11 episodi

Sdraiarsi costringe alla momentanea resa. Ci si lascia andare, si fa cadere la maschera e per un attimo semplicemente si è se stessi. Sdraiarsi implica cambiare prospettiva, si passa dal guardare ciò che rientra nel nostro campo visivo, a ciò che sta in alto, il respiro si allarga, le membra si distendono e si è pronti a sognare. Per questo i cuscini sui quali si poggia la testa e si abbandona il cuore, sono pieni di sogni.

Nuove storie, nuove epoche, nuovi amori nascono dal coraggio di immaginare quello che prima non c’era. Senza sogni grandi, impossibili, arditi, non c’è cambiamento, non c’è rivoluzione.

Questo è Sul Cuscino
Io sono Alessandra Tinozzi
www.alessandratinozzi.com

Sul Cuscino Alessandra Tinozzi

    • Cultura e società
    • 5,0 • 35 valutazioni

Sdraiarsi costringe alla momentanea resa. Ci si lascia andare, si fa cadere la maschera e per un attimo semplicemente si è se stessi. Sdraiarsi implica cambiare prospettiva, si passa dal guardare ciò che rientra nel nostro campo visivo, a ciò che sta in alto, il respiro si allarga, le membra si distendono e si è pronti a sognare. Per questo i cuscini sui quali si poggia la testa e si abbandona il cuore, sono pieni di sogni.

Nuove storie, nuove epoche, nuovi amori nascono dal coraggio di immaginare quello che prima non c’era. Senza sogni grandi, impossibili, arditi, non c’è cambiamento, non c’è rivoluzione.

Questo è Sul Cuscino
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    Cambia il colore

    Cambia il colore

    Creatività- Parte 3\Cambia il colore
    (Photo di Nonna Nella, uscita 29 giugno)

    Il gesto più creativo di Lionella Peduzzi, fu quello di farsi bionda platino, che ve lo dico, per una ragazza nata sul lago di Garda nel 19 (millenovecento19!) era tanta roba. Sopravvissuta alla guerra, alle perquisizione di ragazzoni tedeschi, ad un fratello mai più tornato dalla neve della Russia, ad una madre impazzita che girava per il paese fumando la pipa e gridando “Ginoooo, ginoooo…”, con un urlo che paralizzava i gesti di tutti e straziava i cuori in una morsa di ghiaccio Ecco, la Nella, sopravvissuta ad una fame nera, con la complicità di una suora grassa che le regalava banane delle mense dell’ospedale militare, quella ragazza, decise di farsi bionda. Bionda platino. Era il 1944, la guerra non era ancora finita e tutt’intorno si continuava a morire. E lei pensò, mi faccio bionda. Allora era una ragazza e non sapeva ancora che sarebbe diventata mia nonna.

    Nei primi mesi del 1945, quando arrivò, giovane sposa, in uno sperduto paesino arroccato nelle colline del Piemonte, tutti la guardarono con la diffidenza con cui la gente di campagna guarda ai forestieri e quei capelli biondi li fecero fantasticare che fosse una spia tedesca. Da quelle parti di tedeschi non ne erano passati, ma sicuramente erano biondi. Decidere di farsi bionda per mia nonna volle dire per immaginare di avere un destino diverso da quello che le spettava, voleva dire sperare nell’amore, nella vita, nel domani.
    Negli anni 40 nessuno forse pensava ad essere creativo tantomeno la povera gente: ma in realtà lo era. Perché la creatività non è fare decoupage, o dipingere acquarelli o recitare poesie. La creatività è vivere intensamente, è trovare strade nuove, è inventare nuovi orizzonti, è avere coraggio. Mia nonna fece quello che le era consentito di fare nel suo spazio e nel suo tempo ed ebbe coraggio.

    Una sera, rientrando a casa sola, venne circondata da un gruppo di partigiani, ragazzi come lei, che erano convinti che la sua provenienza ed i suoi capelli, fossero la prova che era una spia dei tedeschi. Credevano che il matrimonio con mio nonno fosse una copertura. Cosi’ succede in tempo di guerra, quando la paura fa sospettare gli uni degli altri. Mi nonna mi disse che si salvò solo perché, frenando con la bicicletta, le si aprì il cappotto e si vide il suo pancione. Forse ebbero piena, forse ebbero un dubbio, ma non le spararono.

    Mia nonna partorì e poi continuò ostinatamente a farsi bionda, a vivere in Piemonte, dove 60 anni dopo era ancora considerata “forestiera”.

    Il ritratto di questa puntata è il suo, e mi è particolarmente caro perché glielo feci sul suo letto, il giorno prima che morisse. Era ormai offuscata , ma riesci ancora a guardarmi negli occhi con un sorriso tenero e triste. È un ritratto intenso per me, perché mi ricorda che siamo qua in un attimo che eterno ed è già finito. Mia nonna senza saperlo mi ha insegnato che ci sono piccoli atti di quotidiana creatività che ti salvano la vita.

    • 5 min
    Benedette scadenze

    Benedette scadenze

    Creatività- Parte 2\Benedette scadenze
    (Photo di Michele Guaschino, uscita 18 giugno)


    Essere creativi non è qualcosa che ha a che fare con l’arte, i musicisti, gli attori, i fotografi. Essere creativi non è una condizione che qualcuno ha e qualcuno no, è piuttosto la dimensione della vita che si sviluppa e che diventa pienamente se stessa. Cosi un bambino è creativo non tanto perché inventa fiabe o dipinge il cielo di verde, anche, ma soprattutto perché trova un modo per stare in equilibrio sulla bicicletta senza ruote, mentre suona il campanello, sorride e canta. La prima volta probabilmente cadrà, ma poi… prova e riprova, alla fine trova un modo, il suo, e ci riesce.

