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La Tv esige un solo atto di coraggio: quello di spegnerla!

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La Tv esige un solo atto di coraggio: quello di spegnerla!

    Attrice pornografica si converte al cattolicesimo

    Attrice pornografica si converte al cattolicesimo

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7758

    ''ATTRICE'' PORNOGRAFICA SI CONVERTE AL CATTOLICESIMO di Paola Belletti
    «Il perdono e la misericordia di Dio sono reali. Se qualcuno distrutto e peccatore come me può essere redento e convertito, non c'è dubbio che anche chiunque legga questo possa essere salvato dalla Sua divina misericordia». Sono alcune delle parole che Bree Solstad ha "fissato in alto" nel suo account X. Fissate a fondo nella sua anima, come racconta lei stessa, sono le parole di misericordia che ha non solo ricevuto, ma effettivamente incontrato vive nella Chiesa cattolica fino al punto da desiderare, chiedere e ottenere di essere accolta tra le sue braccia materne. Sì, si tratta di un'altra storia di conversione e come tale è miracolosa.
    Ogni conversione è una sorta di personale apocalisse che ci rivela a noi stessi, mostrandoci l'orrore del peccato e la vastità della nostra miseria insieme alla vittoria definitiva di Cristo sulla radice di ogni male. La storia di questa giovane donna ha però qualcosa che può colpire ancora di più per il fatto che lo stile di vita che ha deciso di abbandonare definitivamente è legato a doppio filo con la pornografia: attrice e produttrice di successo, poteva contare sulla ricchezza e gli agi che le garantiva il work sex. Spazzatura, alla fine. Di questo si è resa conto durante un viaggio in Italia. Dio abita volentieri in Italia, potremmo dirci con baldanzosa umiltà, echeggiando il titolo dell'ultimo libro di Antonio Socci.
    UN AMORE MAI SPERIMENTATO
    E così, conquistata da un amore che non aveva mai sperimentato prima e consolata finalmente dalla Presenza di qualcuno che poteva guardarla con benevolenza infinita nonostante tutto il suo male, ha chiesto di diventare cattolica: il Mercoledì della Ceneri si è confessata per la prima volta e durante la Settimana Santa ha ricevuto la sua prima comunione. Come riportano ACI Prensa e Infocatolica, la svolta è avvenuta lo scorso anno: «Nel 2023 ha viaggiato in Italia, e nelle chiese vedeva sempre il crocifisso. Ma a Sorrento cominciò a vedere l'immagine della Vergine ovunque: "Sentivo che Maria mi stava chiamando in un modo molto particolare. Ogni volta che entravo in una chiesa la cercavo, potevo davvero sentire la sua presenza. Volevo salutarla e chiederle aiuto per superare la tragedia che ho sofferto"». Si riferisce a un fatto doloroso, che non ha specificato, avvenuto durante il periodo universitario e che ha contribuito ad allontanarla ancora di più dalla fede in Dio e a indurla al vizio. La giovane infatti è stata battezzata da bambina nella chiesa luterana e fino a quel momento si era definita almeno nominalmente cristiana.
    Nei momenti salienti della conversione di Bree vediamo i tratti distintivi della vita del credente: il disgusto per il proprio peccato, il desiderio di abbandonare definitivamente il male e la presenza costante di Maria, come colei che ci porta concretamente Cristo. E' bello dunque notare che la giovane convertita ha voluto annunciare sui social la decisione di abbandonare la pornografia e ogni forma di peccato proprio il 1° gennaio, festa della Santa Madre di Dio. «In Assisi, "sono rimasta colpita da San Francesco ma Santa Chiara mi ha commosso fino alle lacrime. Mi sono inginocchiato davanti alla sua tomba e gli ho chiesto aiuto. L'ho sentita presente e ho sentito che mi stava dicendo che avrei preso tutto il mio dolore e la mia ansia per darli a Dio", ha raccontato ad ACI Prensa.»
    DIO TI AMA, AMA PROPRIO TE
    Che gioia accorgersi che c'è qualcuno di così grande e buono in grado di toglierci di dosso tutto quel peso; una volta fatta questa scoperta difficile restare a contendersi carrube con i maiali. Bree è cambiata e da quel momento non le è più stato possibile tornare a fare quel che faceva e le dava ricchezza e potere, ne...

