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Paccasassi è un viaggio nella Riviera del Conero. Alla ricerca delle bellezze naturali ma anche storiche, culturali ed enogastronomiche di questo tratto di costa marchigiana.
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Paccasassi - Marche Laura Graziosi

    • Society & Culture

Paccasassi è un viaggio nella Riviera del Conero. Alla ricerca delle bellezze naturali ma anche storiche, culturali ed enogastronomiche di questo tratto di costa marchigiana.
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    Tutti in sella

    Tutti in sella

    Una mattina, attorno alle 9, davanti agli occhi sgranati di alcuni bambini, è comparso, in cima al muro della Mole Vanvitelliana: un cavallo. Il cavallo era rosso. Un cavallo rosso, arrivato alla Mole su un peschereccio. Mimmo Paladino ha scelto Ancona per il suo Cavallo Rosso, realizzato in vetroresina con le zampe nere e senza piedistallo. Il Cavallo Rosso di Mimmo Paladino sono tre anni che si erge impettito dall’alto delle mura di cinta del Lazzaretto.
    E' il simbolo della rinascita artistica e culturale della città.

    La statua si può toccare

    La statua si può toccare

    Il Museo Tattile Statale Omero è un unicum, nel sistema museale italiano. Istituito nel 1993, il Museo promuove con esposizioni, laboratori, ricerche, la fruizione multisensoriale del patrimonio culturale e artistico. Il Museo non ha barriere. Le opere d’arte esposte si possono toccare. E' un museo tattile, che rende l’arte accessibile e fruibile a chiunque, ai non vedenti e agli ipovedenti, i quali possono anche leggere le descrizioni in braille.
    Tutti sono invitati ad addentrarsi in un percorso nella storia dell’arte, che compone un viaggio, tramite opere plastiche e scultoree, dall’antica Grecia fino al Rinascimento. La prima sala del museo, presenta copie in gesso al vero e modelli in scala e plastici. E’possibile seguire con le dita le forme del Discobolo, della Venere di Milo, della luna capitolina. Scoprire con le mani com’è fatto il Pantheon, la Basilica di San Pietro, il David, la Pietà di Michelangelo, accorgersi, con il buio negli occhi, dell’imponenza del Mosè.
    Nella seconda sala, si possono toccare opere originali di arte contemporanea, realizzate da De Chirico, Arnaldo Pomodoro, Valeriano Trubbiano, Pietro Consagra ed altri ancora.
    Un Museo innovativo, gratuito, che mira ad estendere ancora la sua ricerca per l'accessibilità dell'arte, a tutti.

    Immobili e vaganti

    Immobili e vaganti

    Sarà che tutti, in varie dimensioni dell’esistenza, potremmo essere naufraghi, clandestini, portatori di una barca sulle spalle, alla ricerca di approdi sicuri o immersi nelle scelte, per capire quale sia la rotta da prendere. Fatto sta, che pur allontanandomi, mi sentivo osservata da quei due.
    I due uomini che sorreggevano la barca rovesciata. Compongono l’opera esposta nel cortile interno della Mole Vanvitelliana d’Ancona. L’autore è Velasco Vitali e l’opera si intitola: Sbarco. Due figure maschili, in bronzo, sorreggono sulle proprie spalle un’imbarcazione rovesciata, composta da materiale lucente. Le loro teste rimangono nascoste all’interno della barca. Vitali stesso racconta di due figure metafisicamente spaesate. Immobili eppure vaganti, che possono essere circondate da persone che gli vagano attorno. Sono una di quelle.

    La Mole Vanvitelliana di Ancona

    La Mole Vanvitelliana di Ancona

    Forse, non tutti sanno che ad Ancona, c’è un’isola. In un angolo del porto, superato il canale detto mandracchio, difronte al rione degli Archi, c’è un’isola artificiale. Risale ai primi anni del Settecento, quando Papa Clementino XII incarica l’architetto Luigi Vanvitelli della costruzione di un Lazzaretto. Il papa stesso aveva reso Ancona un porto franco, determinando un grande impulso per gli scambi commerciali. Il porto era un via vai continuo di merci e di gente. La necessità di un luogo che potesse avere una funzione sanitaria, per le quarantene, isolato dal resto della città, come pure di uno spazio in cui stipare grandi quantità di merci, diventava urgente.
    Luigi Vanvitelli, a partire dal 1732 progetta la Mole Vanvitelliana. Sopra l’isola artificiale, l’architetto guida i lavori per un imponente Lazzaretto. Si realizzano 22mila metri quadrati, capaci di ospitare fino a 2000 persone.
    La maestosa struttura è a pianta pentagonale, con gli spazi interni dedicati alle persone in quarantena mentre quelli esterni per le merci. Ora è collegato alla terraferma con tre ponti ma, in origine, l’ingresso era soltanto uno, dove si trova il portale principale in Pietra d’Istria.
    Nel tempo, il Lazzaretto ha modificato più volte il proprio uso. Oggi, è un vivace centro culturale che ospita spettacoli, concerti, rassegne cinematografiche, mostre e, alcune sale, sono sede del Museo tattile Omero

    Quella maledettissima...

    Quella maledettissima...

    E’ il 1827, viene inaugurato il Teatro delle Muse. Opera maestosa, in stile neoclassico, si erge davanti all’entrata del Porto di Ancona. Un ingente sostegno economico è concesso dalla Società dei Palchettisti, formata dalle famiglie più abbienti della città, le quali in cambio ricevono la proprietà di un palchetto ciascuna.
    Il timpano della facciata è decorato con bassorilievi che riproducono le nove Muse, con Apollo dio di tutte le Arti e Palèmone, dio della navigazione. Il sipario riproduce l’imperatore Traiano, trionfante di ritorno dalle guerre daciche, che sfila sotto l’Arco del porto, eretto proprio in suo onore.
    Nella sala a ferro di cavallo, nei quattro ordini di palchi e fino al loggione, risuonano per almeno 100 anni le opere liriche. Quelle di Rossini, di Verdi. Eseguite persino, alla presenza del re Vittorio Emanuele II, in visita alla città, in occasione dell’annessione di Ancona al Regno d’Italia.
    E’ il 1943 quando le bombe cadono sulla città e colpiscono anche il teatro. Danneggiano il soffitto e i rivestimenti. Il sipario cala, per quasi 60 anni...

    Ma tu, come ti chiami?

    Ma tu, come ti chiami?

    Realizzata alla fine del 1400, nasce come Piazza Nuova. E’ la più centrale e la più ampia della città, quindi diventa presto Piazza Grande. A fine settecento, i francesi occupano Ancona. Il loro generale si sa, voleva le cose in grande, e la piazza prende il nome di Piazza Napoleone. Ma poi c’è la Restaurazione dello Stato Pontificio, e a dominare la piazza c’è la chiesa di San Domenico, nel punto più alto. Che facciamo? La piazza diventa Piazza San Domenico.
    E’ il 1860, 4 e 5 novembre, le Marche aderiscono al Regno d’Italia con un plebiscito. E’ufficiale, quella: è Piazza Plebiscito.
    Dal 1860, è ufficiale, ormai è così, sulle carte, sulle buste da lettere sui documenti… eppure… i cittadini di Ancona… la chiamano: Piazza del Papa!
    E' il centro della vita notturna cittadina.
    Insomma, stasera, dove ci vediamo?

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