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Letture e commentari Evita Dolce
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- Arts
Letture di carteggi famosi, estratti di romanzi e commentari.
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Marina Cvetaeva - lettere - 3
PRIMA DELLA VITA SI È “SEMPRE E TUTTO”, APPENA SI VIVE SI È “QUALCOSA E ADESSO” (SI È / SI HA -UGUALE PER TUTTI!). IL MIO AMORE PER TE SI È SMINUZZATO IN GIORNI E LETTERE, IN ORE E RIGHE. DI QUI L’INQUIETUDINE, (PER QUESTO CHIEDESTI QUIETE!). UNA LETTERA OGGI, UNA LETTERA DOMANI. TU VIVI, IO VOGLIO VEDERTI! TRAPIANTO DAL SEMPRE ALL’ADESSO. DI QUI IL TORMENTO, LA CONTA DEI GIORNI, L’INSIGNIFICANZA DI OGNI SINGOLA ORA, L’ORA SOLTANTO COME PASSO INNANZI... VERSO LA LETTERA.
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Marina Cvetaeva - poesie- 1
Alla povera mia fragilità
Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa. -
Marina Cvetaeva - lettere - 2
“vivo come si deve, in modo non disdicevole (ma indicibile, come non si può), mantenendo la parola, difendendomi, appartandomi dalla felicità, semiviva (per gli altri più che – ma io lo so certo meglio), ignorando io stessa perché vivo in questo modo, obbediente nella violenza su me stessa, e andando perfino su quella montagna dei Cherubini – seguendo una voce, per volontà altrui, non mia”
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Marina Cvetaeva - lettere - 1
«...E invece volevo e voglio venire da Voi per – dirlo con parole semplici? – per amare. È tanto tempo che non amo nessuno, amo Pasternak ma lui è lontano, solo lettere, nessun indizio di questo mondo, e dunque: non in questo mondo. Rilke me lo hanno strappato dalle mani. Avrei dovuto andare da lui in primavera. Dei miei non parlo, è un amore diverso, pieno di dolori e di ansie, spesso sfigurato dalla vita quotidiana. Parlo dell’amore all’aria aperta, sotto il cielo, dell’amore in libertà, dell’amore misterioso, quello di cui non v’è traccia nei passaporti, del miracolo dell’altro. Del là che diviene qui. Voi sapete bene che il sesso e l’età non c’entrano assolutamente. Vorrei venire da Voi, come a casa: ins Freie, in una terra straniera, oltre le finestre»
febbraio 1928, scrive ad Anna Antonovna Teskovà -
Lettere dal carcere - Gramsci - 18
Antonio scrive una lettera di sollecito a Tania perché non ha ancora ricevuto notizie da casa; le racconta degli episodi divertenti dove diversi personaggi - un carcerato e un carabiniere di scorta- gli si avvicinano incuriositi dal personaggio e della sua fama.
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Lettere dal carcere - Gramsci - 17
Antonio racconta della difficile traduzione dal carcere di Ustica al carcere di Milano. Interessante l’inciso che fa sulla difficoltà di comprendere la vera natura degli uomini partendo dai segni esteriori.