    • 7 min
    Sister Boniface, l'investigatrice del mistero che smaschera il male

    Sister Boniface, l'investigatrice del mistero che smaschera il male

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7733

    SISTER BONIFACE, L'INVESTIGATRICE DEL MISTERO CHE SMASCHERA IL MALE di Paolo Gulisano
    Arriva in Italia su Rai 1 la serie televisiva Le indagini di Sister Boniface, prodotta dal 2022 dalla BBC e BritBox con il titolo originale di Sister Boniface's Mysteries. Nell'Inghilterra degli anni Sessanta, la protagonista che dà il titolo alla serie è sorella Boniface, una suora cattolica del convento di St. Vincent situato nell'immaginaria città di Great Slaughter, collocata nelle Midlands, nel cuore della vecchia Inghilterra rurale.
    La scelta di non tradurre il nome lasciando l'originale inglese può far sorridere, immaginando l'imbarazzo dei produttori in tempi di ipersensibilità sui temi della parità di genere. Boniface infatti significa Bonifacio, e un tempo era normale che nel mondo anglosassone le suore prendessero come nome da religiosa anche nomi maschili, con riferimento a santi particolarmente significativi. In questo caso, san Bonifacio era un monaco benedettino inglese, vissuto tra settimo e ottavo secolo, che fu il principale evangelizzatore della Germania e morì martire per mano dei pagani.
    Sister Boniface è una religiosa che oltre a compiere i propri doveri nella vita del convento, tra Ora e Labora (in tal senso si occupa di produrre vino) possiede un dottorato in scienze forensi che le dà le competenze per collaborare con la polizia locale in qualità di consulente della polizia locale.
    Molto spesso le fiction con presenza di sacerdoti e suore, lasciano abbastanza a desiderare da un punto di vista dell'ortodossia dottrinale. Il punto più basso venne raggiunto col grottesco Sister Act.
    SPIN OFF DI PADRE BROWN
    Sister Boniface è ben altro, fortunatamente. Nasce come spin off della serie dei Racconti di Padre Brown, con Mark Williams nella parte del sacerdote detective creato da Chesterton. Suor Boniface infatti compare in uno degli episodi di una serie che già di per sé era apocrifa, essendo ambientata negli anni '50 (Chesterton era morto nel 1936). Le vicende della suora investigatrice hanno una collocazione ulteriore: siamo negli anni '60, e questo è di per sé molto significativo. Sono gli anni in cui la Chiesa inglese era ancora molto solida, consapevole della propria tragica e commovente storia di persecuzione.
    Un prete cattolico era distinguibile per la sua veste talare, e per il suo colletto definito “romano”. Il pubblico televisivo inglese aveva già avuto modo di esprimere la propria approvazione verso la serie di Padre Brown per quel tipo di Chiesa, per gli aspetti “esteriori” ma anche e soprattutto per quella dottrina, per quella visione chiara dei rapporti col mondo che la caratterizzavano prima della burrasca postconciliare. E' significativa questa nostalgia per quel mondo, ma soprattutto per quel tipo di Chiesa. Molti spettatori giovani che non la conoscevano, ne sono rimasti affascinati, scoprendo una realtà molto più interessante delle attuali strutture e attività socioecclesiali progressiste.
    Così come il pubblico aveva gradito la catholic way of life di Padre Brown e dei personaggi della sua serie, così sta apprezzando il personaggio di questa Sister Boniface che anch'essa indossa la veste del suo ordine, e non un tailleur come si usa adesso, che prega, che crede in Dio, che riconosce la presenza del male nel mondo e collabora per arginarlo.
    COZY MYSTERY
    Questa serie appartiene a una sorta di sottogenere del Giallo, chiamato in inglese Cozy Mystery, ovvero un filone narrativo privo di violenza, di sesso, di aspetti spaventosi. “Cozy”, che letteralmente significa “confortevole”, è anche il rivestimento, quasi sempre fatto a mano, delle teiere. Un prodotto dello sferruzzamento di gentili anziane signore. Il Giallo Cozy è una narrazione che non vuole terrorizzare, ma vuole...

