Bologna, ci mostra come la cultura latina del Medioevo abbia creato figure intellettuali, che sono inaspettatamente al centro della vita intellettuale in riferimento a Maria. 

    Di particolare interesse lo studio di Francesco Vermigli sulla ricezione degli apocrifi nella Leggenda aurea (Antonella Degl’Innocenti) e nelle opere teologiche di san Tommaso d’Aquino e di san Bonaventura (Francesco Vermigli). Altrettanto interessante è l’edizione critica, a cura del prof. Gianpiero Tavolaro, dei cinque sermoni dedicati a san Luigi re di Francia dall’agostiniano Giacomo da Viterbo negli anni dell’episcopato napoletano, tra il 1303 e il 1307. L’importanza di queste prediche risiede nel modello politico, che esse ci offrono del «santo re e glorioso confessore» Luigi IX. «Poiché infatti questo santo ha magnificato Dio, a sua volta è stato magnificato da Dio, poiché Dio, dopo averlo reso grande, ha fissato per sempre la sua grandezza» (p. 63). 

    • 2 min

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