26 min

David Weinberger @ VS Venice Sessions

    • Society & Culture

I mass media sono i contenuti che si interpongono fra noi e il mondo e ce lo fanno vedere in un certo modo. Il Web non è un medium dal punto di vista dell’esperienza, è piuttosto un luogo, fatto di indirizzi e di località. Il Web è un secondo mondo, interconnesso con il primo, e che ce lo fa capire un po’ di più. È una serie enorme di connessioni o hyperlink, che hanno trasformato il nostro mondo in un mondo interconnesso. Gli hyperlink non ci dicono soltanto cosa c’è dall’altra parte ma ci danno anche delle opinioni su cosa c’è dall’altra parte. Se la pagina di un libro non potrà mai più cambiare una volta scritta, la pagina Web ha la caratteristica di essere continuamente modificabile. Mentre i libri sono mezzi di comunicazione disconnessi, i luoghi del Web sono fittamente interconnessi. I media classici sono una rappresentazione del mondo e basano su questo la propria autorevolezza. Ma questa è solo una tecnica di autorevolezza, non l’unica. Il nostro sistema di conoscenza riflette esattamente questa limitazione, ma la tecnica di autorevolezza sta cambiando, così come la natura stessa dell’autorità sta cambiando. La risposta al rischio di essere sommersi dall’informazione è stata quasi paradossalmente quella di produrre informazioni sulle informazioni, i metadati, che sono diventati i mezzi per orientarci nel mare delle informazioni attraverso una segnalazione sul livello di qualità dell’informazione. Altro apparente paradosso è che proprio la dichiarazione di imperfezione dell’informazione sul Web aumenta l’autorevolezza dell’informazione stessa. Stiamo rifiutando l’idea su cui si basano i media tradizionali che ci sia qualcosa che si frappone tra noi e il mondo. I vecchi media potranno continuare ad esistere se saranno trasparenti e se contribuiranno con le loro competenze originali al mondo iperconnesso. La responsabilità condivisa è ormai un’esigenza essenziale ed è il motivo per cui abbiamo interconnesso il mondo.

I mass media sono i contenuti che si interpongono fra noi e il mondo e ce lo fanno vedere in un certo modo. Il Web non è un medium dal punto di vista dell’esperienza, è piuttosto un luogo, fatto di indirizzi e di località. Il Web è un secondo mondo, interconnesso con il primo, e che ce lo fa capire un po’ di più. È una serie enorme di connessioni o hyperlink, che hanno trasformato il nostro mondo in un mondo interconnesso. Gli hyperlink non ci dicono soltanto cosa c’è dall’altra parte ma ci danno anche delle opinioni su cosa c’è dall’altra parte. Se la pagina di un libro non potrà mai più cambiare una volta scritta, la pagina Web ha la caratteristica di essere continuamente modificabile. Mentre i libri sono mezzi di comunicazione disconnessi, i luoghi del Web sono fittamente interconnessi. I media classici sono una rappresentazione del mondo e basano su questo la propria autorevolezza. Ma questa è solo una tecnica di autorevolezza, non l’unica. Il nostro sistema di conoscenza riflette esattamente questa limitazione, ma la tecnica di autorevolezza sta cambiando, così come la natura stessa dell’autorità sta cambiando. La risposta al rischio di essere sommersi dall’informazione è stata quasi paradossalmente quella di produrre informazioni sulle informazioni, i metadati, che sono diventati i mezzi per orientarci nel mare delle informazioni attraverso una segnalazione sul livello di qualità dell’informazione. Altro apparente paradosso è che proprio la dichiarazione di imperfezione dell’informazione sul Web aumenta l’autorevolezza dell’informazione stessa. Stiamo rifiutando l’idea su cui si basano i media tradizionali che ci sia qualcosa che si frappone tra noi e il mondo. I vecchi media potranno continuare ad esistere se saranno trasparenti e se contribuiranno con le loro competenze originali al mondo iperconnesso. La responsabilità condivisa è ormai un’esigenza essenziale ed è il motivo per cui abbiamo interconnesso il mondo.

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