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Montagne maestose e immensi altopiani, canyon da capogiro e grotte misteriose, cascate e torrenti, aree dalla vegetazione incontaminata di una bellezza selvaggia. Ma anche castelli suggestivi, monasteri millenari, borghi ricchi di storia e tradizioni, piatti e prodotti tipici. L’Abruzzo interno è un tesoro che non finisce mai di stupire. PLEINAIR
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PLEINAIR - Abruzzo interno PLEINAIR

    • Cultura e società

Montagne maestose e immensi altopiani, canyon da capogiro e grotte misteriose, cascate e torrenti, aree dalla vegetazione incontaminata di una bellezza selvaggia. Ma anche castelli suggestivi, monasteri millenari, borghi ricchi di storia e tradizioni, piatti e prodotti tipici. L’Abruzzo interno è un tesoro che non finisce mai di stupire. PLEINAIR
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    Ofena

    Ofena

    Il borgo di Ofena sorge su un colle al limite della Valle del Tirino. Grazie a un microclima molto particolare, secco e caratterizzato da temperature mediterranee, è definito “forno d’Abruzzo”. Questa condizione rende il paesaggio brullo, ma favorisce una produzione vitivinicola di pregio, soprattutto di Montepulciano d’Abruzzo.

    È probabile che Ofena derivi dall’antica Aufinum, città dei Vestini e poi dei Romani situata nei pressi dell’attuale Capestrano. Dal sito originario, dove è stata rinvenuta la statua del Guerriero di Capestrano, la popolazione avrebbe cercato rifugio nella posizione attuale per sfuggire alle invasioni barbariche e controllare il valico di Forca di Penne.

    Visitando il borgo, restiamo colpiti dal pregevole portale in pietra di Palazzo Cataldi-Madonna. Notevoli anche la Chiesa di San Nicola, risalente al XII secolo ma modificata nell’interno in stile barocco intorno al 1700, e la Chiesa di San Pietro in Criptys. Questa è situata poco fuori dal borgo e risale al XII secolo. Al suo interno possiamo ammirare affreschi del 1400, da poco restaurati.

    Vale la pena fare un’escursione nelle vicinanze per raggiungere la Grotta delle Marmitte e le Pagliare di Ofena.

    La prima si trova a 750 metri d’altezza sul Monte La Serra, ed è formata da una serie di particolari cavità circolari scavate da mulinelli d’acqua torrenziale milioni di anni fa, quando la montagna non si era ancora sollevata. Il nome della grotta deriva dalla sua forma, ma tradizionalmente è conosciuta come Grotta del Romito, poiché abitata nei secoli passati da eremiti e ancora prima da seguaci del culto della Madre Terra.

    Le Pagliare invece rappresentano un villaggio fantasma, abbandonato da tempo dai contadini che lo abitavano. Al di là dell’aria spettrale delle stradine deserte, è un’affascinante testimonianza della vita dei pastori e degli agricoltori stagionali.

    Carpineto della Nora

    Carpineto della Nora

    Il piccolo borgo di Carpineto della Nora si trova alle pendici del Monte Fiore, alto 1.472 metri, in un luogo panoramico nei pressi del fiume Nora. Oltre che dal corso d’acqua, il suo nome deriverebbe dall’albero del carpino che cresceva in zona.

    È famoso per l’Abbazia di San Bartolomeo, monumento nazionale, fondata nell’anno 962. Del complesso monastico restano poche tracce, ma la chiesa, perfettamente restaurata, rappresenta una delle opere più pregevoli e meglio conservate dell’arte medievale dei monaci benedettini cistercensi. Attualmente la parte più antica della chiesa è la facciata del XII secolo, affiancata da un torrione quadrato. Presenta un portico con due fornici arcuati disposti in modo asimmetrico e un campanile a vento sul tetto.

    Nei pressi dell’abbazia troviamo anche la Grotta Pietra Rossa, posta su una parete rocciosa che presenta diverse cavità con pitture rupestri dell’età del ferro. È detto anche Eremo di Pietra Rossa, perché alcuni ruderi di mura fanno pensare alla presenza di monaci eremiti, probabilmente legati alla vicina abbazia.

    Carpineto è un’ottima base per visitare la Riserva Naturale Regionale Voltigno e Valle D’Angri, estesa tra il versante aquilano e quello pescarese del Gran Sasso e compresa nel Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. È formata dalla conca carsica del Voltigno, circondata da ampie faggete, sulla quale si trovano inghiottitoi e doline ma anche ambienti umidi di particolare interesse per la vegetazione e le specie di fiori presenti.

    Dopo la visita, vale la pena di provare i ravioli locali con porcini e tartufo.

    Civitaquana

    Civitaquana

    Il borgo di Civitaquana è posto su una collina che domina la vallata del fiume Nora, in un contesto naturale notevole. È stato fondato nell’XI secolo, ma le due cisterne Romane e gli altri reperti trovati nella zona del Colle Quinzio avvalorano l’ipotesi che in precedenza fosse un insediamento romano ricco di acque, incanalate attraverso opere idrauliche. Il suo nome deriverebbe quindi da “città dell’acqua”.

    Da non perdere nel centro storico la Chiesa di S. Maria delle Grazie, monumento nazionale, fondata dai Benedettini nel XII secolo e affiancata da un campanile del 1464. L’edificio è costruito in laterizio in stile romanico di matrice lombarda. Poche monofore fanno penetrare la luce in modo molto misurato, conferendo alla chiesa un aspetto serio e raccolto. Al suo interno troviamo una immagine del Cristo assiso in trono, un affresco su San Martino e la cappella di San Rocco.

    Tra le architetture civili possiamo invece ammirare il Palazzo Leognani Castriota - Leognani Fieramosca, originario del Settecento.

