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Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

Laser RSI - Radiotelevisione svizzera

    • News

Laser è un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologico. I registri comprendono interviste, reportage, documentari, incontri biografici. Spazia dal locale all’internazionale, da tematiche accademiche a questioni di vita quotidiana. Presta particolare attenzione alla forma radiofonica, all’abbinamento di contenuti di sostanza con uno stile divulgativo. È il magazine di riferimento della Rete Due per réportages e documentari.

    Vladimir Kara-Murza

    Vladimir Kara-Murza

    Il giornalista e attivista russo Vladimir Kara-Murza, collaboratore del Washington Post, è tra i vincitori del prestigioso premio giornalistico Pulitzer 2024, per la categoria Commentary (Opinioni) per gli articoli scritti dalla sua cella nel carcere di Mosca, condannato a 25 anni con l’accusa di “alto” tradimento per aver criticato il Cremlino, denunciando i crimini commessi da Putin con l’invasione dell’Ucraina, e aver diffuso notizie “false” sulle forze armate russe. Sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2017, ha ricevuto il premio Pulitzer “per i suoi appassionati articoli scritti con grande rischio personale, mettendo in guardia dalle conseguenze del dissenso nella Russia di Vladimir Putin e insistendo su un futuro democratico per il suo Paese”. 

    • 21 min
    Inclusione non è solo una parola

    Inclusione non è solo una parola

    Tra pochi giorni, il 15 maggio prossimo, ricorrono i 10 anni dalla ratifica in Svizzera della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Cosa è stato fatto in questi 10 anni per promuovere e valorizzare l’inclusione? Nel 2022 Il rapporto della commissione chiamata a valutare il rispetto della convenzione ONU e la sua implementazione ha messo in evidenza numerose criticità. Segno che il lavoro da fare in questo ambito è ancora molto. Ma in realtà tante piccole azioni, tanti piccoli passi si sono mossi e continuano a farlo verso un modo di vivere più inclusivo, anche nel nostro paese.
    In questo documentario Valentina Grignoli va alla scoperta di due realtà presenti sul nostro territorio, l’associazione Atgabbes (associazione ticinese di genitori ed amici dei bambini bisognosi di educazione speciale) e la fondazione Ares (autismo risorse e sviluppo), che si impegnano quotidianamente a favore di una società protagonista nella co-costruzione di un cambiamento che possa andare a vantaggio di tutti. Iniziative, progetti e azioni concrete che forse non tutti conoscono ma che vale la pena mettere in luce.
    Diverse le voci che compongono il documentario, c’è chi coordina le associazioni e chi è attivo sul campo, chi studia proposte concrete per il futuro, chi avvicina i bambini alla tematica, ma soprattutto ci sono tanti cittadini con disabilità per i quali l’inclusione non deve essere solo una parola.
    Con la collaborazione di Ludovica Müller di Atgabbes e Rosy Pozzi di Ares.

    • 27 min
    Torino e gli invincibili

    Torino e gli invincibili

    Sono ricordati per i risultati sportivi raggiunti e per la tragica fine che ha segnato le loro vite. Domani, 4 maggio, si commemora il 75esimo anniversario dell’incidente aereo nel quale morirono tutti i giocatori della squadra di calcio del Torino, nel 1949.
    Durante la fase di atterraggio, il velivolo che riportava a Torino squadra, dirigenti e giornalisti dopo una partita amichevole in Portogallo, si schiantò contro il terrapieno della basilica di Superga.
    Quasi tutta la formazione “granata” vestiva anche la maglia azzurra della nazionale, ma soprattutto le vittorie in campionato contribuivano a fare rinascere una città, Torino, devastata dalla seconda guerra mondiale. Dopo il conflitto, oltre metà delle abitazioni erano inagibili, il settore industriale in ginocchio ed era scomparsa all’improvviso l’identità che a lungo aveva legato la città alla monarchia sabauda.
    La squadra degli “invincibili”, come saranno chiamati i calciatori dopo l’incidente aereo, restituiva speranza e dignità. I loro nomi saranno letti al memoriale allestito a Superga, davanti ad una folla di circa 50 mila persone molte delle quali avranno raggiunto la sommità della collina a piedi da Torino, e sarà ricordato anche il ruolo che la Svizzera ebbe nella nascita e nei primi successi della squadra.

