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Apple Advertising e First Party data: strategie per la prossima era dell 'Advertising dataMesh Podcast

    • Marketing

Apple si è auto nominata paladina della privacy presentando tecnologie per difendere i dati personali dell’utente (App Tracking Prevention e Intelligent Tracking prevention) ma è stata criticata: da un lato blocca l’advertising di terze parti con le sue tecnologie e dall’altro entra nel mondo dell’advertising, dove il rispetto della privacy non è il faro guida. È veramente questa la situazione, oppure possiamo trarre ispirazione dalla strategia di Cupertino?
Breve Cronistoria
Apple entra nel mondo dell’advertising nel 2010 presentando iAd dopo aver acquistato all’inizio dello stesso anno Quattro Wirelless per 275 milioni di dollari.L’esperienza di iAd fu disastrosa e il progetto fu chiuso in soli 6 anni, per spostare l’esperienza fatta su Apple Search Ads.Nel Agosto 2022 viene aperta la ricerca di personale per la creazione di “the most privacy-forward, sophisticated demand side platform possible”, e nello stesso mese viene registrata un presenza straordinaria di Apple a Cannes l’evento più importante dell’advertising. Infine ad Ottobre 2022 l’azienda aumenta di numero le posizioni pubblicitarie all’interno del App Store.
Le attività di Apple hanno generato titoli da click baiting Cupertino entra nel mondo del advertising.
Apple è nel mondo del advertising da 12 anni.
L’ecosistema Apple
Sono passati 6 anni da quando Apple ha stabilizzato la sua piattaforma di advertising: per il mondo della tecnologia un’era geologica. Nel mentre l’ecosistema dell’azienda si è ampliato:
* TV+ presentato a fine 2019,
* Fitness+ presentato a fine 2021,
* iTunes confluito nella app Apple Music nel 2021
* App Store è un lontano parente della prima versione lanciata nel 2008, ora è organizzato con tematiche ed esteso a Mac OS X
* Apple Arcade disponibile per iOS, iPadOS, Apple TV.
* In questi mesi l’azienda ha annunciato che trasmetterà in streaming le partite di Baseball e di Soccer
Apple deve rivoluzionare la sua piattaforma di advertising se vuole competere con NetFlix, Amazon PriveVideo, Disney+, Paramount+, ecc. perché tutte stanno proponendo o pianificando abbonamenti scontati grazie alla pubblicità. Perché stupirsi se Apple assume talenti per creare la sua DSP?La risposta più veloce a questa domanda: l’advertising non rispetta la privacy.
Apple è famosa per essere disruptive quando entra in un mercato e difficilmente sbaglia due volte un progetto, ma può una piattaforma di advertising preservare la privacy dell’utente? Per capirlo dobbiamo prima di tutto capire cosa sia la privacy.
Che cos’é la privacy?
Spesso diamo per scontato che la privacy sia un concetto universale, ma, semplificando, oggi possiamo parlare di due visioni codificate di privacy:
* La visione legale prevede nelle varie legislazioni la possibilità da parte dell’utente di scegliere se i sui dati personali vengano o meno raccolti, archiviati e analizzati dalle aziende con cui entra in contatto
* Lato Tech la privacy è l’impossibilità da parte di qualsiasi azienda di poter incrociare i dati comportamentali dell’utente tra le proprie proprietà digitali e quelle di terzi. Tradotta in modo più semplice: l’impossibilità che esista un identificativo univoco che permetta di raccogliere le azioni di un singolo utente come i 3rdparty cookie e i Mobile Advertising IDentifier (MAID)
Sono due visioni diametralmente opposte, vivono vite parallele ed entrano in contatto solo per il consenso utente, ma appaiono simili a molti perché raccolte sotto il cappello “Privacy utente”.
Apple non vuole impedire di raccogliere informazioni relative al comportamento utenti fatte sulle proprietà digitali dell’azienda (i famosi First Party Data), ma combatte la possibilità di unire quei dati con elementi esterni all’insaputa dell’utente stesso. Cookie di Terza parte e Mobile Advertising ID sono identificativi utente molto facili da ottenere e archiviare. Essi permettono di ricostruire la storia online e

