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Irama - I baci delle bambine Chiudi gli occhi, torna bambino

    • Cultura e società

Qui possiamo confessarcelo: non sappiamo un sacco di cose, del mondo in cui siamo venuti al mondo. Perché ci siamo finiti. Che cosa ci stiamo a fare. Com'è il modo migliore di starci. Claudio Baglioni quando s'immaginava il figlio, ci ha provato, a mettere insieme tutte le cose che avrebbe avuto nella vita. Ci ha provato in quella canzone-elenco meravigliosa che s'intitola Avrai.

Quello che è divertente ricordare è quanto eravamo già "noi" nei nostri primi tratti, quali sono stati i nostri primi trucchi, le prime astuzie. Lo sa bene l'ospite di oggi, amatissimo dal pubblico da quella volta in cui si presentò sul palco dell'Ariston nel 2016 con Cosa resterà , e poi vinse la 17esima edizione di Amici dove Maria De Filippi lo chiamava «Paranoia», perché è uno che pensa tanto, a volte pure troppo. Non è un caso che all'ultimo Festival di Sanremo ha raccontato la storia - delicata - di una Ragazza con il cuore di latta, lui. Che è stato piccolo con il nome di Filippo Maria Fanti, mentre viene clonata la pecora Dolly e il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fa i conti con il sexgate, lo scandalo per la sua relazione sessuale con la stagista Monica Lewinsky, e impazza Forrest Gump, e l'11 settembre 2001 trema il pianeta, per l'attacco alle Torri gemelle di New York.

Nato a Carrara il 20 dicembre 1995, mamma Patrizia e papà Marco che gli fanno amare l'Avvelenata di Francesco Guccini e le favole di Fabrizio De André, nome d'arte che vuol dire "ritmo" in malese e all'orecchio una piuma, simbolo-ambizione di leggerezza, gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Irama.

«Chiudo gli occhi torno bambino e mi ricordo che magari non è il pensiero più profondo ma mi diverte molto mi ricordo che giocavo all'asilo, a Monza, e giocavo alle superchicche con le bambine e io non ricordo tutti i ruoli però facevo il cattivo e morivo ogni volta e dicevo alle bambine che per farmi rivivere dovevano baciarmi quindi queste bambine salivano sul castello a darmi i baci e io continuavo a morire per avere i baci di queste bambine: è un ricordo molto bello d'infanzia, devo dire».

Un programma di Lavinia Farnese.

Qui possiamo confessarcelo: non sappiamo un sacco di cose, del mondo in cui siamo venuti al mondo. Perché ci siamo finiti. Che cosa ci stiamo a fare. Com'è il modo migliore di starci. Claudio Baglioni quando s'immaginava il figlio, ci ha provato, a mettere insieme tutte le cose che avrebbe avuto nella vita. Ci ha provato in quella canzone-elenco meravigliosa che s'intitola Avrai.

Quello che è divertente ricordare è quanto eravamo già "noi" nei nostri primi tratti, quali sono stati i nostri primi trucchi, le prime astuzie. Lo sa bene l'ospite di oggi, amatissimo dal pubblico da quella volta in cui si presentò sul palco dell'Ariston nel 2016 con Cosa resterà , e poi vinse la 17esima edizione di Amici dove Maria De Filippi lo chiamava «Paranoia», perché è uno che pensa tanto, a volte pure troppo. Non è un caso che all'ultimo Festival di Sanremo ha raccontato la storia - delicata - di una Ragazza con il cuore di latta, lui. Che è stato piccolo con il nome di Filippo Maria Fanti, mentre viene clonata la pecora Dolly e il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fa i conti con il sexgate, lo scandalo per la sua relazione sessuale con la stagista Monica Lewinsky, e impazza Forrest Gump, e l'11 settembre 2001 trema il pianeta, per l'attacco alle Torri gemelle di New York.

Nato a Carrara il 20 dicembre 1995, mamma Patrizia e papà Marco che gli fanno amare l'Avvelenata di Francesco Guccini e le favole di Fabrizio De André, nome d'arte che vuol dire "ritmo" in malese e all'orecchio una piuma, simbolo-ambizione di leggerezza, gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Irama.

«Chiudo gli occhi torno bambino e mi ricordo che magari non è il pensiero più profondo ma mi diverte molto mi ricordo che giocavo all'asilo, a Monza, e giocavo alle superchicche con le bambine e io non ricordo tutti i ruoli però facevo il cattivo e morivo ogni volta e dicevo alle bambine che per farmi rivivere dovevano baciarmi quindi queste bambine salivano sul castello a darmi i baci e io continuavo a morire per avere i baci di queste bambine: è un ricordo molto bello d'infanzia, devo dire».

Un programma di Lavinia Farnese.

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