    • 5 min
    Hazbin Hotel, la serie tv che riabilita i demoni

    Hazbin Hotel, la serie tv che riabilita i demoni

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7718

    HAZBIN HOTEL, LA SERIE TV CHE RIABILITA I DEMONI di Stefano Chiappalone
    Riabilitare gli abitanti dell'inferno per sottrarli allo sterminio ordito dal paradiso: su questo ribaltamento tra buoni e cattivi si gioca la nuova serie tv statunitense Hazbin Hotel. Appena creata per Prime Video da Vivienne Medrano (ma preceduta da un episodio pilota nel 2019), è già disponibile in italiano, accolta con grande entusiasmo, a giudicare dai commenti in margine al trailer. Una serie animata, anche se classificata dai 18 anni in su per via del linguaggio esplicito e volgare, che forse è il minore dei problemi. Quello principale è appunto la raffigurazione quasi tranquillizzante dell'inferno contrapposto a un cielo cattivo e vendicatore. È in fondo una delle mille varianti di quell'«eccessivo e insano interesse» verso i diavoli (contrapposto all'errore speculare di chi invece non ci crede affatto) menzionato da Clive S. Lewis: c'è l'interesse insano di chi si dà all'esorcismo fai-da-te (con esiti talora tragici, come la strage di Altavilla) e quello altrettanto insano di chi coltiva una familiarità quantomeno imprudente col "piano inferiore".
    Hazbin Hotel prende le mosse da un problema di sovrappopolazione all'inferno (con buona pace di chi pensa che sia vuoto): a risolverlo provvedono annualmente degli angeli sterminatori capeggiati da Adamo, detti anche "esorcisti" nella serie, con periodici massacri. "Poveri diavoli", dirà lo spettatore... A salvarli dalla celeste carneficina provvede la protagonista "Charlie" Stella del Mattino, figlia di Lucifero e Lilith, con la brillante idea di creare un luogo - l'Hazbin Hotel, appunto - dove demoni e dannati, che mai verrebbero accettati in paradiso, possano riabilitarsi. In questo modo potrebbero andare in cielo, invece di essere annientati. L'impresa viene condotta insieme alla sua "compagna" Vaggie (ex angelo sterminatore, ripudiato dal cielo perché, mossa a compassione di un demone, si era rifiutata di ucciderlo) e di Anthony "Angel" Dust, demone androgino, gay e pornostar, nonché primo ospite dell'hotel. Alla fine sono gli angeli a venire ricacciati in paradiso: l'esatto rovesciamento dell'invocazione con cui si conclude la preghiera a san Michele arcangelo: «ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime».
    L'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ESORCISTI
    Ma per quanto l'idea possa apparire "accattivante" al pubblico, specie ai più giovani (e forse pure a qualche teologo), L'inferno non si può redimere: lo chiarisce sin dal titolo una Nota dell'Associazione Internazionale Esorcisti, che definisce Hazbin Hotel «un pianificato stravolgimento del racconto biblico che mistifica il messaggio cristiano di salvezza e lede la coscienza del pubblico, in particolare di bambini e ragazzi». Vero, è «formalmente vietata ai minori, ma accessibile a tutti (tanto più perché animata e quindi di sicura presa sui più giovani)», presentando «un universo narrativo falso e deviante sul piano teologico, culturale e educativo». Per inciso, e a costo di essere ripetitivi, non si può fare a meno di chiedersi anche questa volta perché l'unica religione costantemente - e impunemente - presa di mira sia sempre il cristianesimo, dai programmi televisivi alla vita quotidiana, mentre ci si riempie la bocca di rispetto e tolleranza per qualsiasi credenza, fosse anche la più astrusa.
    Il problema principale evidenziato dall'AIE è la «normalizzazione del male», nonché la «sottovalutazione della sua reale pericolosità», ritraendo «demoni e dannati in modo umoristico». Così facendo li si rende familiari, addomesticati, inducendo nello spettatore un atteggiamento simpatetico verso gli abitanti dell'inferno, addirittura vittime di quel paradiso "cattivo" che li stermina...

