FORM-A®T Format Centro Audiovisivi - Trento

“E’ meglio una testa ben fatta, che una ben piena”. Il filosofo francese Edgar Morin aveva già messo in guardia dai rischi che si corrono proponendo un’educazione fatta solo di nozioni, di dati, e di un sapere che si accumula nella mente senza poter poi essere organizzato. Meglio quindi una “testa ben fatta”, abituata a collegare i saperi ed adattare le conoscenze: educata – insomma – alla complessità. E proprio alla complessità della vita e all’incertezza che ne scaturisce è stata dedicata l’ultima edizione di Educa, l’incontro nazionale sulla pedagogia organizzato a Rovereto.

Sono tornati a Trento gli stand della “Borsa internazionale del turismo montano”, la rassegna fieristica dedicata all’accoglienza in alta quota. Giunto alla dodicesima edizione, l’evento ha attirato anche ques’tanno un mix di cittadini curiosi e di addetti ai lavori, tutti interessati a conoscere qualcosa in più sullo stato di salute del turismo di montagna e sul suo futuro. Tre giorni di discussioni, di strategie commerciali e di proposte su come attivare offerte turistiche che sappiano stare al passo coi tempi. Più di 60 Tour Operators provenienti da 22 Paesi, un’area espositiva di 2000 mq e oltre 130 aziende coinvolte.

Tre continenti, un mare nostrum e un crogiolo di culture, saperi, arti e religioni. Sono questi gli ingrededienti della 31esima edizione del Festival Oriente-Occidente, dieci giorni di musica, danza, e incontri che anche quest’anno ha messo d’accordo critica e pubblico. “Sulle rotte di Ulisse: Danze, culture e incroci nel Mediterraneo”, questo il titolo dell’evento concentrato a cogliere l’essenza, attraverso la danza, dei tratti comuni e delle differenze che alimentano la grande complessità culturale del Mediterraneo.

Una nave getta l'ancora in un lido sconosciuto; i marinai scendono sulla riva domandandosi cosa li possa aspettare in quel luogo così lontano da casa. È questo l'inizio della bella e interessante mostra che si è aperta al Museo del Buonconsiglio di Trento con il titolo Le grandi vie delle civiltà; un percorso che prende per mano lo spettatore e lo conduce attraverso un viaggio fantastico durato migliaia di anni.

V o F. Una lettera sola... Tanto separa, o sarebbe forse meglio dire unisce, il popolo alle sue tradizioni. Se infatti il Folk, inteso come folklore, è un’espressione che abbraccia tutto ciò che di tradizionale viene prodotto da una comunità, scritto con la V il termine delinea proprio quella comunità, quell’essenza di popolo, che il Romanticismo germanico considerava essere il più profondo senso d’appartenenza dell'uomo; fonte della sua creatività, dei suoi sentimenti e anche della sua individualità. La mostra: “Il costume del Volk”, allestita presso il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele, ha il merito di fondere assieme queste due accezioni e di mostrarci, attraverso gli abiti tradizionali, quali sono i valori, i punti di riferimento, le intenzioni e le modalità attraverso le quali viene messa in scena, ancora oggi, l’appartenenza a un territorio. Vestiti che diventano quindi simboli, testimonianze di uno spirito fondamentale e sfuggente come l’identità.

“La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.” Così Victor Hugo, quasi due secoli fa, denunciava lo stigma sociale che avrebbe accompagnato per sempre, gli ex carcerati. Oggi si cerca di rendere meno indelebile quel marchio, puntando su una detenzione più utile e che possa riabilitare. Anche per questo a Trento il vecchio carcere di via Pilati è stato dismesso e spostato in una nuova struttura.