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11: Il rais preferito dell’Unione europea Matassa

    • Politica

Nonostante gli sviluppi molto positivi del caso Zaki, la crisi della democrazia in Egitto resta gravissima, con al–Sisi che è riuscito a imporsi come un alleato fondamentale per l’Ue nella lotta al terrorismo e all’emigrazione. Ma dietro l’ostentazione di potere ci sono delle crepe
 

Settimana scorsa ci siamo rallegrati per la scarcerazione di Patrick Zaki. La sua odissea però non è ancora finita, visto che dovrà comparire di nuovo davanti alla “giustizia” egiziana. Come lui, decine di migliaia di prigionieri politici soffrono nelle carceri di quello che è uno dei regimi più sanguinari del mondo, nonché il terzo paese del pianeta per esecuzioni capitali. Al suo vertice c’è il tiranno al-Sisi, salito al potere con un violento colpo di stato nel 2013. 

 

Nonostante la situazione drammatica dei diritti umani, al-Sisi gode di rapporti costruttivi con i leader occidentali, che vedono in lui un baluardo contro l’islamismo e l’immigrazione irregolare, e il paese gode di una posizione chiave nell’economia e nella politica della zona, coprendo una posizione strategica tra Africa e Asia sudoccidentale. Una posizione che sembra essere sempre più forte, tra le intromissioni nella politica libica e i tentativi di normalizzazione dei rapporti con le potenze ostili dell’area — ad esempio con la Turchia di Erdogan. 

 

Non sembra esserci grande speranza per la democrazia e la libertà in Egitto — ma il disastro della Ever Given, con l’impreparazione del regime egiziano nella gestione dell’ostruzione del canale di Suez, lasciano un barlume di speranza: anche al-Sisi ha i propri punti deboli, nonostante la mascheri dietro la ridicola ostentazione di potere con parate militari pacchiane e le inaugurazioni trionfali di nuovi musei. 

 
Show notes
 

Zaki libero, l'Egitto no | ISPI
Egypt FM heads to Riyadh to inaugurate Egyptian-Gulf political consultation mechanism - Egypt Independent
Egypt is new chair of African intelligence body | Arab News
New Egyptian-Ethiopian escalation over Nile dam - Al-Monitor: The Pulse of the Middle East
Regeni, commissione inchiesta: "Egitto unico responsabile omicidio. Ma il governo italiano ha favorito la normalizzazione dei rapporti" - Il Fatto Quotidiano
Israele-Egitto, la diplomazia del papiro. Lapid al Cairo restituisce preziosi reperti archeologici contrabbandati - la Repubblica
Burning ambition: Egypt’s return to regional leadership and how Europe should respond – European Council on Foreign Relations
Egypt weighs impact of Ethiopia's civil war - Al-Monitor: The Pulse of the Middle East

 
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in copertina, elaborazione da foto CC-BY 3.0 Kremlin.ru

Nonostante gli sviluppi molto positivi del caso Zaki, la crisi della democrazia in Egitto resta gravissima, con al–Sisi che è riuscito a imporsi come un alleato fondamentale per l’Ue nella lotta al terrorismo e all’emigrazione. Ma dietro l’ostentazione di potere ci sono delle crepe
 

Settimana scorsa ci siamo rallegrati per la scarcerazione di Patrick Zaki. La sua odissea però non è ancora finita, visto che dovrà comparire di nuovo davanti alla “giustizia” egiziana. Come lui, decine di migliaia di prigionieri politici soffrono nelle carceri di quello che è uno dei regimi più sanguinari del mondo, nonché il terzo paese del pianeta per esecuzioni capitali. Al suo vertice c’è il tiranno al-Sisi, salito al potere con un violento colpo di stato nel 2013. 

 

Nonostante la situazione drammatica dei diritti umani, al-Sisi gode di rapporti costruttivi con i leader occidentali, che vedono in lui un baluardo contro l’islamismo e l’immigrazione irregolare, e il paese gode di una posizione chiave nell’economia e nella politica della zona, coprendo una posizione strategica tra Africa e Asia sudoccidentale. Una posizione che sembra essere sempre più forte, tra le intromissioni nella politica libica e i tentativi di normalizzazione dei rapporti con le potenze ostili dell’area — ad esempio con la Turchia di Erdogan. 

 

Non sembra esserci grande speranza per la democrazia e la libertà in Egitto — ma il disastro della Ever Given, con l’impreparazione del regime egiziano nella gestione dell’ostruzione del canale di Suez, lasciano un barlume di speranza: anche al-Sisi ha i propri punti deboli, nonostante la mascheri dietro la ridicola ostentazione di potere con parate militari pacchiane e le inaugurazioni trionfali di nuovi musei. 

 
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