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Il Commento e il Vangelo del giorno

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno Monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

    • Religion & Spirituality

Il Commento e il Vangelo del giorno

    [Mar 28] Commento: Chi mi vuol seguire...

    [Mar 28] Commento: Chi mi vuol seguire...

    Il mistero della salvezza eterna, adombrato nel vangelo di ieri dal giovane ricco, è riproposto oggi da San Pietro nella prima lettura. Egli invita i fedeli a rileggere la storia dei profeti, non tanto come avvenimenti passati, quanto come realtà vissute oggi dai discepoli del Signore, che per primo ha adempiuto quanto le Scritture avevano profetizzato di lui. Non fermare quindi l'attenzione su ciò che è transitorio, come le prove e la sofferenza, ma su quello che è eterno: La gloria della risurrezione. Occorre quindi rivestirsi di una mentalità nuova, che sa dare alle realtà umane il loro vero valore. Il brano del vangelo conferma la necessità della sequela del Signore. Pietro si rivolge a Gesù: noi che abbiamo lasciato tutto... che ci siamo liberati dai vincoli del possesso... dalla mentalità del mondo... che cosa avremo? La risposta del Signore è quanto mai consolante: Avrete cento volte tanto insieme a persecuzioni... e nel futuro la vita eterna... E' una promessa esplicita per le anime consacrate e non solo... Ma attenzione agli inganni del demonio. I Padri di spiritualità ci ripetono: Non hai lasciato nulla se non lasci te stesso! E questo lasciare noi stessi, il nostro egoismo, il nostro orgoglio, il nostro "mondo", non è facile... ma d'altra parte costituisce una esigenza evangelica nella sequela di Gesù: Chi mi vuol seguire... E' quindi una mèta proposta alle anime consacrate che vogliono seguire più da vicino il Signore, ma anche a tutti i fedeli. Tutti infatti siamo chiamati a morire a noi stessi per far trionfare la grazia dello Spirito.

    • 1 min
    [Mar 28] Vangelo: 1 Pt 1, 10-16; Sal. 97; Mc 10, 28-31.

    [Mar 28] Vangelo: 1 Pt 1, 10-16; Sal. 97; Mc 10, 28-31.

    In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
    Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

    • 43 sec
    [Lun 27] Commento: Se vuoi essere perfetto...

    [Lun 27] Commento: Se vuoi essere perfetto...

    Il collegamento tra le due letture proposte per la nostra riflessione può esserci dato dal contrasto della situazione che esse ci presentano. Pietro invita alla gioia le comunità cristiane esposte alla incomprensione, e perfino alla persecuzione a causa della loro fede in Gesù che amano e nel quale credono pur non avendolo né incontrato né visto. La loro fede viene purificata con le prove della vita come l'oro che si prova con il fuoco. In risposta a questo invito, il ritornello del salmo responsoriale ci fa ripetere: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza. La gioia, quella vera e autentica, è dono dello Spirito; la proviamo quando osserviamo i suoi comandamenti. Di questa gioia sono pieni quanti da Lui si lasciano guidare nelle scelte della vita. A questa situazione delle comunità cristiane, credenti senza aver incontrato il Signore, fa riscontro l'atteggiamento del giovane ricco che appare sincero nella ricerca della vita eterna. Ha osservato davvero le norme della legge... ma "non sono felice... cosa mi manca ancora?" Forse un'osservanza solo esteriore, interessata... Il suo cuore è preso dall'affetto vincolante ai suoi beni. Gesù vuole liberarlo da questa schiavitù: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai e dallo ai poveri... poi vieni e seguimi... Proposta inaccettabile per lui! Si allontana dal Signore rattristato... E Gesù: Quanto è difficile che il ricco entri nel Regno di Dio. Dinanzi alla meraviglia degli apostoli che esclamano: E chi mai si può salvare? Gesù afferma: Impossibile agli uomini, ma non a Dio. Per fortuna! Sì, perché quanto è difficile distaccarsi dai beni della terra, dalle ricchezze che sono chiamate: Idolatria... Vorremmo che gli occhi del Signore si incontrino anche oggi con quelli di giovani d'ambo i sessi, si sentano amati... chiamati... per un servizio al Signore... ma che abbiano il coraggio che forse è mancato al giovane del Vangelo di oggi.

    • 2 min
    [Lun 27] Vangelo: 1 Pt 1, 3-9; Sal.110; Mc 10, 17-27.

    [Lun 27] Vangelo: 1 Pt 1, 3-9; Sal.110; Mc 10, 17-27.

