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Gomme Ep. 8: Il rallye dove non arrivò nessuno: Bandama 1972 Gomme

    • Rund ums Auto

Non arrivò nessuno dei 45 equipaggi al via, gli organizzatori volevano fare il rallye più duro di sempre e ci sono riusciti: è l'International Bandama Rallye del 1972, in Costa D'Avorio.

Il testo del Podcast:

Quando introducevo qualche giovane volenteroso alla nobile arte della navigazione rally le prime tre cose che gli ficcavo in testa erarno 1 il navigatore non ti fa vincere la gara ma te la può far perdere 2 il rally si vince sulla pedana d’arrivo e 3 “bisogna Superare gli ostacoli incontrati lungo il percorso di propria iniziativa”,
questa terza regola adesso nei regolamenti ufficiali dei rallyes non c’è più, ma ai miei tempi era stata quella che mi aveva fatto innamorare dei rallyes che per me sono quelli su terra, quelli più lunghi e duri come l’East African Safari, la Parigi Dakar, la Abidjan Nizza. Gare che schieravano i team ufficiali e i migliori piloti, ma che ogni tanto però anche quelli dovevano scendere dalla macchina per spingere, scavare o fare una riparazione di emergenza, rischiare la rapina o tirar fuori il machete per liberare la strada dalla vegetazione.
Però il più massacrante leggendario e incredibile di questi rallyes resterà per sempre il Bandama Rally del 1972.
La gara era organizzata dal visionario e maledetto Jean-Claude Bernard un francese con la faccia di Cesare Ragazzi e il fisico da rugbista, Bernard si mette in testa di realizzare un rally africano più duro e selettivo dell’East African Safari .
Per la edizione del 1972 aveva stabilito che i nei 4mila kilometri non stop una media di 100 km all’ora, una media impossibile da tenere sulle comode prove speciali europee, ma completamente folle in Costa d’Avorio, dove le strade praticamente non esistono.
Il cronista di Autosprint Joubert, iscritto alla gara con una renault 16ts ne parla così: Non so cosa volessero dimostrare gli organizzatori, bastava una foratura e rischiavi di finire fuori tempo massimo, in condizioni climatiche e di fondo impossibili, non avevo mai visto nulla del genere

alla partenza ci sono già dei problemi alcuni esperti del posto avevano messo in guardia gli equipaggi, pare che vicino al confine con il Ghana ci siano delle tribù che quando muore il loro capo devono raccogliere sette teste umane per proteggersi dagli spiriti malvagi, era appena morto un capo, quelli quando scende la notte escono a caccia, e buona parte della gara si svolge di notte
La corsa parte lo stesso nel pomeriggio del 28 Dicembre, il Bandama rally è alla terza edizione e il mercato africano fa gola, e così alla partenza ci sono gli squadroni delle case come Peugeot CON 10 MACCHINE ufficiali , renault con 8, quattro Datsun, tre Citroen con in più una inedita versione coupè della DS, e poi ci sono BMW, Fiat, Porsche e altre.
Comunque anche senza i cacciatori di teste la gara è un massacro, le prime due tappe sono 1500 km in una nuvola di polvere e umidità irrespirabile, le buche e i sassi fanno fuori metà dei concorrenti con una strage di ammortizzatori scatole sterzo e supporti motore, sono eliminati piloti del calibro di Makinen, Beltoise, Mikkola, Pescarolo, Guichet.
Alla fine della terza tappa arriva una prima botta di pioggia che trasforma la jungla in fangaia e riescono a uscire intieri solamente tre macchine sulle 45 che erano schierate in partenza : son gli equipaggi Fall Flocon sulla peugeot 504, con soli 54 secondi di ritardo da Mehta Dawson su Datsun 1600sss mentre segue con 1 ora e mezzo di ritardo Karam Mitri anche lui su datsun, sono gente dura, specialisti abituati ad arrivare in fondo alle gare peggiori
I tre superstiti partono per la quarta tappa mentre scende la seconda notte del rally nella jungla, ma non c’è pace: arriva subito un tifone che allaga tutto, la Datsun di Karam Mitri rompe subito e si ritira mentre le fangaie si trasformano in fiumi. La Peugeot di Fall tira fuori Metha dal fango con una corda, e decidono di...

