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5. Trent'anni dopo Chiedi chi era Gardini

    • Notizie: approfondimenti

Sono passati trent’anni dal 23 luglio 1993, l’ultimo giorno di vita di Raul Gardini. Che cosa è successo nel frattempo? E cosa resta di quel periodo, di quell’uomo? Nell’ultimo episodio di questa serie proviamo a raccontare l’eredità dell’imprenditore ravennate, partendo da un paio di oggetti: la macchina fotografica di Topolino, costruita in Mater-Bi, simbolo del Gardini visionario e innovatore, che già alla fine degli Anni 80 parlava di ecosostenibilità, impatto ambientale e biotecnologie applicate all’agricoltura. Poi un’agendina inglese, il taccuino da cui Raul non si separava mai, che svela alcuni segreti sul piano di ristrutturazione che avrebbe dovuto garantire la continuità della Ferruzzi Montedison oltre la seconda generazione e che, invece, rivela intenzioni monocratiche. «È stato questo progetto, non gli strascichi della vicenda Enimont, a segnare la rottura con la famiglia», rivela Carlo Sama, cognato di Raul Gardini e poi capo del Gruppo al suo posto.

L’eredità di Gardini è la parabola esemplare di un sognatore che, tuttavia, non riesce a levarsi di dosso fino alla fine l’etichetta di parvenu. L’eredità dei grandi sommovimenti di inizio Anni 90 è invece l’atto finale dell'impero Ferruzzi che, a meno di 15 anni dalla scomparsa del fondatore Serafino, viene smembrata e annichilita. Di quello che fu il secondo gruppo industriale italiano, e forse il primo in quanto a visione internazionale, è rimasto poco o nulla.
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Sono passati trent’anni dal 23 luglio 1993, l’ultimo giorno di vita di Raul Gardini. Che cosa è successo nel frattempo? E cosa resta di quel periodo, di quell’uomo? Nell’ultimo episodio di questa serie proviamo a raccontare l’eredità dell’imprenditore ravennate, partendo da un paio di oggetti: la macchina fotografica di Topolino, costruita in Mater-Bi, simbolo del Gardini visionario e innovatore, che già alla fine degli Anni 80 parlava di ecosostenibilità, impatto ambientale e biotecnologie applicate all’agricoltura. Poi un’agendina inglese, il taccuino da cui Raul non si separava mai, che svela alcuni segreti sul piano di ristrutturazione che avrebbe dovuto garantire la continuità della Ferruzzi Montedison oltre la seconda generazione e che, invece, rivela intenzioni monocratiche. «È stato questo progetto, non gli strascichi della vicenda Enimont, a segnare la rottura con la famiglia», rivela Carlo Sama, cognato di Raul Gardini e poi capo del Gruppo al suo posto.

L’eredità di Gardini è la parabola esemplare di un sognatore che, tuttavia, non riesce a levarsi di dosso fino alla fine l’etichetta di parvenu. L’eredità dei grandi sommovimenti di inizio Anni 90 è invece l’atto finale dell'impero Ferruzzi che, a meno di 15 anni dalla scomparsa del fondatore Serafino, viene smembrata e annichilita. Di quello che fu il secondo gruppo industriale italiano, e forse il primo in quanto a visione internazionale, è rimasto poco o nulla.
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