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Il professore Tommaso Scandroglio, autore di diversi libri sulla legge naturale, sulla morale e sulla bioetica, sviluppa riflessioni interessanti sui temi più caldi del dibattito contemporaneo

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Il professore Tommaso Scandroglio, autore di diversi libri sulla legge naturale, sulla morale e sulla bioetica, sviluppa riflessioni interessanti sui temi più caldi del dibattito contemporaneo

    Dignitas infinita, documento superficiale e qualche errore grave

    Dignitas infinita, documento superficiale e qualche errore grave

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7753

    DIGNITAS INFINITA, DOCUMENTO SUPERFICIALE E QUALCHE ERRORE GRAVE di Tommaso Scandroglio
    È stata pubblicata ieri la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede Dignitas infinita, sulla dignità della persona umana. Un documento nato dopo l'elaborazione di ben cinque bozze prodotte nel corso degli ultimi cinque anni.
    L'impostazione di fondo, di carattere metafisico, è in linea di massima corretta ma, visto il valore del documento, necessitava di maggior approfondimento, ad esempio trattando del concetto di persona in relazione alle tre persone della Santissima Trinità - perché è da lì che deriva in ultima istanza la preziosità di ogni persona - per poi mettere in risalto che la preziosità intrinseca dell'uomo discende in seconda battuta dalla particolare natura della sua forma attualizzata, cioè dalla sua razionalità (nel documento c'è solo un rapidissimo cenno a questo snodo concettuale). È la qualità di tale natura che fa sì che l'uomo sia intrinsecamente prezioso e dunque meriti l'appellativo di persona, che è come una sorta di titolo per indicare una dignità elevatissima. Persona è dunque nomen dignitatis. Tommaso d'Aquino sul punto così si esprime: «Tra tutte le altre sostanze, gli individui di natura ragionevole hanno un nome speciale. E questo nome è persona» (Summa Theologiae, I, q. 29, a. 1 c.). Seppur nella correttezza dell'impianto, ma non di tutte le singole argomentazioni articolate, si denota allora poca profondità di analisi, cifra comunque caratteristica di tutto il presente pontificato.
    PASSAGGI AMBIGUI, DISCUTIBILI, ERRATI
    Accanto a passaggi condivisibili di questa Dichiarazione, firmata dal prefetto Victor Fernández e approvata da papa Francesco, ve ne sono altri ambigui, altri discutibili e altri infine errati. In relazione ai passaggi ambigui - tralasciando per motivi di spazio la definizione proposta di "natura umana" - ci fermiamo al punto n. 1 dove si afferma il primato della persona umana, così come già in precedenza asserito in Laudate Deum di Francesco (n. 39). Questo è vero sul piano naturale, ma non su quello soprannaturale. Infatti il primato spetta sempre a Dio. Da un documento che, giustamente, fonda la dignità umana sul fatto di essere stati creati ad immagine di Dio, il mancato riferimento al primato trascendente è un'omissione rilevante.
    In merito ai passaggi discutibili e in modo telegrafico: «Tale dignità ontologica - si legge nel documento - nella sua manifestazione privilegiata attraverso il libero agire umano, è stata poi messa in risalto soprattutto dall'umanesimo cristiano del Rinascimento» (n. 13). L'umanesimo, anche quello coraggiosamente definito cristiano, è stato antropocentrico e non teocentrico. Parimenti critica la seguente disinvolta affermazione: «è evidente che la storia dell'umanità mostra un progresso nella comprensione della dignità e della libertà delle persone» (n. 32). Siamo certi che a molti appaia evidente il contrario.
    Una scelta discutibile è poi l'elenco proposto di condotte o fenomeni contrari alla dignità della persona, elenco sbilanciato sulle questioni proprie della giustizia sociale: povertà, guerra, migranti, tratta delle persone, abusi sessuali, violenze contro le donne, femminicidio, aborto, maternità surrogata, eutanasia e suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, teoria del gender, cambio di sesso, violenza digitale (in tale ordine nel documento). Tutte condotte o fenomeni sicuramente censurabili, ma, nonostante le rassicurazioni che l'elenco non fosse esaustivo (cfr. Presentazione), spiccano per la loro assenza, ad esempio, il divorzio, la contraccezione, la fecondazione artificiale, la sperimentazione sugli embrioni, l'ambientalismo. Sarebbe stato poi più proficuo partire dal Decalogo per stilare simile elenco.br...