    • 6 min
    Perchè Sanremo è Sanremo?

    Perchè Sanremo è Sanremo?

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7695

    PERCHE' SANREMO E' SANREMO? di Giuseppe De Lorenzo
    Ci hanno provato, in Rai, a non far sollevare polveroni. Speravano di sentir risuonare solo la musica, e invece come al solito strombazzano le questioni politiche. Inevitabile, o quasi, quando metti il microfono in mano a cantanti che, celandosi dietro l'immunità artistica, scambiano il palco di Sanremo per la festa dell'Unità.
    Nel primo vero Festival della nuova dirigenza, dopo l'imbarazzante carnevalata di anno scorso, tra baci di Rosa Chemical, letterine femministe, monologhi sul razzismo e via dicendo, la kermesse chiusasi due giorni fa era partita anche bene. Certo: c'era stato il duetto Amadeus-Mengoni sulle note di Bella Ciao e l'inutile invito ai trattori a salire sul palco, ma insomma: niente rispetto al Ballo del Qua Qua. Poi però il desiderio di visibilità degli artisti ha preso il sopravvento e nelle ultime due serate è venuto fuori tutto l'armamentario di una certa cultura sinistra: BigMama s'è rivolta alla comunità queer, Dargen D'Amico ha chiesto di fermare le bombe, Ghali ha evocato il "genocidio" a Gaza e sono pure spuntate bandiere palestinesi in diretta tv davanti a 15 milioni di persone. A nessuno, nemmeno ad Amadeus, è venuto in mente di ricordare quei ragazzi uccisi il 7 ottobre, massacrati durante un festival musicale israeliano. [...]
    Essere liberi non esime dal dovere di contenersi. Di capire il momento. Di decifrare il contesto. Ghali ricorda che sono anni che parla "di quello che sta succedendo nelle mie canzoni", ma questo non lo solleva dalla responsabilità di comprendere che non può "usare questo palco" come gli pare e piace. Perché la sua [...] idea sulla guerra in corso nella Striscia è parziale, da approfondire, certo non esauribile in due parole ("stop genocidio") urlate con il bamboccio di un alieno al fianco. Ma soprattutto chi vorrebbe replicare a certe esternazioni, primo fra tutti l'ambasciatore israeliano, non ha la fortuna di poter godere di 10 secondi in diretta di fronte alle telecamere più ambite d'Italia. Per di più in una tv pubblica. [...]
    Diverso è invece se l'artista esce dai binari, oltrepassa il motivo per cui è stato ingaggiato e scambia il Festival in un raduno di centri sociali. Cosa avremmo detto se un interprete fosse salito sul palco e avesse invocato il blocco navale anti-migranti ("diritto a non emigrare")? [...] E se Madame avesse fatto un appello a non vaccinarsi? Chiedo: il Pd, il M5S e Sinistra Italiana avrebbero difeso la sua "libertà" di espressione? [...]

