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Appuntamenti di Poesia sonora letti dagli autori con accompagnamento del compositore Alessandro Muresu

VOCEVERSO di Carla Francesca Catanese carla francesca catanese

    • Society & Culture

Appuntamenti di Poesia sonora letti dagli autori con accompagnamento del compositore Alessandro Muresu

    REGINETTA MOBILE_Recital Tris-TE_MISS VENA

    REGINETTA MOBILE_Recital Tris-TE_MISS VENA

    Poesia sonora di Carla Francesca Catanese (2021)
    REGINETTA MOBILE / RECITAL TRIS-te
    une ode hémorragique illustrée


    Saliva mi svena diaframma
    Saliva Miss Vena
    Los Dias Dramma

    Dalla base profonda della nostra 
carne ci siamo indossati saliva
    le ossa come guanti questo fitness usati cardiocorpo vulva di secolo-valvola cuciti
    addosso un saio mitrale

    - sai-oh vai a ritmo sinusale -

    batte cronorifugio l’organo orgasmoutopico il tempo palpita l’arteria mi svena congiunge cor-cordis accordi
    ti accorgi ammaliava, animalava?

    Anima l’esca saliva Miss Vena
    scendeva un’ode circolatoria illustrata sul tram 347 Cinque otto seicentonovantaquattro
    /il plotone dell’ordinario al numero in sovrimpressione tre cartelloni pubblicitari adagiano Compro Oro mascherine impettite badanti24h
    formato A5 Times Old Roman
    Quattro signore di media stazza corporale unite d’età algovariabile intonano stacchetti/

    il ragazzo in dad parla forte la notte bestemmia un revival dice - polvere aritmica -
    /“la So La Storia”/

    Zeitgeist - Spirito dei tempi saliva, mi frena, mi svena scendeva l’ode di turno linfatica Miss Vena

    alle periferie capillari sistema/ventricolo/capitale
    [del dolore]
    - c’est Marx c’est Eluard c’est moi -
    occhio che scalpita
    palpita L’inguine guaina diaframma Dio dia
    los dias fiamma
    FERMATA

    IN VISTA PANORAMICA
    ohhh bloody mari
    pallida la speme mi svena meme smerico mare desideri
    O ro al
    chi misti La[tua]can ero s

    si è
    perso
    - e non è - più tornata.
    [IL CORO: Dall’orifizio standard si intravede anche Lampedusa Beach] ULTIMA

    STAZIONE
    Saliva mi svena diaframma
    saliva Miss Vena
    Los Dias Dramma
    freme mi svena mi frena
    la pelle peau douce bye-bite-baby /gli anticorpi Camay si sono arresi/
 all’ultima d’emo
    glo binario tris
    Te.

    Arrivati in Villa.
    Circolare, circolare!
    MISS Vena scendeva.
    [profilo autoptico: un cuore senza vergogna ed un fegato illibato. DDL ZAN positivo]

    • 3 min
    MER_letti (bouillabaisse)

    MER_letti (bouillabaisse)

    Poesia sonora di Carla Francesca Catanese (2021).
    Con un gioco di scomposizione di parole in due lingue, il titolo incrocia il mare (mer in francese) mediterraneo ai ricami (merletti), con sottotitolo tra parentesi che si riferisce ad una nota ricetta della cucina marsigliese (la bouillabaisse), zuppa di pesce.

    TESTO di MER_letti [bouillabaisse]

    Le vedo queste parole a denti scarsi 

    ma che cavolo ci fate coi giornali scaduti con le pagine amare di lettere morte - le vite degli altri - aeroplanini cinetici, che so, rivestimenti poliedrici /cartastraccia/ ridisegnare le interiora le scansie delle librerie oppure quando fuori piove la pipì da raccogliere al cane
    
 se va bene da appartamento se va male molecolare

    che scrivere è diventato un abuso, scrivere è in disuso, scrivere è un sopruso allora togliti di dosso la cancrena della cronaca,

    svestiti 

    fai come Marta senza il televisore che si denuda nel cesso
    a ingozzarsi di swipe, o come Francesco col pallino Insta-chef
    “dice che il topinambur sta proprio bene col foie gras”

    io me li vedevo questi corpi di zuppa nera
galleggiare il mare

    mentre tu parli lo stesso
    istante lingua cotta livida di paese

    ingordo
    no Salvini no sì, si salvìno anestetico al menù 

    ma tu ci pensi a quella foto sul facabook?
    un visore di realtà aumentata sul visino del bambino israeliano piccino piccino mentre faceva il vaccino 

    poca fantasia dove andremo a finire l’unico tuo accenno monco che fine hanno fatto i pennarelli i lego le favole cadaveri 

    ben apparecchiati nel gommone 
sulla tovaglia di lino di mia nonna
    
 a divinazione a procrastinazione a capitalizzazione

    Ma ve l’hanno raccontata bene la storia? - Chi vi ha spacciato le tuniche, ha menzionato il Sudario? -

    e ricamatemi dentro
il vostro sacrificio
    a punto croce

    che qui è solo fame
    sotto i lampadari gourmet del nostro bel salotto

    • 2 min
    IN ATTESA SUL CANALE di Alessandro Muresu

    IN ATTESA SUL CANALE di Alessandro Muresu

    “In attesa sul canale” poesia sonora di Alessandro Muresu, testo e musiche originali di Alessandro Muresu

