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Durante la vita si vivono esperienze che possono insegnarci a vivere. Molte di queste sono per lo più ignorate, passano quasi inosservate, vengono qualificate come accidenti, in molti casi considerate come banali incidenti di percorso, scocciature e perdite di tempo. La realtà però è un’altra, le esperienze sono una della modalità attraverso cui l’essere umano può apprendere, oltre la cultura e il modellamento, ovvero, l’apprendimento che avviene osservando chi mostra capacità che possono essere fatte proprie. La Programmazione Neuro Linguistica (PNL) ci insegna a fare tesoro di tutto ciò che può essere appreso, perché solo in questo modo è possibile ampliare la propria mappa del mondo e vivere in serenità all’interno di un mondo che cambia in continuazione. Il 7 ottobre 2021 ho iniziato a scrivere una rubrica settimanale che ho chiamato: “Il Diario del Capitano”, facendo il verso alla mia passione per la vela ed al ruolo di direttore che ricopro all’interno della scuola PNL Evolution. La rubrica è basata sulle esperienze che, come persona, vivo al pari di tutti, ma dalle quali ho voluto trarre precisi insegnamenti. Come Aldous Huxley ha scritto: “L’esperienza non è ciò che accade a un uomo: è ciò che un uomo fa con quel che gli accade”. A volte ho scritto di fatti che mi hanno ispirato una riflessione, in altri casi di fatti che ho scoperto avere una ragione psicologica, che viene spiegata citandone la fonte scientifica. La prima scoperta che ho fatto a distanza di un anno, è che da ogni settimana ho imparato qualcosa! È come se mi fossi iscritto ad un corso di formazione a sorpresa. Come dice la celebre frase di Tom Hanks, nel film Forrest Gump: “La vita è come una scatola di cioccolatini...non sai mai quello che ti capita”. Nel maggio 2023 ho deciso di iniziare a realizzare anche una versione audio di questa rubrica settimanale, in modo da poter tener compagnia con queste storie anche a quelle persone che preferiscono ascoltare piuttosto che leggere. Andrea Di Gregorio

Il Diario del Capitano, di Andrea Di Gregorio‪.‬ Il Diario del Capitano

    • Utbildning

Durante la vita si vivono esperienze che possono insegnarci a vivere. Molte di queste sono per lo più ignorate, passano quasi inosservate, vengono qualificate come accidenti, in molti casi considerate come banali incidenti di percorso, scocciature e perdite di tempo. La realtà però è un’altra, le esperienze sono una della modalità attraverso cui l’essere umano può apprendere, oltre la cultura e il modellamento, ovvero, l’apprendimento che avviene osservando chi mostra capacità che possono essere fatte proprie. La Programmazione Neuro Linguistica (PNL) ci insegna a fare tesoro di tutto ciò che può essere appreso, perché solo in questo modo è possibile ampliare la propria mappa del mondo e vivere in serenità all’interno di un mondo che cambia in continuazione. Il 7 ottobre 2021 ho iniziato a scrivere una rubrica settimanale che ho chiamato: “Il Diario del Capitano”, facendo il verso alla mia passione per la vela ed al ruolo di direttore che ricopro all’interno della scuola PNL Evolution. La rubrica è basata sulle esperienze che, come persona, vivo al pari di tutti, ma dalle quali ho voluto trarre precisi insegnamenti. Come Aldous Huxley ha scritto: “L’esperienza non è ciò che accade a un uomo: è ciò che un uomo fa con quel che gli accade”. A volte ho scritto di fatti che mi hanno ispirato una riflessione, in altri casi di fatti che ho scoperto avere una ragione psicologica, che viene spiegata citandone la fonte scientifica. La prima scoperta che ho fatto a distanza di un anno, è che da ogni settimana ho imparato qualcosa! È come se mi fossi iscritto ad un corso di formazione a sorpresa. Come dice la celebre frase di Tom Hanks, nel film Forrest Gump: “La vita è come una scatola di cioccolatini...non sai mai quello che ti capita”. Nel maggio 2023 ho deciso di iniziare a realizzare anche una versione audio di questa rubrica settimanale, in modo da poter tener compagnia con queste storie anche a quelle persone che preferiscono ascoltare piuttosto che leggere. Andrea Di Gregorio