    • 3 min
    L'intervista di Tucker Carlson mostra il punto di vista di Putin

    L'intervista di Tucker Carlson mostra il punto di vista di Putin

    VIDEO: Intervista a Putin ➜ https://www.youtube.com/watch?v=_3TIsbTJQaI

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7697

    L'INTERVISTA DI TUCKER CARLSON MOSTRA IL PUNTO DI VISTA DI PUTIN di Gianandrea Gaiani
    Con l'intervista fiume a Vladimir Putin il giornalista televisivo Tucker Carlson ha fatto arrabbiare tutti al di qua della "Cortina di Ferro", cioè in quello che ai tempi della prima guerra fredda potevamo definire orgogliosamente il "mondo libero". Ha fatto arrabbiare i colleghi, anchorman e star dei grandi media mainstream statunitensi perché ha ottenuto un incontro e una intervista con Putin che ad altri è stata negata, Non pago, giusto per aumentare la dose di bile dei colleghi che non gli perdonano né di venire dalla "reazionaria" Fox News né di essere vicino a Donald Trump, Carlson ha ottenuto da Mosca anche di poter intervistare Edward Snowden.
    Un'intervista non meno importante di quella a Putin tenuto conto che la fuga di Snowden, prima in Cina poi a Mosca, scatenò nel 2013 quel Datagate che raccontò al mondo intero di come gli Stati Uniti (e i britannici) spiano amici e alleati fino a controllare i cellulari di leader, capi di stato e di governo europei, i quali hanno peraltro reagito con limitate proteste formali, di fatto accettando come un fatto ineluttabile il loro stato di sudditanza. Imprese sviluppatesi peraltro negli anni dell'amministrazione Obama in cui Joe Biden era vice presidente.
    Tornando all'intervista a Putin, Carlson ha fatto arrabbiare anche gli editori delle testate mainstream perché la mole di visualizzazioni che ha totalizzato (oltre 100 milioni nelle prime 24 ore) ha ridicolizzato anche le più affermate testate statunitensi dimostrando che la censura posta dall'Occidente nei confronti dei media russi e delle fonti ufficiali russe non solo non serve a nulla perché non crea consenso (il sostegno all'Ucraina non gode di grande popolarità sulle due sponde dell'Atlantico) ma è contro producente perché evidenzia l'inadeguatezza delle classi dirigenti di Europa e USA, entrambe in crisi di fiducia e consensi presso le proprie opinioni pubbliche.
    Carlson quindi ha fatto arrabbiare anche i governi occidentali perché ha offerto una ampia vetrina a Putin che ha colto l'opportunità per raccontare, fin nei dettagli e negli aspetti storici più lontani, il punto di vista russo sulla crisi con l'Occidente e la guerra in Ucraina. Una narrazione che a tratti ha colto impreparato lo stesso Carlson, apparso in più occasioni spiazzato dai riferimenti di Putin su cui non si era documentato. Ma del resto, c'è forse un leader in Occidente tra quelli che si oppongono alla Russia a poter sostenere con argomenti efficaci un dibattito con Putin sui temi toccati nell'intervista?
    IL PUNTO DI VISTA DI PUTIN
    La vera "colpa" di Carlson è di aver mostrato il punto di vista di Mosca e di Putin, un crimine per un Occidente talmente sicuro e forte dei suoi principi da adottare un oscurantismo maccartista senza precedenti per definire fake news o disinformazione le "verità degli altri" e applicare la censura alle fonti non allineate. Se così non fosse oggi non si parlerebbe di possibili sanzioni della UE a Tucker Carlson: primo caso di un giornalista sanzionato per aver intervistato uno dei protagonisti del panorama mondiale ma che oggi non sarebbe certo sorprendente ma costituirebbe una sciocchezza enorme e un autogol.
    L'ostracismo verso Carlson è il modo migliore per ingigantirne ruolo e fama spalancandogli le porte di un incarico politico se alle prossime elezioni dovesse vincere Donald Trump. Meglio non dimenticare che (anche qui in Italia) i fustigatori di Carlson sono in molti casi gli stessi che avevano messo in prima pagina le liste di...