Apple si è auto nominata paladina della privacy presentando tecnologie per difendere i dati personali dell’utente (App Tracking Prevention e Intelligent Tracking prevention) ma è stata criticata: da un lato blocca l’advertising di terze parti con le sue tecnologie e dall’altro entra nel mondo dell’advertising, dove il rispetto della privacy non è il faro guida. È veramente questa la situazione, oppure possiamo trarre ispirazione dalla strategia di Cupertino?
Breve Cronistoria
Apple entra nel mondo dell’advertising nel 2010 presentando iAd dopo aver acquistato all’inizio dello stesso anno Quattro Wirelless per 275 milioni di dollari.L’esperienza di iAd fu disastrosa e il progetto fu chiuso in soli 6 anni, per spostare l’esperienza fatta su Apple Search Ads.Nel Agosto 2022 viene aperta la ricerca di personale per la creazione di “the most privacy-forward, sophisticated demand side platform possible”, e nello stesso mese viene registrata un presenza straordinaria di Apple a Cannes l’evento più importante dell’advertising. Infine ad Ottobre 2022 l’azienda aumenta di numero le posizioni pubblicitarie all’interno del App Store.
Le attività di Apple hanno generato titoli da click baiting Cupertino entra nel mondo del advertising.
Apple è nel mondo del advertising da 12 anni.
L’ecosistema Apple
Sono passati 6 anni da quando Apple ha stabilizzato la sua piattaforma di advertising: per il mondo della tecnologia un’era geologica. Nel mentre l’ecosistema dell’azienda si è ampliato:
* TV+ presentato a fine 2019,
* Fitness+ presentato a fine 2021,
* iTunes confluito nella app Apple Music nel 2021
* App Store è un lontano parente della prima versione lanciata nel 2008, ora è organizzato con tematiche ed esteso a Mac OS X
* Apple Arcade disponibile per iOS, iPadOS, Apple TV.
* In questi mesi l’azienda ha annunciato che trasmetterà in streaming le partite di Baseball e di Soccer
Apple deve rivoluzionare la sua piattaforma di advertising se vuole competere con NetFlix, Amazon PriveVideo, Disney+, Paramount+, ecc. perché tutte stanno proponendo o pianificando abbonamenti scontati grazie alla pubblicità. Perché stupirsi se Apple assume talenti per creare la sua DSP?La risposta più veloce a questa domanda: l’advertising non rispetta la privacy.
Apple è famosa per essere disruptive quando entra in un mercato e difficilmente sbaglia due volte un progetto, ma può una piattaforma di advertising preservare la privacy dell’utente? Per capirlo dobbiamo prima di tutto capire cosa sia la privacy.
Che cos’é la privacy?
Spesso diamo per scontato che la privacy sia un concetto universale, ma, semplificando, oggi possiamo parlare di due visioni codificate di privacy:
* La visione legale prevede nelle varie legislazioni la possibilità da parte dell’utente di scegliere se i sui dati personali vengano o meno raccolti, archiviati e analizzati dalle aziende con cui entra in contatto
* Lato Tech la privacy è l’impossibilità da parte di qualsiasi azienda di poter incrociare i dati comportamentali dell’utente tra le proprie proprietà digitali e quelle di terzi. Tradotta in modo più semplice: l’impossibilità che esista un identificativo univoco che permetta di raccogliere le azioni di un singolo utente come i 3rdparty cookie e i Mobile Advertising IDentifier (MAID)
Sono due visioni diametralmente opposte, vivono vite parallele ed entrano in contatto solo per il consenso utente, ma appaiono simili a molti perché raccolte sotto il cappello “Privacy utente”.
Apple non vuole impedire di raccogliere informazioni relative al comportamento utenti fatte sulle proprietà digitali dell’azienda (i famosi First Party Data), ma combatte la possibilità di unire quei dati con elementi esterni all’insaputa dell’utente stesso. Cookie di Terza parte e Mobile Advertising ID sono identificativi utente molto facili da ottenere e archiviare. Essi permettono di ricostruire la storia online e

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