3. Sono stato all'inferno. Innocente Pianosa - L'isola del diavolo

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Tra la primavera e l'estate del 1992 l'Italia affronta l'emergenza delle stragi di mafia. Due bombe uccidono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La Stato risponde con un giro di vite nella detenzione dei boss che vengono trasferiti in carceri speciali. Una di queste è la sezione Agrippa a Pianosa, un carcere nel carcere, al centro dell'isola, al centro di molte polemiche per le condizioni disumane di detenzione in regime di "41 bis", la forma la detenzione più dura. Una risposta necessaria? Un'operazione di facciata? Un modo per indurre collaborazioni?
Gaetano Murana viene arrestato sulla base delle dichiarazioni di un sedicente "pentito" detenuto a Pianosa e condannato all'ergastolo per la strage di Paolo Borsellino. Dopo 18 anni di carcere, di cui 16 al 41 bis, in parte a Pianosa, tra botte e sputi, si scopre che è innocente, completamente innocente e che quel collaboratore si era inventato tutto per uscire dell'inferno di Pianosa. Le ferite, i legami tra politica e criminalità organizzata, i depistaggi, la mancata assunzione di responsabilità quando a sbagliare è lo Stato.

Interviste a: Gaetano Murana, Rosalba Di Gregorio
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera

Tra la primavera e l'estate del 1992 l'Italia affronta l'emergenza delle stragi di mafia. Due bombe uccidono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La Stato risponde con un giro di vite nella detenzione dei boss che vengono trasferiti in carceri speciali. Una di queste è la sezione Agrippa a Pianosa, un carcere nel carcere, al centro dell'isola, al centro di molte polemiche per le condizioni disumane di detenzione in regime di "41 bis", la forma la detenzione più dura. Una risposta necessaria? Un'operazione di facciata? Un modo per indurre collaborazioni?
Gaetano Murana viene arrestato sulla base delle dichiarazioni di un sedicente "pentito" detenuto a Pianosa e condannato all'ergastolo per la strage di Paolo Borsellino. Dopo 18 anni di carcere, di cui 16 al 41 bis, in parte a Pianosa, tra botte e sputi, si scopre che è innocente, completamente innocente e che quel collaboratore si era inventato tutto per uscire dell'inferno di Pianosa. Le ferite, i legami tra politica e criminalità organizzata, i depistaggi, la mancata assunzione di responsabilità quando a sbagliare è lo Stato.

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Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera

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