Amori tribolati a Palazzo Malvezzi Bologna, dicono di lei

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Ancora un amore, ancora una relazione tribolata, ancora una donna bella, potente, regina di salotti. Si chiama Teresa Carniani e fu la coltissima moglie di Francesco Malvezzi, donna di cui Vincenzo Monti scrisse
"Bionda la chioma in vaghe trecce avvolta
Ed alta fronte ov’è l’ingegno espresso".
Fu poetessa,scrittrice e traduttrice tra gli altri del poeta inglese Alexander Pope. E fu colei che fece invaghire a tal punto Giacomo Leopardi da fargli provare delirio e febbre, per averlo prima illuso (a dire del poeta…) e poi abbandonato.
"Bologna 30 maggio 1826 lettera al fratello Carlo
Sono entrato con una donna maritata in una delle principali famiglie di qui in una relazione che forma ora una gran parte della mia vita. Non è giovane ma è di una grazia e di uno spirito che supplisce alla gioventù e crea un’illusione meravigliosa. Nei primi giorni che la conobbi vissi in una specie di delirio e di febbre. Ama ed intende molto di lettere e filosofia: non ci manca mai materia di discorso e quasi ogni sera io sono con lei dall’avemaria alla mezzanotte passata e mi pare un momento. Ha risuscitato il mio cuore dopo un sonno, anzi una morte completa durata per tanti anni".
©Elleboro editore - Lorenzo Notte

Ancora un amore, ancora una relazione tribolata, ancora una donna bella, potente, regina di salotti. Si chiama Teresa Carniani e fu la coltissima moglie di Francesco Malvezzi, donna di cui Vincenzo Monti scrisse
"Bionda la chioma in vaghe trecce avvolta
Ed alta fronte ov’è l’ingegno espresso".
Fu poetessa,scrittrice e traduttrice tra gli altri del poeta inglese Alexander Pope. E fu colei che fece invaghire a tal punto Giacomo Leopardi da fargli provare delirio e febbre, per averlo prima illuso (a dire del poeta…) e poi abbandonato.
"Bologna 30 maggio 1826 lettera al fratello Carlo
Sono entrato con una donna maritata in una delle principali famiglie di qui in una relazione che forma ora una gran parte della mia vita. Non è giovane ma è di una grazia e di uno spirito che supplisce alla gioventù e crea un’illusione meravigliosa. Nei primi giorni che la conobbi vissi in una specie di delirio e di febbre. Ama ed intende molto di lettere e filosofia: non ci manca mai materia di discorso e quasi ogni sera io sono con lei dall’avemaria alla mezzanotte passata e mi pare un momento. Ha risuscitato il mio cuore dopo un sonno, anzi una morte completa durata per tanti anni".
©Elleboro editore - Lorenzo Notte