Caorunn Gin_Balmenach Disillery (by Matteo‪)‬ 3x1 Un viaggio, tre esperienze

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Siamo nel cuore delle Highland, circa 60km a sud di Inverness,
nel distretto di Cromdale, sulle rive del fiume Spey, appena sotto
la collina di Tom Lethendry dove i giacobiti nel 1690 furono
sconfitti all’omonima battaglia di Cromdale e stiamo per scoprire
la distilleria Balmenach, fondata nel 1824 e proprietà di Glenlivet
dal 1897 ma stavolta non parliamo di whiskey.
Sapevate che il 70% del gin prodotto nel Regno Unito è
fabbricato, in realtà, nella patria di Robert the Bruce?
Già. Ebbe tutto inizio nel 1700 quando le prime bottiglie
dell’infuocato Jenever olandese iniziarono a essere scambiate
nel porto di Leith a Edimburgo. Forse il ginepro scozzese
utilizzato per creare questa bevanda era speciale, in ogni modo
il gin divenne così popolare che presto spuntarono varie
distillerie scozzesi che iniziarono a produrne la loro versione.
Da anni la Scozia è la patria di molti dei marchi più venduti al
mondo come Gordon’s, Tanqueray e Hendricks. Recentemente,
tuttavia, il gin scozzese ha attirato l’attenzione che si merita
pienamente, registrando un enorme aumento di produttori e –
nello specifico - ciò che prende vita a Balmenach è il fantastico
Caorunn, un Gin artigianale, a quadrupla distillazione, la cui
produzione viene tutt’ora guidata dal suo ideatore, Simon Buley.
Le botaniche utilizzate in questo Gin sono 11 di cui 6 classiche e
5 fortemente territoriali, tra cui le Rowan Berries (le bacche di
sorbo) che gli donano non solo il suo gusto fortemente
riconoscibile ed un’anima dannatamente scozzese, ma anche il
nome Caorunn (pronunciato "ka-roon") termine gaelico che
indicava proprio le bacche in questione. Altro elemento di unicità
è rappresentato dal processo di infusione artigianale delle
botaniche. Quest’ultima avviene utilizzando ottima acquavite di
cereali, che viene vaporizzata in lotti di 1.000 litri usando l’unica
Copper Berry Chamber attiva in tutto il mondo, un alambicco
datato 1920, utilizzato durante il Proibizionismo negli Stati Uniti
per l’estrazione degli oli essenziali destinati alle fragranze, con
un processo lento e complesso che garantisce l’ottimale
assorbimento di tutti gli aromi e i sapori delle botaniche. Il
distillato viene infine tagliato con acqua purissima, ovviamente
scozzese, proveniente dal suggestivo parco naturale in cui la
distilleria è immersa.

Siamo nel cuore delle Highland, circa 60km a sud di Inverness,
nel distretto di Cromdale, sulle rive del fiume Spey, appena sotto
la collina di Tom Lethendry dove i giacobiti nel 1690 furono
sconfitti all’omonima battaglia di Cromdale e stiamo per scoprire
la distilleria Balmenach, fondata nel 1824 e proprietà di Glenlivet
dal 1897 ma stavolta non parliamo di whiskey.
Sapevate che il 70% del gin prodotto nel Regno Unito è
fabbricato, in realtà, nella patria di Robert the Bruce?
Già. Ebbe tutto inizio nel 1700 quando le prime bottiglie
dell’infuocato Jenever olandese iniziarono a essere scambiate
nel porto di Leith a Edimburgo. Forse il ginepro scozzese
utilizzato per creare questa bevanda era speciale, in ogni modo
il gin divenne così popolare che presto spuntarono varie
distillerie scozzesi che iniziarono a produrne la loro versione.
Da anni la Scozia è la patria di molti dei marchi più venduti al
mondo come Gordon’s, Tanqueray e Hendricks. Recentemente,
tuttavia, il gin scozzese ha attirato l’attenzione che si merita
pienamente, registrando un enorme aumento di produttori e –
nello specifico - ciò che prende vita a Balmenach è il fantastico
Caorunn, un Gin artigianale, a quadrupla distillazione, la cui
produzione viene tutt’ora guidata dal suo ideatore, Simon Buley.
Le botaniche utilizzate in questo Gin sono 11 di cui 6 classiche e
5 fortemente territoriali, tra cui le Rowan Berries (le bacche di
sorbo) che gli donano non solo il suo gusto fortemente
riconoscibile ed un’anima dannatamente scozzese, ma anche il
nome Caorunn (pronunciato "ka-roon") termine gaelico che
indicava proprio le bacche in questione. Altro elemento di unicità
è rappresentato dal processo di infusione artigianale delle
botaniche. Quest’ultima avviene utilizzando ottima acquavite di
cereali, che viene vaporizzata in lotti di 1.000 litri usando l’unica
Copper Berry Chamber attiva in tutto il mondo, un alambicco
datato 1920, utilizzato durante il Proibizionismo negli Stati Uniti
per l’estrazione degli oli essenziali destinati alle fragranze, con
un processo lento e complesso che garantisce l’ottimale
assorbimento di tutti gli aromi e i sapori delle botaniche. Il
distillato viene infine tagliato con acqua purissima, ovviamente
scozzese, proveniente dal suggestivo parco naturale in cui la
distilleria è immersa.