    • 7 min
    Perdi la verginità? Planned Parenthood avrà un altro cliente... per questo te lo insegna

    Perdi la verginità? Planned Parenthood avrà un altro cliente... per questo te lo insegna

    VIDEO: Le strategie di Planned Parenthood ➜ https://www.youtube.com/watch?v=OFcNoFogpSA&list=PLolpIV2TSebURQLIBppY4bAc0bO7DbkRT

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7691

    PERDI LA VERGINITA'? PLANNED PARENTHOOD AVRA' UN ALTRO CLIENTE... PER QUESTO TE LO INSEGNA
    Lo spot esorta i bambini a fare sesso il prima possibile in modo da aumentare gli aborti e quindi i profitti (VIDEO: Le strategie di Planned Parenthood)
    di Fabio Piemonte
    «Scegli di fare sesso secondo le modalità che preferisci, quando, dove e con chi vuoi, è qualcosa che solo tu puoi definire». È questo il messaggio sotteso al video diffuso recentemente sul social X da Planned Parenthood, uno spot per indottrinare i bambini a non aver timore di perdere la propria verginità.
    Il video choc mostra una pseudoinsegnante in un'aula appositamente adibita per l'educazione sessuale. Alle sue spalle c'è una scritta in lettere colorate "Sex Ed 101" e un cartellone con una parola che si ripete in colonna: «Consentito, consentito, consentito»; accanto a lei i modelli degli apparati sessuali maschile e femminile. E poi ancora uno scheletro con una maglietta che recita: «L'educazione sessuale è potere», tipico slogan ideologico postsessantottino. Nel video scorrono immagini con disegni allusivi ed emoji accattivanti (una pesca, le labbra e alcune goccioline) per catturare l'attenzione dei più piccoli e fare così in modo che siano introdotti al sesso come a un gioco. La stessa educatrice racconta poi con entusiasmo ogni tipologia di rapporto sessuale, affinché ci si liberi dal pregiudizio che il rapporto sessuale debba essere concepito esclusivamente all'interno di una relazione d'amore tra l'uomo e la donna.
    Data la diffusione capillare della nota rete abortista, il video-spot ha già totalizzato quasi tre milioni di visualizzazioni e più di duemila commenti, la maggior parte dei quali però fortemente critici nei confronti di tale modalità di adescamento di Planned Parenthood: «Sta parlando con i bambini. Lo capiscono tutti, persino i più piccoli, dati i colori pastello usati. Questo è perverso». Un altro utente ha commentato: «Lasciate in pace i bambini, malati!». Planned Parenthood è perciò subito corsa ai ripari, consentendo di replicare nei commenti al video ai soli account che seguano l'associazione o la menzionino esplicitamente nei post (così che possano essere prontamente rimossi se considerati ostili, ndr).
    Con le sue campagne social, gli spot e i cartelloni pubblicitari, la nota rete di cliniche abortiste e di "genitorialità pianificata" si premura dunque di incoraggiare i ragazzi a fare sesso, presentando la castità come un «costrutto sociale» e quale retaggio di un «modo di pensare obsoleto e patriarcale».
    L'intento ideologico è chiaro, gli interessi economici lo sembrano essere altrettanto. Il dubbio, infatti, è che più ragazze rimangono incinte, più Planned Parenthood può eseguire aborti; più i bambini vivono in maniera fluida la relazione col corpo proprio e col partner anche attraverso rapporti promiscui, più aumenta la possibilità ricorrere a pratiche quali l'utero in affitto.
    Insomma quella di Planned Parenthood è un'operazione puramente ideologica che, distorcendo il significato autentico dell'atto sessuale, colto in una mera dimensione ludico-ricreativa che non gli appartiene affatto, ha il solo scopo di fare business sulla pelle dei più giovani.

    • 4 min

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