    • 18 min
    Benedizioni coppie gay, atti malvagi che il sacerdote deve negare

    Benedizioni coppie gay, atti malvagi che il sacerdote deve negare

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7708

    BENEDIZIONI COPPIE GAY, ATTI MALVAGI CHE IL SACERDOTE DEVE NEGARE di Tommaso Scandroglio
    Il bravo sacerdote che sa che è errato impartire una benedizione alle coppie irregolari o omosessuali come si deve comportare qualora il suo superiore - parroco, vescovo, superiore religioso - gli comandasse invece di impartirla? Non dovrebbe comunque obbedire, perché benedire una coppia irregolare o omosessuale è un'azione intrinsecamente malvagia.
    Insegna Giovanni Paolo II: «Esistono atti che, per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente illeciti, in ragione del loro oggetto» (Reconciliatio et paenitentia, 17). Da qui la conclusione: «Una volta riconosciuta in concreto la specie morale di un'azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall'azione che essa proibisce». (Veritatis splendor, n. 67).
    Ma come si può provare che benedire una coppia irregolare o omosessuale sia un atto intrinsecamente malvagio? In merito ad entrambi i casi richiamiamo ancora Veritatis splendor: «Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: "Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio" (1 Cor 6,9-10)» (81). Appare evidente che se la fornicazione e la sodomia sono condotte intrinsecamente cattive non posso benedirle, ossia dire bene di ciò che è male: sarebbe una contraddizione in termini sul piano logico e, sul piano morale, sarebbe intrinsecamente iniquo rendere moralmente lecito ciò che non lo è, giustificare l'ingiustificabile, approvare l'ingiustizia. È un sofisma affermare che la benedizione non giustifica o non qualifica in modo positivo o non approva la relazione che si va a benedire. Sarebbe un gioco di parole per occultare una verità lapalissiana: la benedizione si dà solo a ciò che è ordinabile a Dio perché solo tale realtà merita una benedizione.
    NON È LECITO COMPIERE IL MALE PERCHÉ NE DERIVI UN BENE
    Lo stesso documento Fiducia supplicans lo conferma: «Le benedizioni [...] sono ordinate alla lode di Dio, [...] "le formule di benedizione hanno soprattutto lo scopo di rendere gloria a Dio per i suoi doni"» (10) e in riferimento a chi vive un rapporto di coppia irregolare o omosessuale afferma che costui «vive in situazioni non ordinate al disegno del Creatore» (28). Ecco perché il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2021 chiudeva la questione così: «Dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l'intenzione non di affidare alla protezione e all'aiuto di Dio alcune singole persone [...] ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio».
    Dunque, il bravo sacerdote non potrà che rifiutarsi di benedire coppie irregolari o gay anche se il suo superiore glielo comanda e anche nel caso in cui perdesse il posto e fosse mandato in esilio. «Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene», insegna il Catechismo (n. 1756). Con Fiducia supplicans si è aperto ufficialmente il tempo del martirio, dove i persecutori sono persone ordinate che agiscono a danno di altre persone ordinate. Ciò detto, il bravo sacerdote, oltre a rifiutarsi di benedire, deve essere anche evangelicamente furbo. Ossia, tra gli altri stratagemmi per salvare la dottrina e insieme a questa, se possibile, la propria pellaccia, deve comunicare quelle motivazioni, buone in sé, che alle orecchie del proprio...

