Anna Wintour al Four Seasons di Milano Grand Hotel Italia

    • Platser och resor

Sono Mauro Delvai, concierge del Four Seasons di Milano, e negli anni ’80 non era facile accontentare i clienti…
Basti pensare che dalla fine degli anni Ottanta era ospite fissa Anna Wintour, la direttrice di «Vogue America» che ha ispirato il personaggio de Il diavolo veste Prada. Con me non è mai stata così terribile, ma certo trattava (e tratta) i suoi collaboratori a pesci in faccia! Se è in camera, ad esempio, la sua segretaria da New York chiama in portineria e annuncia: «La signora Wintour vuole la macchina!» Non chiama mai lei, fa chiamare loro da New York! Con lei viaggiava il suo assistente André Leon Talley, un nero, enorme e simpaticissimo, adorato dai portieri. Arrivava con una valigia di roba da mandare in tintoria: «Perché le tintorie a Milano sono il top».
Come «top» erano le modelle. Alcune erano un po’ matte, compresa una che, se definisco bizzosa, tutti capiranno chi è. Era una piantagrane. La mattina sembrava impossibile tirarla giù dal letto e c’erano gli autisti che impazzivano: bisognava chiamarla trenta volte. Una volta tornando in albergo di notte, un po’ su di giri, tirò una legnata sulla porta d’ingresso e si ruppe un dente. Il giorno dopo doveva sfilare per Versace, e riuscirono a farle mettere a posto il dente prima che il sole sorgesse. Voleva mezzo milione di dollari di danni e così venne messa nella black list.
© add editore - Nicolò de Rienzo

Sono Mauro Delvai, concierge del Four Seasons di Milano, e negli anni ’80 non era facile accontentare i clienti…
Basti pensare che dalla fine degli anni Ottanta era ospite fissa Anna Wintour, la direttrice di «Vogue America» che ha ispirato il personaggio de Il diavolo veste Prada. Con me non è mai stata così terribile, ma certo trattava (e tratta) i suoi collaboratori a pesci in faccia! Se è in camera, ad esempio, la sua segretaria da New York chiama in portineria e annuncia: «La signora Wintour vuole la macchina!» Non chiama mai lei, fa chiamare loro da New York! Con lei viaggiava il suo assistente André Leon Talley, un nero, enorme e simpaticissimo, adorato dai portieri. Arrivava con una valigia di roba da mandare in tintoria: «Perché le tintorie a Milano sono il top».
Come «top» erano le modelle. Alcune erano un po’ matte, compresa una che, se definisco bizzosa, tutti capiranno chi è. Era una piantagrane. La mattina sembrava impossibile tirarla giù dal letto e c’erano gli autisti che impazzivano: bisognava chiamarla trenta volte. Una volta tornando in albergo di notte, un po’ su di giri, tirò una legnata sulla porta d’ingresso e si ruppe un dente. Il giorno dopo doveva sfilare per Versace, e riuscirono a farle mettere a posto il dente prima che il sole sorgesse. Voleva mezzo milione di dollari di danni e così venne messa nella black list.
© add editore - Nicolò de Rienzo