    Il Bias di Conferma della Scelta

    Il Bias di Conferma della Scelta

    Questa è la storia di Luca, un giovane manager che ha preso la decisione di investire in un’idea che, purtroppo, non ha ottenuto i risultati sperati. Il lato interessante della storia è tuttavia un altro: egli ha ripetuto l’errore, facendo altri investimenti improduttivi fino a portare la sua impresa sull’orlo del tracollo.
    Invece di analizzare obiettivamente i risultati e apprendere dagli errori, Luca ha iniziato a ricordare le sue decisioni in modo distorto. Ha enfatizzato i pochi aspetti positivi, come l’innovazione del prodotto e il coraggio di provare qualcosa di nuovo, mentre ha minimizzato l’importanza dei risultati negativi, attribuendoli a fattori esterni, come il mercato o la concorrenza, piuttosto che alle carenze nella strategia di marketing.
    Questo atteggiamento ha impedito a Luca di apprendere dall’esperienza. Invece di adattare la sua strategia in base al feedback ricevuto e agli errori commessi, ha continuato a seguire lo stesso approccio, sperando in risultati diversi. La mancanza di auto-riflessione e la riluttanza ad accettare critiche costruttive hanno limitato la sua crescita professionale e hanno messo a serio rischio il fallimento della sua azienda.
    La storia di Luca è un esempio di come agisce il bias di Conferma della Scelta, una distorsione cognitiva che impedisce di riconoscere e imparare dai propri errori, adottando al contrario un comportamento tende a ripeterli. Il bias è insidioso e si presenta spesso nella nostra quotidianità; tendiamo a ripetere gli stessi errori perché ricordiamo le nostre decisioni in modo distorto, enfatizzando gli aspetti positivi e minimizzando, o talvolta ignorando completamente, quelli negativi. Questo processo di auto-giustificazione porta a credere che le proprie decisioni siano state le migliori possibili, indipendentemente dai loro reali esiti. Sebbene questo possa temporaneamente aumentare l’autostima, crea una barriera all’apprendimento, poiché impedisce di riconoscere e riflettere criticamente sui propri errori.
    Il bias può avere un effetto nefasto anche nelle relazioni personali. Quante volte hai rifiutato di ammettere che una scelta fatta in passato, come intraprendere un certo tipo di relazione, fosse sbagliata? Quante volte ti sei impedito di apprendere e crescere da quelle esperienze? Ma soprattutto, quante volte ancora dovrai sbagliare prima di imparare?

    • 2 min
    Perché dipendere

    Perché dipendere

    Marco (nome di fantasia) è un ragazzo che ha fatto uso di cocaina. Mi ha contattato perché non riusciva a comprendere la ragione di questa sua scelta. Era consapevole sia degli effetti della sostanza, sia del fatto che non lo avrebbe portato da nessuna parte; eppure ogni sera si sentiva obbligato a mantenere quell'“appuntamento”.
    La verità è emersa quando ha iniziato a lavorare sull'intenzione positiva della sua scelta, ovvero, il desiderio di esprimere il ragazzo brillante e sempre pronto che sente d’essere. Il timore era che in qualsiasi momento avesse potuto perdere l’energia che lo animava. La sostanza agiva come una garanzia, un'assicurazione che gli permetteva di continuare a sentirsi energico e capace, come lui desiderava, per tutto il tempo che voleva.
    Marco ha risolto il problema prendendo consapevolezza dell'Effetto delle Aspettative dell'Osservatore, un bias cognitivo che funziona come uno specchio. Il timore per Marco era verso le persone intorno a lui, come amici o membri della famiglia; era convinto che queste si attendevano un certo comportamento da lui e la paura di deluderle era insostenibile. Grazie alla nuova consapevolezza, ha compreso l’importanza di mostrarsi com’era e con tutti i suoi limiti. Ha capito che le persone che amano davvero sono quelle che ci accettano per come noi siamo.
    Marco non fa più uso di droghe da tempo, ma ciò che conta davvero è che ora si apprezza per quello che è. La sua esperienza è diventata uno degli insegnamenti più importanti della sua vita.

    • 1 min.
    Meglio un uovo oggi o una gallina domani?

    Meglio un uovo oggi o una gallina domani?

    In un’epoca dove la gratificazione sembra essere a portata di mano, è tempo di sfidare uno dei nostri bias più radicati: lo “Sconto Iperbolico”, ovvero la tendenza a preferire le ricompense immediate a quelle future, anche se queste ultime sono significativamente maggiori. Il curioso fenomeno psicologico, utilizzato da alcune aziende per spingere i potenziali clienti all’acquisto, è anche una sfida reale che impatta ogni aspetto della nostra vita, compresi gli obiettivi personali.
    Ma perché optiamo per il piacere immediato invece di benefici più grandi e duraturi? Nonostante viviamo nell’era della tecnologia, il nostro cervello è ancora legato a meccanismi antichi, progettati per un mondo dove la sopravvivenza dipendeva dall’approfittare delle opportunità immediate. Il nostro antenato preferiva cibarsi dell’uovo subito, piuttosto che allevare le galline nel pollaio, per ragioni legate alla sopravvivenza. Oggi, in un contesto moderno, la sopravvivenza non è più in discussione; anzi, i mezzi per garantirla sono più che sufficienti. Ciò che diventa fondamentale è la propria evoluzione, senza la quale non si è in grado di affrontare i cambiamenti repentini della società. Puntare alla gratificazione immediata può diventare un freno che limita la capacità di perseguire obiettivi a lungo termine che richiedono pazienza e perseveranza.
    Quando prendiamo una decisione, chiediamoci se stiamo cedendo alla tentazione dell’immediatezza. Riflettiamo sui benefici a lungo termine delle nostre azioni. Stabiliamo piccoli obiettivi che ci portino verso quelli più grandi. Mettiamoci alla prova ritardando deliberatamente le gratificazioni. Infine, confrontiamoci con un punto di vista esterno; può fare la differenza nel farci vedere le conseguenze a lungo termine delle nostre scelte.
    Superare lo “Sconto Iperbolico” significa riprogrammare una parte fondamentale del nostro pensiero, imparando a valorizzare il futuro tanto quanto il presente. Non è un percorso facile, ma sicuramente può portare ad una vita più ricca e soddisfacente.