    • 27 min
    Alla scoperta dell’oro rosso

    Alla scoperta dell’oro rosso

    Il corallo stava e sta, anche se sempre meno, dov’è “profondo il mare”. A scoprirne la bellezza furono i greci e i romani, ma a farne un affare fu un marsigliese, Paolo Bartolomeo Martin, che nel 1805 fece di Torre del Greco la sua capitale. Nella cittadina vesuviana dove arrivava, trasportato dalle imbarcazioni chiamate coralline, riuscì a generare un artigianato unico al mondo e vivo ancora oggi, nonostante se ne raccolga, soprattutto nel Mar Mediterraneo, molto meno grazie alle immersioni di poche decine di sommozzatori che hanno sostituito le coralline con le loro reti distruttive. La storia e il presente dell’oro rosso é narrata in questo Laser da due corallari di Torre del Greco e da un professore di zoologia dell’università di Napoli.

    • 26 min
    Bruno Bozzetto

    Bruno Bozzetto

    ®
    Bruno Bozzetto, classe 1938, con una carriera lunga sessant’anni, è un animatore, sceneggiatore e regista noto anche per il suo umorismo satirico e il suo stile distintivo. Autore di film animati di successo, non nasconde il suo amore verso la natura e gli animali.
    Il suo ultimo cortometraggio si intitola “Sapiens?” e tratta il tema dell’uomo distruttivo verso la natura, che maltratta gli animali ed è continuamente confrontato con la guerra. Ma dove si può ritrovare la sapienza dell’uomo? Gli unici rimedi per sopperire all’umanità che fa danni sono – ha detto Bruno Bozzetto a Lina Simoneschi Finocchiaro che lo ha intervistato - l’educazione la cultura. E se gli chiedi come si descriverebbe in due parole, la sua risposta è: Il signor Bozzetto è un uomo curioso, e la curiosità mantiene giovani.
    Prima emissione: 18 gennaio 2024

    • 27 min
    Scrittura operaia

    Scrittura operaia

    A partire dagli anni ’90, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si era diffusa un po’ ovunque l’idea che la classe operaia fosse definitivamente morta. Molti intellettuali hanno prodotto articoli, libri e ricerche sostenendo che il peso della “working class” nella società europea si era notevolmente ridotto, diventando una forza irrilevante, o avesse addirittura cessato di esistere.Ma in anni recenti il concetto stesso di fabbrica si è esteso ovunque. Le città sono percorse ormai da un esercito di trasportatori, rider, camerieri, badanti, impiegati delle pulizie, telefoniste dei call center. Ma anche insegnanti, segretari, correttori di bozze, infermieri, che si trovano spesso a sopravvivere grazie a uno stipendio precario. Un mondo che ha ritrovato a poco a poco anche una sua rappresentazione attraverso la cultura. In un’epoca in cui l’industria tradizionale è stata in parte soppiantata dalla delocalizzazione e da nuove forme di sfruttamento, la letteratura operaia che aveva avuto grande successo tra gli anni ‘50 e ‘80 del XX secolo, ha trovato nuova linfa vitale, iniziando a essere definita come tale anche dalle riviste culturali specializzate, e la classe operaia ha cominciato a riprendere forza nell’immaginario collettivo. A confermarcelo è stata la seconda edizione del festival di letteratura working class, una rassegna che si è svolta agli inizi di aprile alle porte di Firenze e ha avuto un successo straordinario, con cinquemila partecipanti e cinquanta relatori da sette paesi diversi.

    • 25 min

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