Crimine • Storie Vere Michele Ainzara
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- Waargebeurde misdaad
Numerosi studi hanno dimostrato che i serial killer non sono un'invenzione della nostra società moderna. Al contrario, fin dalla notte dei tempi, uomini e donne hanno ucciso i loro simili per puro piacere. Questa serie di racconti descrive il percorso di criminali o serial killer che infestano la nostra storia collettiva. Queste cronache si basano su indizi raccolti sulle scene del crimine, sui verbali dei delitti, sulle analisi tecniche e psicologiche degli esperti. L'ascoltatore ha quindi tutti gli elementi per formarsi un'opinione. Questa serie non è solo una raccolta di notizie, ma un tentativo di capire, attraverso una serie di casi complessi, i modelli che spingono qualcuno a uccidere e poi a recidivare.
CRIMINE • Storie Vere : un podcast Studio Minuit
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La strage di Capaci • Episodio 2 di 2
Il 31 maggio 2021 Giovanni Brusca lascia la prigione, dopo aver scontato una pena di 25 anni. La sua uscita è così chiassosa, come lo è stato il suo arresto, il 25 maggio 1996. Quel giorno, un corteo di poliziotti, guidati dal capo della mobile Luigi Savina, entra nei cortili della Questura di Palermo: gli agenti sono incappucciati, con le armi lunghe in pugno e, sporgendosi dai finestrini delle auto, urlano di gioia: “lo scannacristiani” è in manette.
Il giorno della scarcerazione provoca l’effetto contrario: questa volta a urlare, ma allo scandalo, all’ingiustizia, sono i parenti delle vittime.
Tuttavia, non ci sono alternative: la legge lo ha catturato, la legge lo rimette in libertà. La detenzione è arrivata al termine, malgrado le decine di omicidi, per cui è stato condannato.
Inevitabilmente, si riapre la ferita della strage di Capaci.
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La strage di Capaci • Episodio 1 di 2
Il 31 maggio 2021 Giovanni Brusca lascia la prigione, dopo aver scontato una pena di 25 anni. La sua uscita è così chiassosa, come lo è stato il suo arresto, il 25 maggio 1996. Quel giorno, un corteo di poliziotti, guidati dal capo della mobile Luigi Savina, entra nei cortili della Questura di Palermo: gli agenti sono incappucciati, con le armi lunghe in pugno e, sporgendosi dai finestrini delle auto, urlano di gioia: “lo scannacristiani” è in manette.
Il giorno della scarcerazione provoca l’effetto contrario: questa volta a urlare, ma allo scandalo, all’ingiustizia, sono i parenti delle vittime.
Tuttavia, non ci sono alternative: la legge lo ha catturato, la legge lo rimette in libertà. La detenzione è arrivata al termine, malgrado le decine di omicidi, per cui è stato condannato.
Inevitabilmente, si riapre la ferita della strage di Capaci.
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La banda della Uno bianca • Episodio 3 di 3
Bologna non aveva bisogno di questo. In realtà nessuna comunità ne ha bisogno, ma, per la voglia e il piacere di vivere e la leggerezza, che la città emana appena ci si mette piede, è ancora più doloroso accettare la sofferenza subita. Tutto in questa terra presta al sorriso, perfino i nomi delle persone: Alfonsino, Paride, Primo, probabilmente seguito dai fratelli Secondo, Terzo e così via, se non altro in reazione a un cattolicesimo, che qui per lunghi anni ha avuto la vita dura. Alfonsino, Paride e Primo fanno parte di questa storia, ne sono, fra gli altri, le vittime.
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La banda della Uno bianca • Episodio 2 di 3
Bologna non aveva bisogno di questo. In realtà nessuna comunità ne ha bisogno, ma, per la voglia e il piacere di vivere e la leggerezza, che la città emana appena ci si mette piede, è ancora più doloroso accettare la sofferenza subita. Tutto in questa terra presta al sorriso, perfino i nomi delle persone: Alfonsino, Paride, Primo, probabilmente seguito dai fratelli Secondo, Terzo e così via, se non altro in reazione a un cattolicesimo, che qui per lunghi anni ha avuto la vita dura. Alfonsino, Paride e Primo fanno parte di questa storia, ne sono, fra gli altri, le vittime.
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La banda della Uno bianca • Episodio 1 di 3
Bologna non aveva bisogno di questo. In realtà nessuna comunità ne ha bisogno, ma, per la voglia e il piacere di vivere e la leggerezza, che la città emana appena ci si mette piede, è ancora più doloroso accettare la sofferenza subita. Tutto in questa terra presta al sorriso, perfino i nomi delle persone: Alfonsino, Paride, Primo, probabilmente seguito dai fratelli Secondo, Terzo e così via, se non altro in reazione a un cattolicesimo, che qui per lunghi anni ha avuto la vita dura. Alfonsino, Paride e Primo fanno parte di questa storia, ne sono, fra gli altri, le vittime.
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Il massacro del Circeo • Episodio 2 di 2
Sui fatti del massacro del Circeo c’è poco da dire, sono chiari. I tre responsabili sono individuati, due subito arrestati e condannati, il terzo è forse morto in latitanza, la famiglia di una vittima è risarcita, la vittima sopravvissuta ha ottenuto giustizia attraverso il processo. Un caso risolto rapidamente, senza contestazioni o depistaggi. Ciò che invece è sconvolgente è il clima sociale e politico di quegli anni, all’origine di una furia e una violenza difficili da sopportare. Il massacro del Circeo conferma l’inizio di un cambiamento di rotta nella società italiana: cadono mentalità ancestrali e senso di impunità.
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