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Vuoto a riempire, Gianpietro Ghidini Ema PesciolinoRosso - il podcast

    • Sociedad y cultura

Siamo bicchieri vuoti che hanno sete di essere riempiti d’amore.

Spesso però cerchiamo di riempiere il nostro vuoto con altre cose. Se non riceviamo amore e i successi non arrivano allora ci mettiamo alcol, droghe, pornografia, gioco d’azzardo, ecc.

Qualcosa dobbiamo mettere in quel bicchiere, perché se resta vuoto arriva la noia e la tristezza e stiamo male.



Ma attenzione a un passaggio.

Il malessere non arriva solo quando il bicchiere è vuoto, ma anche quando è troppo pieno.

Quando siamo ‘pieni di noi’: del nostro successo, dei nostri beni, della nostra sicurezza, del nostro essere ‘giusti’, corriamo un rischio: quello dell’illusione di essere perfetti.

In quel momento la perfezione ci porta a diventare giudici degli altri facendo sentire gli altri sbagliati. Rischiamo di generare solo giudizi e non amore nei confronti di chi riteniamo sbagliato.

A quel punto non riceviamo più amore da chi è intorno a noi, ma frustrazione, che potrà essere l’inizio di momenti di depressione e perdizione.



Amare non significa giudicare, ma spronare e tendere la mano senza obbligare. Stare a fianco e non sopra.

Solo così il nostro troppo pieno potrà avere un senso.



Gianpietro

Siamo bicchieri vuoti che hanno sete di essere riempiti d’amore.

Spesso però cerchiamo di riempiere il nostro vuoto con altre cose. Se non riceviamo amore e i successi non arrivano allora ci mettiamo alcol, droghe, pornografia, gioco d’azzardo, ecc.

Qualcosa dobbiamo mettere in quel bicchiere, perché se resta vuoto arriva la noia e la tristezza e stiamo male.



Ma attenzione a un passaggio.

Il malessere non arriva solo quando il bicchiere è vuoto, ma anche quando è troppo pieno.

Quando siamo ‘pieni di noi’: del nostro successo, dei nostri beni, della nostra sicurezza, del nostro essere ‘giusti’, corriamo un rischio: quello dell’illusione di essere perfetti.

In quel momento la perfezione ci porta a diventare giudici degli altri facendo sentire gli altri sbagliati. Rischiamo di generare solo giudizi e non amore nei confronti di chi riteniamo sbagliato.

A quel punto non riceviamo più amore da chi è intorno a noi, ma frustrazione, che potrà essere l’inizio di momenti di depressione e perdizione.



Amare non significa giudicare, ma spronare e tendere la mano senza obbligare. Stare a fianco e non sopra.

Solo così il nostro troppo pieno potrà avere un senso.



Gianpietro

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