    Catignano

    Catignano

    Il territorio del borgo di Catignano è abitato fin dal Neolitico. In località Ponte Rosso sono state infatti trovate tracce di un villaggio che testimoniano come era organizzata la vita in quel periodo. Possiamo vederle nell’importante sito archeologico di Catignano – Ponte Rosso, a pochi chilometri dal centro. Sono inoltre venuti alla luce reperti del VI – V millennio a.C., primissime forme di artigianato artistico come vasi decorati, idoli e oggetti d’uso quotidiano, oggi esposti in vari musei della regione.

    In paese, invece, molto interessante è la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, restaurata nel XVIII secolo ma risalente al 1795. L’interno ha una navata unica e la volta è coperta di affreschi sulla vita del santo. Pur essendo di stile barocco, ha una struttura molto sobria che riesce a sfruttare bene il poco spazio disponibile e ad apparire comunque monumentale.

    Altra tappa da non mancare è il Convento di Santa Irene e della Natività, realizzato dai monaci benedettini tra l’XI e il XII secolo e molto ben conservato. Presenta una facciata con rosone, un portale con lunetta e tre absidi sul retro, oltre a un campanile separato dalla chiesa.
    La chiesa custodisce le reliquie di Santa Irene, martirizzata tra il III e IV secolo e sepolta precedentemente nelle catacombe di Priscilla a Roma. I resti furono donati ai monaci di Catignano e qui traslati nella seconda metà del 1800.

    Chieti

    Chieti

    La città di Chieti vanta origini antichissime che si mescolano alla leggenda. Sarebbe infatti stata fondata nel 1181 a.C. dall’eroe omerico Achille, che la chiamò Teate in onore della madre Teti. Mitologia a parte, molti parlano di origini greche.

    In seguito fu un importante centro dei Marrucini e poi un grande municipio romano. Aveva oltre 60.000 abitanti ed era dotata di un teatro da cinquemila posti, oltre che di acquedotto e terme. Troviamo quindi un gran numero di aree archeologiche da visitare.

    Possiamo iniziare dal notevole anfiteatro da quattromila posti trovato vicino alla collina della Civitella, restaurato e ancora utilizzabile. Dei tanti templi presenti sono ben visibili quelli di Giove, Giunone e Minerva, probabilmente costruiti su luoghi di culto più antichi per romanizzare la città.

    A Chieti inoltre troviamo il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Villa Frigerj, che conserva importanti reperti provenienti da tutta la regione, tra i quali la colossale statua di Ercole Epitrapezios trovata ad Alba Fucens e il famoso Guerriero di Capestrano del VI secolo a.C.

    La città è davvero ricca di notevoli architetture civili e religiose. Il suo cuore, nonché luogo del tradizionale passeggio, è Corso Marrucino. Questo costeggia Piazza Gian Battista Vico, sulla quale si affacciano la Chiesa di San Domenico, Palazzo Croce, Palazzo Fasoli e il particolarissimo Palazzo della Camera di Commercio (un tempo palazzetto delle corporazioni) realizzato mescolando vari stili.

    La Cattedrale di San Giustino, principale luogo di culto, è stata costruita nel X secolo, ma potrebbe avere origini ancora più antiche ed essere stata edificata sopra un tempio pagano.

    Per il camper è presente un punto sosta gratuito con carico e scarico lungo la Strada Madonna della Vittoria, in Località Piano Vincolato, presso i campi da tennis. Oppure possiamo fermarci nell’area di servizio dell’A25 Pescara-Torano Brecciarola Nord, con possibilità di scarico acque reflue e carico acqua pulita.

    Pretoro

    Pretoro

    Fatto di casette arroccate l’una sull’altra, scale tortuose, vicoli suggestivi, strettissimi e intrecciati, il comune di Pretoro sembra quasi il proseguimento naturale della roccia su cui è adagiato, sul versante orientale della Majella. Edificato intorno al 1600 dopo la distruzione del castello locale, conserva intatte le atmosfere antiche ed è inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia.

    Pretoro ci offre un panorama straordinario di montagne e boschi. Nel suo territorio troviamo l’Area Faunistica del Lupo Appenninico, con una zona dedicata al ripopolamento, e l’incontaminata Riserva Naturale Valle del Foro, che costituisce il primo nucleo del Parco Nazionale della Majella.

    Dal borgo partono molti sentieri per escursioni nei paraggi, all’interno del Parco o verso l’antica Grotta dell’Eremita, luogo di culto dedicato a San Michele Arcangelo ma abitato da tempi remoti. Oppure possiamo scendere lungo le rive del fiume Foro e raggiungere la zona dei Mulini Rupestri.

    Quando c’è la neve teniamo sempre sul camper sci, ciaspole e slittini, perché le piste del comprensorio Passo Lanciano – Majelletta distano solo pochi chilometri.

    Nel borgo, dove è fiorente l’artigianato del legno per la produzione di fusi per la lana, possiamo invece visitare il Centro museale San Domenico per la divulgazione degli aspetti culturali e naturali sul lupo, i serpenti e la storia di Pretoro.

    Molto bella e particolare è la chiesa di San Nicola, dove è venerato anche San Domenico per gli antichi riti legati al lupo e ai “Serpari”, cioè i manipolatori di serpenti.

    Da visitare anche l’Eremo della Madonna della Mazza, chiamato così perché la Madonna in trono è raffigurata con uno scettro. La chiesa principale però è quella dedicata a Sant’Andrea Apostolo, posta sulla parte più alta del borgo. È caratterizzata da un pavimento irregolare per adattarsi alla roccia sottostante.

    Con il camper possiamo fermarci nel parcheggio dell’Hotel Mamma Rosa, anche per il pernottamento, oppure alla Majelletta in località Passo Lanciano.

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