    Sto sfogliando un giornale al tavolino di una veranda,

    pagina uno, pagina due,

    questo è il giornale dell’asino

    transitano vecchi signori

    con le lenti accovacciate nella borsa

    e le ossa riservate

    sempre secondo il bollettino

    sono diretti al mare

    e sfidano il sole coi titoli di coda

    Appresso, i cani molto piccoli

    scolpiti nella linea di mezzo delle calle

    Io resto immobile impaziente, chi mi tocca è perso

    è colpito da lontano, da un lupo, lo faccio schioccare

    come una nocca di scimmia

    La curvatura degli occhi

    il cipiglio magico

    ruttano sulla faccia dimensioni parche

    alla velocità delle vite che subissano

    Secondo il caro manuale di istruzioni

    me le aspetto,

    aderisco volentieri al suono di una campana

    preda del tormento

    Così scappa una chiaroveggenza

    L’anno scorso a quell’appuntamento di cui ti raccontavo

    nei più asciutti dettagli

    quella notte di agio a Venezia

    una ragazza era caduta ripetutamente dalla bicicletta

    abbiamo fatto la gara per entrare dalla miss-medico

    e prima il sondaggio e il drenaggio e i camici inerti

    di temperatura, di sospetto incendio

    di caratterizzazione del rischio di farsa

    però lei ha sempre avuto la meglio

    da grande ferita sul campo quale era

    è passata avanti e se n’è andata

    complice la sua indefinita età, la stranita linea del coccige,

    qualcuno di non troppo lontano aspettava

    la sua treccia rampante da stringere per benino

    Sono sceso dal mio palazzo di scheletro

    per dirmene un’altra salva e ho atteso tanto

    ma proprio tanto nella tasca dell’orologio

    la sua insegna cosmica sorretta da vele puntate ad ogni quarto

    non mi ha più, questo sembra,

    questo segna, la medesima mimica solare

    tarata dalla disciplina di chi sa

    I parenti mi ricordano troppo la sciagura

    e quando fanno ritorno prego che se ne vadano

    Mai più rivisti, mai più sentiti, risonanti tubuli

    alito che si scassa nel vento

    che porta pantano e voglie inammissibili

    cip cip cip è il vespro, è ancora minimamente umano

    che si rifa comunque sotto a quel coso

    cip cip

    il palco che fremeva ingerisce la platea

    Un uomo apposito la sera piscia dalla catapecchia rimasta in disuso

    documenti alla mano, nessun villano si adopera per scacciarlo

    lui scompare all’arrivo dei manovali che asciugano

    coi fogli della carta intestata

    Sarà messo a verbale, potete contarci

    L’acqua minerale viene grattata dalle vene dei muri

    questa è l’epoca dell’ipofisi che arranca

    che aggiunge un letto per un paio di mummie

    da entrambi gli approcci staccate

    Quanto imposto gli servirà per agire e trottare

    e fare la lotta, chiamiamola con altri rumori

    una quantità di garze e di nervi

    nell’aldilà, al di qua

    tanti aloni

    che rimarranno mesi nel fosso apologetico

    a coagulare

    Adesso che voi siete padroni

    una volta sposati che cosa succede?

    Andrete pian pianino ad Est, per i vicoli dei mercati

    calpestando i vermi schierati a difesa di cattedre larghe

    e i gatti maestosi mescolati nell’ombra

    cantano cori degni di un principato

    Voialtri nel destino, i biglietti ambigui di auguri

    certo saranno spediti da ogni scoglio

    minacciando di saltare di sotto
    br...

    • 10 min
    ORGANIC WILCOCK di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    ORGANIC WILCOCK di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    Poesia sonora di Carla Francesca Catanese, ispirata al titolo della silloge “La parola morte” di J. Rodolfo Wilcock, recitata insieme al compositore Alessandro Muresu.

    Organic Wilcock

    La parola morte difetto nei vostri orologi scarsi esiste
    la dilata alfabeto sulle trame mute dei rami
    antico
    bava ci riporta la notte, ognuno
    vermi sottesi alle zolle detriti innaturali
    concime futuro di urla.

    Eppure si vive

    lo straniero ti vaga negli occhi
    vespri che reciti sul tuo
    suo
    petto il paese dei folli

    centotrentamila ho contato

    ossa di spiagge genitali il secolo esofago
    fa gola

    la sutura respiro
    nostra
    fame tra le mucose.

    • 3 min
    [ALGO_RITMOMBRA]

    [ALGO_RITMOMBRA]

    Appuntamento di sperimentazioni linguistiche e sonore lette dall’autrice con accompagnamento musicale del compositore Alessandro Muresu. ALGO RITMO OMBRA

    • 2 min
    VOCEVERSO di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    VOCEVERSO di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    Cinque componimenti recitati dall’autrice su progetto sonoro del compositore Alessandro Muresu

    • 7 min

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