Alessandro Robecchi e la Milano dei suoi libri Personaggi di Milano

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È nato a Milano nel 1960. Giornali, radio, satira, documentari, saggi, la scrittura dei testi TV di Maurizio Crozza e, nel 2014, l’approdo alla narrativa: davvero una figura poliedrica quella di Robecchi. I suoi libri, attenti alla società, alle sue diseguaglianze e contraddizioni, sono sempre ambientati in una Milano che Alessandro indaga e perlustra di continuo. Il nuovo romanzo, I cerchi nell’acqua, è il settimo episodio che vede muoversi nella capitale lombarda Monterossi, Ghezzi, Carella. L’autore non ha inventato un commissario, un carabiniere, e nemmeno un investigatore privato, ma tutto questo insieme: il suo è un coro di personaggi, un’alternanza di situazioni; lui si muove per la città, nella città: sopra, negli attici di piazza Repubblica; sotto, negli scantinati, nelle bettole, nei bar. L’obiettivo di Robecchi è quello di analizzare la nostra società, di andare a vedere cosa succede nel bar Tramonto di Turro o nello scantinato della Maggiolina. “Quando scopro un nuovo pezzo di città, mi piace andarci, ci torno per sette giorni a fare colazione nello stesso bar” ha dichiarato. Robecchi ricorda a tutti noi che “prima del Bosco Verticale c’era un bosco orizzontale” e lo fa raccontandoci le trame che si dipanano nelle vie malfamate, a pochi minuti dall’aperitivo al “bar fighetto”: lo fa raccontandoci come è cambiata Milano, ci ricorda poi che la Milano dei grattacieli c’è, ma c’è anche il resto.

È nato a Milano nel 1960. Giornali, radio, satira, documentari, saggi, la scrittura dei testi TV di Maurizio Crozza e, nel 2014, l’approdo alla narrativa: davvero una figura poliedrica quella di Robecchi. I suoi libri, attenti alla società, alle sue diseguaglianze e contraddizioni, sono sempre ambientati in una Milano che Alessandro indaga e perlustra di continuo. Il nuovo romanzo, I cerchi nell’acqua, è il settimo episodio che vede muoversi nella capitale lombarda Monterossi, Ghezzi, Carella. L’autore non ha inventato un commissario, un carabiniere, e nemmeno un investigatore privato, ma tutto questo insieme: il suo è un coro di personaggi, un’alternanza di situazioni; lui si muove per la città, nella città: sopra, negli attici di piazza Repubblica; sotto, negli scantinati, nelle bettole, nei bar. L’obiettivo di Robecchi è quello di analizzare la nostra società, di andare a vedere cosa succede nel bar Tramonto di Turro o nello scantinato della Maggiolina. “Quando scopro un nuovo pezzo di città, mi piace andarci, ci torno per sette giorni a fare colazione nello stesso bar” ha dichiarato. Robecchi ricorda a tutti noi che “prima del Bosco Verticale c’era un bosco orizzontale” e lo fa raccontandoci le trame che si dipanano nelle vie malfamate, a pochi minuti dall’aperitivo al “bar fighetto”: lo fa raccontandoci come è cambiata Milano, ci ricorda poi che la Milano dei grattacieli c’è, ma c’è anche il resto.