    • 8 min
    Immortalità artificiale: un avatar al posto del caro estinto

    Immortalità artificiale: un avatar al posto del caro estinto

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7707

    IMMORTALITA' ARTIFICIALE: UN AVATAR AL POSTO DEL CARO ESTINTO di Tommaso Scandroglio
    La preghiera per creare un ponte tra i viventi e i cari estinti? Roba vecchia di quando non c'era la tecnologia attuale. Oggi ci pensa l'Intelligenza Artificiale a permettere di interloquire con il de cuius.
    Eternal You, un documentario presentato al Sundance Film Festival, ha indagato le nuove potenzialità dell'Intelligenza Artificiale in relazione alla creazione di avatar il più possibile simili al padre, alla nonna o al marito che non c'è più al fine di poterli vedere e parlare ancora con loro. Il defunto torna in vita con il suo viso e la sua voce, dedotta da video o registrazioni, con i suoi aspetti caratteriali, tramite il ricordo degli amici e parenti, e con la sua forma mentis, grazie all'analisi dei suoi scritti.
    E così abbiamo il caso della signora Jang Ji Sung, mamma sudcoreana, che ha voluto parlare con l'avatar della figlia Nayeon, morta a sette anni. Oppure Josh il quale, grazie alla startup Project December, può chattare con la sua ragazza del liceo scomparsa prematuramente. L'inventore della startup, Jason Rohrer, ha - tanto per rimanere in tema - seppellito la sua coscienza sotto la prospettiva di lauti guadagni e così risponde alle critiche: «Non è mia responsabilità fermare questa tecnologia perché alle persone potrebbero non piacere le risposte che dà».
    L'INSANO DESIDERIO DI PARLARE CON I MORTI
    In tutti noi c'è il desiderio di continuare a parlare con i nostri cari che non ci sono più. Lo possiamo fare? Sì è lecito. I nostri pensieri rivolti a loro giungeranno a questi ultimi? Se Dio lo permette, accadrà. E loro possono mettersi in contatto con noi? L'evocazione dei morti così come l'avvalersi di medium sono pratiche vietate dalla Chiesa (cfr. CCC nn. 2116-2117) anche perché spesso queste pratiche sono varchi dove possono passare forze demoniache. La Chiesa in merito alle anime defunte ci dice solo una cosa: di pregare e offrire sacrifici per loro. Ci consiglia la cosa migliore: far del bene a loro. Ciò non toglie che quelli che stanno là, per permissione divina, possano a volte farsi presenti tra quelli che stanno qui. C'è un caso famoso presente nei Vangeli: quando Gesù si trasfigurò sul Monte Tabor, Mosè ed Elia apparvero anche a Pietro, Giacomo e Giovanni e iniziarono a parlare con Gesù (cfr. Mt 17, 1-9). Oltre a questo, ma non è materia di fede, molti sono i santi che hanno avuto colloqui con le anime defunte. Ma tutto questo sempre per volontà di Dio.
    Oggi invece abbiamo inventato l'Intelligenza Artificiale che è diventata il nuovo medium per fare una videochiamata nell'Aldilà e per far tornare in vita chi è già nell'eternità. Da una parte questa esigenza parossistica di voler vedere e sentire il proprio caro è sintomo quasi certo che la persona non ha elaborato il lutto, non ha accettato con serenità la morte dell'amato. Lo vuole con sé costi quel che costi. Il rifiuto della morte è certificato dall'accettazione della farsa, perché la madre che vuole parlare con la figlia defunta sa perfettamente che quella che vede e sente non è sua figlia, ma una ricostruzione di un computer. È l'ipertrofia del virtuale che mima il reale, che falsifica gli affetti, che rende artefatte le emozioni, che illude come potrebbe fare qualsiasi altra droga capace di far accedere a paradisi artificiali. Qui di artificiale c'è una pseudo intelligenza che ci vuole portare in un surrogato di paradiso. Meglio quindi una finzione consolante che una realtà desolante.
    LA TECNOLOGIA POSTUMANA
    L'estinto che resuscita in forma di avatar è l'ultima frontiera della tecnologia postumana che vorrebbe spingersi al di là della vita per connettersi con il regno dei morti e così eternare qui sulla Terra ciò che invece è...

    • 6 min
    Un cuore che batte approda in parlamento

    Un cuore che batte approda in parlamento

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7710

    UN CUORE CHE BATTE APPRODA IN PARLAMENTO
    La proposta obbligherebbe il medico dell'ultima visita prima dell'aborto a far vedere il figlio alla mamma e a farle ascoltare il battito del suo cuore (così molte mamme rinunciano ad uccidere il loro bambino)
    di Tommaso Scandroglio
    La proposta di iniziativa popolare Un cuore che batte, dopo aver raccolto 106 mila firme, più del doppio del necessario, approda in Parlamento, alla Camera, e verrà discussa dalle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali. Il testo della proposta mira ad aggiungere il seguente comma all'art. 14 della Legge 194: «Il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
    La proposta di legge è preceduta da una relazione introduttiva elaborata dalla bioeticista Giulia Bovassi. In essa si appunta che il nascituro «è il grande e silenzioso invisibile» della procedura abortiva e dunque «obiettivo della presente proposta di legge [...] è rendere visibile l'invisibile e dare voce al silenzio, la voce di un battito cardiaco udibile già dalla quinta settimana di gravidanza», andando così a tutelare il diritto alla vita del concepito.
    Si sottolinea poi che «la proposta di legge agisce sulla presa di coscienza di un dato di fatto: l'evidenza scientifica dell'umanità del concepito, contro ogni tentativo di attribuire a esso una presunta entità altra rispetto all'appartenenza alla specie umana e alla "personeità" [...] Voluto oppure no, un figlio resta tale per natura». Dunque questa proposta di legge rispecchia fedelmente, secondo gli estensori, il principio contenuto nell'art. 1 della 194: la «tutela della vita umana fin dal suo inizio».
    L'ACCOGLIENZA DEL FIGLIO
    L'introduzione poi sgombra il campo da un fraintendimento: non si vuole solo potenziare il consenso informato della donna giudicando implicitamente così che qualsiasi sua scelta sia eticamente accettabile, ma lo si vuole potenziare perché lo si orienta verso un solo fine ben specifico: l'accoglienza del figlio. E per superare tutte le sterili polemiche nate in seno al mondo pro life e per rispettare le indicazioni presenti nel n. 73 dell'Evangelium vitae si aggiunge che tutte le realtà promotrici sono nettamente contrarie all'aborto.
    Successivamente si specifica che le attività richieste al medico non esorbitano da quelle previste dal Codice deontologico bensì sono quelle indicate dallo stesso Codice: il medico, infatti, deve fornire «tutte le informazioni necessarie alla paziente (la madre) in merito alla gravidanza e allo stato di salute e vita del concepito, accertandone la presenza (esame ecografico) e la vitalità (battito cardiaco), come informazioni minime da comunicare in ambito diagnostico, così come accade quando, a parità di condizioni, la gestante si rivolge al medico curante per accertare lo stato di gravidanza e di salute del feto che intende accogliere». Infatti il medico è obbligato ad informare compiutamente la gestante su cosa sia l'aborto affinché il consenso sia realmente informato e libero. Inoltre l'ascolto del battito e la visione del feto configurano «almeno un tentativo per rimuovere le cause che porterebbero all'interruzione» e ciò in ossequio a quanto prescrive proprio l'art. 5 della legge 194.
    IL CONCEPITO È UN ESSERE UMANO
    La relazione si chiude argomentando, assai opportunamente, su due temi decisivi: lo statuto biologico del concepito e lo statuto antropologico dello stesso. Sul primo versante l'embriologia non ha più dubbi: il concepito è un organismo umano, è un essere umano. Sul secondo versante, la...