    • 2 min
    La paura è un indicatore, non un ostacolo

    La paura è un indicatore, non un ostacolo

    Le emozioni rappresentano un elemento fondamentale per la sopravvivenza, ma anche per la comprensione della vita. Ad esempio, la paura ci tiene lontani dai pericoli, ma allo stesso tempo è un complesso processo cognitivo che merita di essere approfondito, specialmente quando il pericolo non è reale. La paura, quindi, è più di una risposta automatica; si tratta di un'esperienza intricata che integra la nostra percezione della realtà, le nostre credenze e le nostre valutazioni sul possibile pericolo.
    Se percepiamo qualcosa come pericoloso basandoci solo sulle credenze, l’emozione che ne risulta è più una reazione a quella credenza che alla situazione stessa. La consapevolezza inizia con un'analisi introspettiva: stiamo reagendo a una naturale reazione dovuta all'istinto di sopravvivenza, oppure è una credenza limitante che sta prendendo il sopravvento? Attraverso questo esame, possiamo iniziare a modificare le convinzioni che sono irrazionali o infondate e reagire in modo appropriato alle paure reali.
    Un altro aspetto chiave è il rapporto tra la paura e il nostro sé. La filosofia della mente considera le emozioni come parte integrante della nostra identità e della nostra auto-comprensione. Affrontare le nostre paure, quindi, diventa un modo di conoscere e sviluppare il nostro sé, portandoci verso una maggiore maturità emotiva e cognitiva.
    A volte il rischio più grande si genera dal non far nulla.

    • 1 min.
    Fare l’Amore

    Fare l’Amore

    L’amore, non è soltanto un sentimento o un’azione, ma un’arte, una forma di espressione che permea ogni aspetto della nostra vita. Nel libro “Fare l’amore”, Eric Berne esplora questo concetto non solo come un atto fisico, ma come una pratica che coinvolge l’intero essere – corpo, mente e spirito.
    La visione di Berne ci invita a considerare l’amore in termini di edificazione spirituale.In quest’ottica, ogni atto d’amore, sia esso fisico, emotivo o intellettuale, diventa un mezzo per arricchire la nostra vita e quella degli altri. Lo possiamo eseguire in ogni tipo di relazione, non solo quella di coppia. Possiamo “fare l’amore” col nostro lavoro, con le nostre passioni, con tutti coloro con cui abbiamo relazioni profonde, perché “fare” va inteso nel senso di costruire, di realizzare, non di consumare.
    È così che ogni interazione diventa un’opportunità per esprimere sé stessi e per crescere. Nel fare l’amore siamo chiamati ad esplorare ed accettare noi stessi, il nostro interlocutore, nonché la complessità delle emozioni e delle esperienze condivise. Questo processo diventa un viaggio di scoperta reciproca e di arricchimento spirituale.
    È così possibile trasformare ogni momento della nostra vita in un’opportunità per creare connessioni significative. Che si tratti di un dialogo profondo, di un gesto di cura, o di un momento di intimità fisica, ogni azione può essere espressione di attenzione consapevole.

    • 1 min.
    L’Ottimismo Attivo

    L’Ottimismo Attivo

    Le parole “andrà tutto bene” sono diventate un mantra, spesso le si augura a qualcuno oppure a sé stessi, ma riflettere sul significato profondo dietro questo augurio può fare la differenza.
    La filosofia, da Aristotele a Kant, ha sempre enfatizzato l’importanza dell’agire. Per Aristotele, l’azione è l’espressione della virtù e del carattere. Nella sua “Etica Nicomachea”, sottolinea che la virtù non sta solo nel sapere, ma nell’agire secondo questo sapere. Immanuel Kant, d’altro canto, parla di “imperativo categorico”, che ci spinge ad agire non solo per desiderio, ma per dovere morale.
    Anche la psicologia moderna, ha esplorato l’importanza dell’ottimismo attivo, come sottolinea Martin Seligman, che dice esserci una differenza cruciale tra un ottimismo passivo e uno attivo. Quest’ultimo non porta le persone a limitarsi di sperare che le cose vadano bene, ma include il riconoscimento dei problemi e l’impegno attivo per superarli.
    Le parole di sostegno e i buoni auspici sono importanti, ma senza l’azione, rimangono vuoti. La vera responsabilità sta nell’agire per realizzare quelle speranze. È un invito a muoversi oltre la confortante passività dell’augurio, abbracciando un approccio più proattivo e determinato.
    Questo atteggiamento richiede coraggio, determinazione e una costante volontà di agire, qualità che possiamo tutti sviluppare e coltivare per il bene di noi stessi e della società, per essere fautori del nostro destino.

    • 2 min

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