    La creatività è la capacità di trovare soluzioni che prima erano problemi. La creatività è preveggente, perché ti fa vedere cose che ancora non ci sono, la creatività è tonificante perché dà ritmo e senso alle nostre giornate, la creatività è divertente, emozionante, rivoluzionaria e benefica. Ecco perché è una dimensione che deve trovare spazio nel nostro quotidiano e se ci sembra che manchi, va coltivata, perché coltivare lei, fa fiorire la nostra vita.

    Nella puntata precedente dicevo di cosa fare quando la creatività si blocca e di come tornare al punto di partenza, interrogandosi sul Perché, sulla motivazione profonda possa essere un modo per sbloccarla. Perché si scrive, perché si fa una torta? perché si coltiva un orto, perché si aggiusta il motore di un auto, si lava il cane, si riordinano le fatture. Perché? Questa sono tutte attività che possiamo fare in modo creativo o abitudinario, sta a noi. Sta a noi scegliere se possiamo farle per obbligo o per passione, seguendo una schema o inventando un nuovo percorso.

    In ogni modo, tanto dà, tanto richiede. È energia che brucia, consuma e talvolta anche affatica. Per come sono fatta io, un piccolo fattore di costrizione, mi aiuta ad andare oltre me stessa. Oltre alle mie idee e ai miei talenti. Allora in questo senso, benedette scadenze. Senza scadenze i miei progetti creativi ristagnano su loro stessi, tra impulsi di ideazione appassionata, improvvise depressioni svalutative e pigri posticipi. Ecco, invece quando ho una scadenza, arrivo fino in fondo.

    Guardate, è successo lo stesso con questo podcast che è andato in onda nella sua prima puntata per colpa di Ignazio. Ignazio è la mia benedetta scadenza, lui è il ragazzo che regista, mixa, taglia e incolla i miei file audio e il nostro appuntamento davanti al microfono è diventato lo stimolo per pubblicare questo podcast ogni giovedì. Il suo rigore e il suo incoraggiamento sono diventati la mia sfida. Senza di lui, a parte che i miei audio farebbero schifo, ma so per certo che sarei ancora lì ad ascoltare e riascoltare e a pensare se questo format fosse come no una buona idea. Smettere di pensare e fare e ciò che fa la differenza, che la creatività non è essere bravi a fare una cosa, ma farla ogni volta in modo nuovo.

    Il ritratto di questa puntata è quello di un piemontese schivo e di poche parole, lui per me è un vero creativo, che fa per il gusto di fare, con maestria, talento e dedizione. (potrete andare a veder di chi parlo dal link che vi metto nelle info)
    Lui si chiama Michele Guaschino ed è un infaticabile creatore di mostri, zombi e morti ammazzati.

    • 5 min
    Creatività (parte1) - Ripartire dal perché

    Creatività (parte1) - Ripartire dal perché

    La creatività ci fa bene, ma quando si blocca, che possiamo fare? In questa puntata ti racconto come faccio io a venire fuori dall’impasse.

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    • 5 min
    Il coraggio di respirare

    Il coraggio di respirare

    Ci sono delle situazione, delle passioni, delle persone che sono vitali per noi come respirare. Altre che ci soffocano e ci tolgono il respiro.
    Talvolta occorre avere coraggio e scegliere. Scegliere di respirare e vivere.

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    • 5 min
    Venir bene in fotografia

    Venir bene in fotografia

    Venir bene in fotografia è qualcosa che interessa più o meno a tutti. Chi dice che non è vero, mente. O è un bambino, ma molto piccolo, o un vecchio, ma davvero molto vecchio. Poi certo ci sono i gatti , ma questa è un’altra storia.

    Il ritratto di questa puntata è quello di Anna Morelli, editore di Cook_inc, straordinario magazine di cucina internazionale, con lei vi racconto di come si può smettere di fissarsi sul nostro orribile difetto… e cominciare a venire bene in foto.

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    • 5 min
    Condividere i sogni

    Condividere i sogni

    Il cuscino di solito è un posto per una sola testa, ma con chi e quando vale la pena di condividerlo? In questa puntata racconto di sogni condivisi e di persone che insieme, hanno immaginato un panorama che prima non esisteva, e lo hanno costruito.

    I ritratti sono quelli di Antonella Ricci e Vinod Sookar, di Andrea e Patrizia Larossa e di mia mamma e papà...li trovate sul mio blog a questo indirizzo : http://alessandratinozzi.com/condividere-i-sogni/

    • 5 min

Recensioni dei clienti

5,0 su 5
35 valutazioni

35 valutazioni

silpaterlino ,

Gran bel risultato!!

Sensibilità, sentimenti, emozioni, storie e valori al servizio dell'arte fotografica o viceversa? Comunque sia gran bel risultato!!

giocu60 ,

Chapeau!

Racconti mai scontati, da ascoltare con il cuore e con la mente, great job 😍🙏

il tuo regista preferito ,

Brava Ale!

Ottimo lavoro, c'è sempre bisogno di storie da raccontare

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