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Il Commento e il Vangelo del giorno

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno Monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

    • Religione e spiritualità
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Il Commento e il Vangelo del giorno

    [Dom 9] Commento: Il Regno dei cieli.

    [Dom 9] Commento: Il Regno dei cieli.

    È arduo per noi mortali, limitati nelle nostre capacità di comprensione, nonostante il dono della fede, immaginare e descrivere il Regno dei Cieli, quello che noi chiamiamo Paradiso, anche se siamo ben convinti che è l’oggetto primario della nostra fede, il nostro più fervido desiderio e la meta ultima a cui tendiamo. Gesù ci soccorre e ci illumina con immagini semplici e facilmente comprensibili: un uomo che getta il seme sul terreno e si pone in trepida attesa per vederne il frutto e raccoglierlo a tempo opportuno. Quindi abbiamo in dono la vita, il seme più prezioso; abbiamo un tempo limitato per crescere in una costante ascesa; siamo consapevoli che quando il frutto è maturo, subito egli, il buon Dio, manda la falce, perché è arrivata la mietitura. È la fine del tempo, l’ora del raccolto, l’ingresso nel Regno. Ed ecco la seconda immagine: Il regno di Dio è come un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi. Gesù così ci descrive efficacemente l’estrema umiltà, la grandezza e l’onnipotenza divina come si è rivelata e fatta conoscere! Noi sappiamo chi è che, pur essendo della stessa natura del Padre, si è fatto piccolo come l’ultimo di noi: è stato seminato sulla nostra terra, nasce nella povertà di una grotta: il Figlio di Dio, l’onnipotente, si fa piccolo, più piccolo di tutti noi; si fa calare in un sepolcro, viene seminato e coperto dai solchi profondi del peccato. Il prezioso chicco di grano, caduto in terra, muore e produce molto frutto: così Gesù afferma il Regno e la Gloria di Dio. Il piccolo seme, nato dalla Vergine Maria, cresce nel sole caldo e nell’infinito della risurrezione, ci fa conoscere la via del Regno nell’arcano di Dio, che si cala piccolo tra noi e per noi cresce più grande di ogni altra grandezza. La via regia per entrare nel regno? Ce lo ricorda lo stesso Gesù: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. È la via del candore, della docilità del cuore e della più profonda umiltà.

    • 2 min
    [Dom 9] Vangelo: Gen 3,9-15; Sal.129; 2Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35.

    [Dom 9] Vangelo: Gen 3,9-15; Sal.129; 2Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35.

    In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: "È fuori di sé".
    Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni".
    Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: "Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
    In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna". Poiché dicevano: "È posseduto da uno spirito impuro".
    Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: "Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano". Ma egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre".

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    [Sab 8] Commento: "Questa povera vedova ha messo più di tutti".

    [Sab 8] Commento: "Questa povera vedova ha messo più di tutti".

    Oggi, dopo la solennità del Sacro Cuore, la liturgia ci propone la memoria facoltativa del Cuore Immacolato di Maria. Per il commento scegliamo le letture del giorno. E nel vangelo ascoltiamo di Gesù che, durante il suo ministero, si è imbattuto continuamente negli scribi e nei farisei, esponenti della pietà giudaica, ma ha dovuto spesso apertamente apostrofarli, perché nel rapporto con Dio e con il prossimo, cercavano principalmente se stessi. Essi ambivano ad apparire, "pavoneggiandosi in lunghe vesti, nelle piazze, nelle sinagoghe e nei banchetti. E perfino, per qualche necessaria prestazione giuridica, "divorano le case delle vedove". Gesù, inviato in modo speciale ai poveri, costantemente presenti al suo cuore, manifesta un suo sguardo compiacente su un gesto non visibile all'occhio umano. Gesù stava osservando coloro che gettavano denaro nel tesoro del tempio e, quando vide una donna offrire i pochi spiccioli, fece questo commento ai suoi discepoli: "In verità vi dico: questa vedova ha messo nel tesoro più di tutti gli altri, poiché gli altri hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, ha messo tutto quel che aveva, tutto quanto aveva per vivere". Siamo di fronte ad uno di quei casi del Vangelo in cui tutto è rovesciato, in cui le cose più umili, le cose più insignificanti ci manifestano come pensa Dio e ci svelano il suo effettivo giudizio. Il gesto della vedova è divenuto il modello dell'agire cristiano. Beati noi quando riusciamo a rivestire le nostre giornate di semplicità e di generosità. La carità esterna diventa importante quando l'amore interiore ci spinge a farla diventare grande, quando noi siamo capaci di dare quel poco, ma tutto senza riserve. Possiamo ben capire che il figlio dell'uomo, venuto per dare tutto a noi, esaltasse la grandezza di questa misera offerta. Egli si ritrova in questa povera creatura che gioca la vita nella luce dell'amore di Dio. Facciamoci coinvolgere dal Signore che "spogliò se stesso assumendo la condizione di servo", divenendo povero per la nostra salvezza!

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    [Sab 8] Vangelo: 2 Tm 4, 1-8; Sal 70; Mc 12, 38-44.

    [Sab 8] Vangelo: 2 Tm 4, 1-8; Sal 70; Mc 12, 38-44.

    In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
    Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
    Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

    • 1m
    [Ven 7] Commento: "Uno dei soldati gli colpì il costato e subito ne uscì sangue e acqua".

    [Ven 7] Commento: "Uno dei soldati gli colpì il costato e subito ne uscì sangue e acqua".

    L'amore di Dio attraversa tutta la creazione, "eterna è la sua misericordia", ma si fa redenzione, manifestazione d'amore per tutti gli uomini, quando il Figlio di Dio si consegna volontariamente alla morte. "Il mistero, nascosto da secoli nella mente di Dio," viene ora rivelato, - dice San Paolo. Tutti i popoli "sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità con Israele, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della promessa". Tutto l'evento "Cristo" è questo amore che sta di là da ogni immaginazione umana e che Dio Padre ha reso disponibile. "L'ampiezza della carità è tale che si estende fino ai nemici. La lunghezza nel tempo è tale che non viene mai meno, ma incomincia quaggiù e si conclude nella gloria. Non proviene da noi neppure il fatto che amiamo Dio, ma è lo Spirito di Gesù che ci attrae, trovandoci disponibili. Quanto il Padre ci abbia amato in Cristo e quanto grande sia stato l'amore di Cristo per noi appare nella sua forma estrema sulla croce, da quel cuore squarciato dalla lancia del soldato. Non si tratta di un semplice particolare, l'evangelista sottolinea solennemente che quel sangue simboleggia il sacrificio di Cristo, l'acqua è indice dello Spirito che Gesù aveva promesso di effondere. Dal cuore trafitto di Gesù nasce la Chiesa. La solennità del Sacro Cuore è la sintesi di tutto il disegno salvifico: proclama Dio che si manifesta amore crocifisso per l'uomo. "Cristo nostro Signore innalzato sulla croce nel suo amore senza limiti donò la vita per noi e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza".

    • 2 min
    [Ven 7] Vangelo: Os 11, 1. 3-4. 8-9; Sal. Is 12; Ef 3, 8-12. 14-19; Gv 19, 31-37.

    [Ven 7] Vangelo: Os 11, 1. 3-4. 8-9; Sal. Is 12; Ef 3, 8-12. 14-19; Gv 19, 31-37.

    Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
    Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
    Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

    • 1m

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