Gran Caffè Pedrocchi dal 1831 Caffè Storici del Veneto

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Il Caffè Pedrocchi sorse nel cuore della città, nel centro di quella che un tempo era la Patavium romana. Secondo Strabone Padova, insieme a Cadice, era la più bella città di tutto l’impero dopo Roma, con un teatro nell’attuale Prato della Valle e un anfiteatro nell’area della Cappella degli Scrovegni, un foro, templi, una basilica e ricche domus, case decorate con mosaici. Di sicuro paron Antonio non fece economia né usò materiali scadenti nella costruzione del suo locale, ma utilizzò magnifici marmi, specchi e quanto di meglio offrisse il mercato, ordinò sculture e si valse di validi pittori per gli affreschi, per non parlare degli elegantissimi arredi. Molto si parlava dei suoi investimenti e grande era lo stupore dei padovani di fronte alle enormi quantità di denaro che l’opera richiedeva. C’era chi sosteneva che il caffettiere avesse trovato un tesoro durante gli scavi per le fondamenta. Il memorialista Carlo Leoni ipotizzò che Antonio Pedrocchi avesse trovato un tesoro in gemme o, ch’è più facile, in idoli d’oro. Qualche sospetto, viste le ingenti spese sostenute dal caffettiere, può anche venire. Quel che è certo è che la vera fortuna del Pedrocchi fu il grande successo che, fin dall’inizio, ottenne il nuovo ritrovo.
© Editoriale Programma - Maria Beatrice Autizi

Il Caffè Pedrocchi sorse nel cuore della città, nel centro di quella che un tempo era la Patavium romana. Secondo Strabone Padova, insieme a Cadice, era la più bella città di tutto l’impero dopo Roma, con un teatro nell’attuale Prato della Valle e un anfiteatro nell’area della Cappella degli Scrovegni, un foro, templi, una basilica e ricche domus, case decorate con mosaici. Di sicuro paron Antonio non fece economia né usò materiali scadenti nella costruzione del suo locale, ma utilizzò magnifici marmi, specchi e quanto di meglio offrisse il mercato, ordinò sculture e si valse di validi pittori per gli affreschi, per non parlare degli elegantissimi arredi. Molto si parlava dei suoi investimenti e grande era lo stupore dei padovani di fronte alle enormi quantità di denaro che l’opera richiedeva. C’era chi sosteneva che il caffettiere avesse trovato un tesoro durante gli scavi per le fondamenta. Il memorialista Carlo Leoni ipotizzò che Antonio Pedrocchi avesse trovato un tesoro in gemme o, ch’è più facile, in idoli d’oro. Qualche sospetto, viste le ingenti spese sostenute dal caffettiere, può anche venire. Quel che è certo è che la vera fortuna del Pedrocchi fu il grande successo che, fin dall’inizio, ottenne il nuovo ritrovo.
© Editoriale Programma - Maria Beatrice Autizi