Modem RSI - Radiotelevisione svizzera
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Modem, appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) in onda dal 2000, dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.
Le notizie scorrono veloci, si sviluppano e si perdono, sono abbondanti. Modem, ogni mattina, sceglie e propone un tema di sicuro interesse. Lo racconta con uno stile diverso da quello dell'attualità. Cerca e trova interlocutori di qualità per spiegare e dibattere ciò che è successo e ciò che potrebbe succedere. È la trasmissione che dice i "perché" e aiuta a decodificare gli eventi destinata a tutti gli interessati ad andare oltre la notizia del giorno e che desiderano approfondire in maniera immediata il tema prescelto tramite dibattiti e interviste in diretta, reportage, collegamenti, approfondimenti, schede interne.
Modem offre regolarmente anche delle rubriche.
Modem Evento: una serata-dibattito e di incontro con il pubblico.
Modem Giovani: su argomenti che riguardano direttamente il mondo giovanile con tra gli ospiti anche i ragazzi.
Modem Incontro: non un dibattito, ma un'intervista con un solo ospite.
Una puntata al giorno, alle 08.30, per 5 giorni la settimana, da settembre a metà giugno.
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Ruanda, welcome home?
“Voglio fermare i barconi che attraversano la Manica. Le persone devono sapere che se vengono nel nostro Paese illegalmente verranno rimosse”. Il premier britannico Rishi Sunak così giustifica la controversa legge approvata ieri notte dal parlamento di Westminster. Consentirà a Londra di trasferire in Ruanda quote di richiedenti l’asilo immigrati illegalmente nel Regno Unito delegando a Kigali la facoltà di pronunciarsi sul loro diritto all’asilo e che in Gran Bretagna, comunque vada, non torneranno. La misura, proposta inizialmente nel 2022 dall’allora premier Boris Johnson, era già stata bocciata, in precedenti versioni, dalla Corte europea dei diritti umani e dalla Corte suprema britannica. La versione approvata ieri notte ha suscitato le dure critiche di rappresentanti del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite, che temono il mancato rispetto dei diritti dei migranti e che in essa vedono una minaccia all’indipendenza dei tribunali.
Ne discutiamo con:
Nicol degli Innocenti, corrispondente da Londra per il Sole 24 Ore
Martina Caroni, professoressa di diritto pubblico e internazionale all’Università di Lucerna, esperta di diritto della migrazione
Leila Belhadj Mohamed, giornalista freelance e podcaster di migrazioni e geopolitica dell’Africa
In intervista registrata la reazione delle consigliere nazionali Greta Gysin (Verdi) e Barbara Steinemann (UDC) -
Scuola dell’obbligo fra cantieri e risparmi
Era il 2 aprile del 2023: poco più di un anno fa Marina Carobbio è stata eletta in Consiglio di Stato, ereditando dal suo predecessore il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). Sono passati 12 mesi ed è – soprattutto – passato un Preventivo, quello dei conti del Cantone del 2024 - che ha spinto molti dipendenti pubblici, tra i quali anche molti docenti, a scendere in piazza, mobilitarsi, per opporsi a una serie di misure di risparmio che li toccano direttamente. Contro alcune di queste è peraltro pendente un ricorso al Tribunale federale.
Nella nostra discussione, partiamo da qui, da come il Governo – e il DECS in particolare – stanno implementando alcune di queste misure. Pensiamo alla non sostituzione, nella misura del 20%, del personale partente… E poi vedremo di capire com’è stato per Marina Carobbio - l’unica donna ed esponente di sinistra - questo primo anno in Governo, e quali sono i principali cantieri che ha portato avanti, aperto o che si prepara ad aprire. Tra questi: il superamento dei livelli, l’anticipazione dell’insegnamento del tedesco in prima media, la risposta all’aumento del disagio mentale fra i giovani, la nuova Legge sulla scuola dell’obbligo…
A Modem ne parliamo con:
Marina Carobbio, direttrice del DECS;
Katya Cometta, presidente dell’Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni;
Aron Piezzi, deputato PLR, presidente della Commissione Formazione e Cultura del Gran Consiglio.
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay. -
Un Paese, troppe lingue?
Come sta il plurilinguismo elvetico in un contesto in cui l’inglese si sta sempre più diffondendo nella quotidianità di chi vive nel nostro Paese. Un recente studio pubblicato dall’Ufficio federale di statistica ci dice che in alcune realtà l’inglese è ormai diventata la seconda lingua più utilizzata, succede in particolare in diversi settori economici e nelle università. Un’anglicizzazione in continua crescita, sospinta anche dalla diffusione dei social media e di piattaforme televisive come Netflix. Non per nulla la diffusione dell’inglese si fa sentire in particolare tra le giovani generazioni, anche a scapito delle lingue nazionali. Cosa significa tutto questo per la coabitazione tra i diversi idiomi del nostro Paese? E come riuscire, anche in futuro, a vivere questa pluralità linguistica come una ricchezza, e non come un fardello che ereditiamo dalla nostra storia? Interrogativi che affronteremo con:
Till Burckhardt, dottorando all’Osservatorio Economia, lingue e lavoro presso l’università di GinevraVerio Pini, presidente di Coscienza SvizzeraOliviero Pesenti, presidente Associazione Industrie TicinesiMonica Duca Widmer, presidente Università della Svizzera italiana (intervista registrata) -
India alle urne
Le elezioni si aprono ufficialmente oggi e la fase di scrutinio durerà per 44 giorni e si tratta delle elezioni con il maggior numero di votanti al mondo (oltre 950milioni), e con ogni probabilità anche il numero di seggi è da record (circa un milione). Stiamo parlando dell’India chiamata ad eleggere i 543 membri del parlamento. Tutti i sondaggi danno largamente in vantaggio il partito di governo, il BJP del primo ministro Narendra Modi – l’uomo forte dell’India, qualcuno lo ha definito il leader più carismatico del mondo – e che si prepara dunque al suo terzo mandato.
