OP - Omicidio Pecorelli Emons Record
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- 事件/犯罪
Il 20 marzo 1979 viene ucciso Mino Pecorelli. 40 anni dopo, Raffaella Fanelli ritrova due verbali "dimenticati". I documenti contengono le dichiarazioni di Vincenzo Vinciguerra. Il neofascista rivela il nome di chi custodiva l’arma del delitto e traccia il quadro del movente. Il caso è riaperto, la magistratura indaga ancora.
Una produzione Emons Record
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Puntata 1. "Roma, 20 marzo 1979"
Roma, 20 marzo 1979. Mino Pecorelli viene ucciso dopo aver lasciato la redazione di OP, Osservatore Politico, il settimanale che dirige. Dopo quarant’anni, Raffaella Fanelli ha permesso la riapertura delle indagini su quell’omicidio irrisolto.
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Puntata 2. “L’occhio magico”
Chi era Pecorelli? Quali erano le sue fonti? Prima di essere un settimanale, OP un’agenzia di stampa e un mensile. Nelle agende di Mino risultano numeri di ambasciate dell’Est, alte cariche dello stato, nominativi e linee dirette di funzionari.
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Puntata 3. “Chiunque ci paga, quello è un lavoro”
Dalle indagini sull’omicidio Pecorelli sparirono verbali, testimonianze, identikit e reperti. Due giorni dopo la sua morte una voce anonima indica come mandante “Licio Gelli” e avverte che tale persona sarebbe sul punto di lasciare l’Italia.
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Puntata 4. “Nessuna controindicazione”
Nel 1991 Gelli e il tenente colonnello del Sismi Viezzer furono indagati come mandanti dell'omicidio Pecorelli; i fratelli Fioravanti e Massimo Carminati vennero indicati come esecutori. Non ci fu nessun rinvio a giudizio. Tutti furono prosciolti.
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Puntata 5. “Un favore ad Andreotti”
Il 6 aprile 1993 Tommaso Buscetta parla per la prima volta dei rapporti tra politica e mafia e racconta di aver saputo dal boss Gaetano Badalamenti che l’omicidio Pecorelli sarebbe stato compiuto per fare un favore a Giulio Andreotti.
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Puntata 6. “L’uomo della CIA”
Nel 1968, Federico Umberto D’Amato, poi direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, impedisce la pubblicazione di un’inchiesta di Mino Pecorelli.
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