    In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
    Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
    Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

    • 1 min
    [Dom 26] Commento: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo.

    [Dom 26] Commento: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo.

    Sant'Agostino passeggiava lungo la spiaggia meditando sul grande mistero della Trinità. Vede un bambino che, scavata un buca nella sabbia, vi versava l'acqua che attingeva con una conchiglia dal mare. - Che fai, bambino mio? Voglio mettere il mare in questa buca... - E' impossibile... mettere il mare così vasto in una buca così piccola... - E allora... come puoi tu richiudere nella tua piccola testa Dio così infinito?... E l'angelo sparì. Non è possibile alla nostra corta e limitata intelligenza penetrare e scrutare il mistero. Sarebbe bello poterci tuffare in esso e scoprire le meravigliose armonie di amore che intercorrono tra il Padre e il Figlio, e tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Chi ha solo intravisto queste altezze e questa profondità della sapienza di Dio non ha saputo fare altro che balbettare... Nessuna mente al mondo può immaginare, nessuna lingua può esprime quello che Dio tiene pronto per i suoi figli! Più che indagare, si accresca in noi la gioia di accogliere la Parola di Gesù che ci rivela il Dio, Uno e Trino, parlandoci ripetutamente della vita trinitaria che è amore: Il Padre manda nel mondo il suo Figlio Gesù per amore verso le sue creature, il Figlio offre se stesso in sacrificio di espiazione per amore dell'uomo peccatore, lo Spirito Santo, spirito di amore, diffonde nel cuore dell'uomo la tenerezza di figli adottivi del Padre... Nella pratica della vita cristiana spesso viene adombrato questo mistero: all'inizio della giornata e di ogni azione importante ci segniamo con il segno della croce in cui esprimiamo, a volte inconsciamente, i due misteri principali della fede: Unità e Trinità di Dio e Incarnazione, passione morte e risurrezione del Signore Gesù. Convinti di essere tempio del Dio vivente, sarebbe un prezioso frutto della solennità odierna se riuscissimo ad adorare in noi stessi questo nostro Dio che dimora presso di noi, se lo amiamo e fare con attenzione, devozione e intelligenza il segno della croce.

    • 2 min
    [Sab 25] Commento: Gesù e i bambini.

    [Sab 25] Commento: Gesù e i bambini.

    L’evangelista Marco, come è suo stile, ci offre dei quadri stupendi della vita di Cristo. La scena di oggi, Gesù circondato da bambini, ha ispirato ripetutamente l’iconografia cristiana. Suscita ammirazione e tenerezza in tutti noi. Alle braccia aperte di Cristo, pronte ad accoglierli e a benedirli, fa riscontro l’atteggiamento burbero dei discepoli, che animati da falso zelo, vorrebbero allontanare quei bimbi. Li ritengono molesti e incapaci di comprendere gli insegnamenti del Signore, troppo grandi e seri per loro. Gesù invece ammira in loro il candore, la loro spontaneità e la loro innocenza, li prende fra le sue braccia e li benedice. Li propone a tutti come modelli per entrare nel regno di Dio. Chi di noi non rimpiange talvolta quella beata innocenza, quella semplicità di cuore, che ci rendeva gradevole la vita e spontanea la fede e la preghiera? Da adulti ci siamo maledettamente complicata la vita, con le nostre manie di grandezza, con la nostra presunzione di poterci gestire da soli, con tutti i nostri interiori inquinamenti. Dio invece da sempre apprezza ciò che umile e piccolo, egli si è fatto piccolo per noi e si è scelta una madre povera e umile. Egli esalta gli umili e rimanda a mani vuote i superbi. Solo chi possiede queste virtù, innate nei bambini, sa accogliere con semplicità i doni di Dio. La fragilità, propria dell’infanzia, da noi adulti spesso detestata, consente un atteggiamento di dipendenza, sprona alla fiducia verso gli altri, da cui attendiamo aiuto e protezione, spontaneamente fa tendere cuore e mani verso chi è più forte di noi perché ci guidi e ci sostenga. Essere presi tra le braccia costituisce sempre un motivo di gioia e di interiore sicurezza. Queste sono le migliori predisposizioni per rivolgerci al nostro Dio e instaurare con lui una vera comunione, per riconoscerlo come padre buono e premuroso nei nostri confronti. La piccola Teresa di Lisieux è maestra di quella spiritualità che s’ispira all’infanzia dello spirito e prende lo spunto proprio dalle parole di Gesù. È una semplice ed efficace via alla santità, che conserva integro il suo fascino anche ai nostri giorni.

    • 2 min

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