Le sue politiche stanno trasformando e sviluppando quella che viene definita “la più grande democrazia del mondo” ma che non nasconde anche lati oscuri e contraddizioni, su tutti il il legame sempre più stretto tra politica e religione.
Con un’economia dinamica e in crescita, si stima che entro il 2030 l’India sarà al terzo posto tra le potenze mondiali dopo Stati Uniti e Cina. Al primo posto svetta già per demografia con 1,4 miliardi di abitanti (superata la Cina ad inizio 2023) e con un’età media di poco più di 28 anni, il che significa che la popolazione in età lavorativa è destinata ad espandersi nel corso dei prossimi decenni, al contrario della Cina appunto. E proprio in relazione anche all’ingombrante vicino cinese è interessante guardare all’India che è stata definita “amica di tutti e alleata di nessuno”.
Per cercare di capire questo enorme paese e quanto sta dietro a queste elezioni ne parliamo con:
Chiara Reid, giornalista e collaboratrice RSI da MumbaiEmanuela Mangiarotti, docente di Storia dell’india e del Sud Est Asiatico all’Università di PaviaIvo Coelo, prete salesiano di Don Bosco, nato e cresciuto in India, membro del Consiglio generale dei Salesiani, congregazione molto attiva nel paese in ambito soprattutto scolastico e di protezione dell’infanzia -
Generazioni senza tabacco
Il Regno Unito ha fatto una scelta radicale: niente più vendita di tabacco a chi oggi ha meno di 15 anni. Divieto valido per sempre, anche quando il 15.enne invecchierà. E così di anno in anno, fino ad avere una generazione, poi due, poi i sudditi tutti, liberi dal tabacco. Altri paesi al mondo hanno adottato restrizioni anche severissime per tentare di ridurre se non far sparire il fenomeno della dipendenza dai prodotti del tabacco. In questi giorni, a Torino fa discutere la decisione di imporre 5 metri di distanza a chi vuole fumare all’aperto: 5 metri da qualunque altra persona, salvo esplicito consenso.
E in Svizzera? Misure di questo tipo sarebbero immaginabili? Ce ne sono altre considerate più efficaci? Per il momento la politica (federale) è ferma: non è passata nemmeno l’applicazione cosiddetta soft del divieto alla pubblicità sul tabacco rivolta ai giovani, divieto accettato dal popolo. Tutta colpa della “lobby del tabacco”? Della voglia di libertà, anche se nociva?
Ne discutiamo a Modem con:
· MATTEA DAVID – consigliera comunale e granconsigliera PS
· ALEX FARINELLI – consigliere nazionale PLR TI
· JACQUES-PHILIPPE BLANC – medico, membro della Lega polmonare -
Neutralità e sanzioni
La Svizzera sta facendo abbastanza per applicare le sanzioni europee contro la Russia in risposta all’aggressione dell’Ucraina? Sta facendo abbastanza per stanare e congelare i beni degli oligarchi russi colpiti da queste sanzioni? L’interrogativo torna mercoledì sui banchi del Consiglio nazionale. Una mozione della deputata sangallese dei Verdi Franziska Ryser chiede che la Svizzera aderisca formalmente alla Task Force Internazionale messa in piedi dal G7 (le principali economie occidentali) per applicare pienamente le sanzioni. Problema: per il Consiglio federale una simile adesione costituirebbe un nuovo serio problema per la neutralità.
Ne discutiamo a Modem con:
Greta Gysin, consigliera nazionale Verdi
Simone Gianini, consigliere nazionale PLR
Emanuele Stauffer, avvocato esperto di diritto bancario ed ex procuratore pubblico
Intervista registrata a Piero Marchesi, consigliere nazionale UDC
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
Kundenrezensionen
Molto interessante & ben fatto
Consiglio a tutti di seguire gli approfondimenti di Modem
Mancano le descrizioni delle puntate
E a volte dal titolo non si capisce l’argomento. Se le aggiungete il mio voto salirà. Grazie
Argomenti interessanti ma capita non di rado che le puntate vengano troncate a metà e pur segnalando non vengono ‘aggiustate’
Ottimo podcast
Per rimanere sempre informati sui fatti di attualità