Non arrivò nessuno dei 45 equipaggi al via, gli organizzatori volevano fare il rallye più duro di sempre e ci sono riusciti: è l'International Bandama Rallye del 1972, in Costa D'Avorio.

Il testo del Podcast:

Quando introducevo qualche giovane volenteroso alla nobile arte della navigazione rally le prime tre cose che gli ficcavo in testa erarno 1 il navigatore non ti fa vincere la gara ma te la può far perdere 2 il rally si vince sulla pedana d’arrivo e 3 “bisogna Superare gli ostacoli incontrati lungo il percorso di propria iniziativa”,
questa terza regola adesso nei regolamenti ufficiali dei rallyes non c’è più, ma ai miei tempi era stata quella che mi aveva fatto innamorare dei rallyes che per me sono quelli su terra, quelli più lunghi e duri come l’East African Safari, la Parigi Dakar, la Abidjan Nizza. Gare che schieravano i team ufficiali e i migliori piloti, ma che ogni tanto però anche quelli dovevano scendere dalla macchina per spingere, scavare o fare una riparazione di emergenza, rischiare la rapina o tirar fuori il machete per liberare la strada dalla vegetazione.
Però il più massacrante leggendario e incredibile di questi rallyes resterà per sempre il Bandama Rally del 1972.
La gara era organizzata dal visionario e maledetto Jean-Claude Bernard un francese con la faccia di Cesare Ragazzi e il fisico da rugbista, Bernard si mette in testa di realizzare un rally africano più duro e selettivo dell’East African Safari .
Per la edizione del 1972 aveva stabilito che i nei 4mila kilometri non stop una media di 100 km all’ora, una media impossibile da tenere sulle comode prove speciali europee, ma completamente folle in Costa d’Avorio, dove le strade praticamente non esistono.
Il cronista di Autosprint Joubert, iscritto alla gara con una renault 16ts ne parla così: Non so cosa volessero dimostrare gli organizzatori, bastava una foratura e rischiavi di finire fuori tempo massimo, in condizioni climatiche e di fondo impossibili, non avevo mai visto nulla del genere

alla partenza ci sono già dei problemi alcuni esperti del posto avevano messo in guardia gli equipaggi, pare che vicino al confine con il Ghana ci siano delle tribù che quando muore il loro capo devono raccogliere sette teste umane per proteggersi dagli spiriti malvagi, era appena morto un capo, quelli quando scende la notte escono a caccia, e buona parte della gara si svolge di notte
La corsa parte lo stesso nel pomeriggio del 28 Dicembre, il Bandama rally è alla terza edizione e il mercato africano fa gola, e così alla partenza ci sono gli squadroni delle case come Peugeot CON 10 MACCHINE ufficiali , renault con 8, quattro Datsun, tre Citroen con in più una inedita versione coupè della DS, e poi ci sono BMW, Fiat, Porsche e altre.
Comunque anche senza i cacciatori di teste la gara è un massacro, le prime due tappe sono 1500 km in una nuvola di polvere e umidità irrespirabile, le buche e i sassi fanno fuori metà dei concorrenti con una strage di ammortizzatori scatole sterzo e supporti motore, sono eliminati piloti del calibro di Makinen, Beltoise, Mikkola, Pescarolo, Guichet.
Alla fine della terza tappa arriva una prima botta di pioggia che trasforma la jungla in fangaia e riescono a uscire intieri solamente tre macchine sulle 45 che erano schierate in partenza : son gli equipaggi Fall Flocon sulla peugeot 504, con soli 54 secondi di ritardo da Mehta Dawson su Datsun 1600sss mentre segue con 1 ora e mezzo di ritardo Karam Mitri anche lui su datsun, sono gente dura, specialisti abituati ad arrivare in fondo alle gare peggiori
I tre superstiti partono per la quarta tappa mentre scende la seconda notte del rally nella jungla, ma non c’è pace: arriva subito un tifone che allaga tutto, la Datsun di Karam Mitri rompe subito e si ritira mentre le fangaie si trasformano in fiumi. La Peugeot di Fall tira fuori Metha dal fango con una corda, e decidono di...

7 Min.