    • 6 min
    Funerale trans, uno scempio da dottrina Fernandez

    Funerale trans, uno scempio da dottrina Fernandez

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7705

    FUNERALE TRANS, UNO SCEMPIO DA DOTTRINA FERNANDEZ di Tommaso Scandroglio
    C'è il Vetus ordo, il Novus ordo e ora il trans ordo. Un rito trans è stato inventato giovedì scorso in occasione dei funerali dell'attivista transessuale, nonché ateo, Cecilia Gentili, per citare il suo nome anagrafico dato che nacque (e rimase) uomo. I funerali si sono svolti nella famosa cattedrale di Saint Patrick a New York.
    Nonostante il professato ateismo del Gentili, l'organizzatore del funerale, Ceyenne Doroshow (anche lui trans), ha scelto la cattedrale di Saint Patrick perché iconica come il de cuius. Infatti il cinquantaduenne Gentili era personaggio assai famoso sia per i suoi trascorsi di ex prostituta, sia per il suo impegno come attivista Lgbt e come sostenitore dei diritti delle prostitute. Gentili, originario dell'Argentina, immigrò clandestinamente negli States all'età di 26 anni e nel 2009 finì in prigione per possesso di droga.
    Il funerale si è trasformato in uno spettacolo queer. Canti non certo liturgici sono stati intonati in costumi appariscenti e per soprammercato hanno cambiato il testo dell'Ave Maria in Ave Cecilia. La foto del defunto era impreziosita da un'aureola e tutto intorno al suo viso alcuni termini in spagnolo che significavano "travestito", "puttana", "beata" e "madre", parole che campeggiavano sopra il testo del Salmo 25, mentre alcuni astanti lo invocavano come "madre delle puttane". Il celebrante ovviamente si è riferito al defunto con nomi e pronomi femminili; nelle preghiere dei fedeli c'è stato spazio anche per chiedere l'assistenza divina per gli interventi per il "cambio" di sesso.
    La cattedrale era poi stipata da una folla variopinta: paillettes, abiti glitterati con colori audaci, un boa di piume composto da banconote da 100 dollari al collo di un presente. Centinaia di transessuali vestiti in modo non solo non consono ad una chiesa, ma non adatto nemmeno ad alcun altro luogo: seni finti quasi al vento, parrucche appariscenti, tacchi vertiginosi. Gentili si era battuto un'intera vita in favore della prostituzione e così i suoi amici lo hanno accontentato e hanno trasformato la cattedrale in un bordello.
    Uno stupro del sacro che ha provocato una dichiarazione di Enrique Salvo, parroco di Saint Patrick, in cui ha annunciato una Messa di riparazione nella cattedrale stessa. Don Salvo aggiunge che lui sapeva solo che la Messa era per un cattolico. Appare una scusa traballante. Di certo sarà stato fornito il nome del defunto, nome notissimo a New York. Inoltre, ammesso e non concesso che nulla sapesse, si doveva comunque intervenire durante la funzione per bloccare simile carnevalata.

    IL CODICE DI DIRITTO CANONICO
    Ma ammettiamo che davvero nulla sapessero, poniamoci questa domanda: è lecito che si possa svolgere un funerale in suffragio di una persona come Gentili? La risposta viene dal Codice di diritto canonico che vieta le esequie ecclesiastiche, tra gli altri soggetti, ai «peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli», posto che «prima della morte non diedero alcun segno di pentimento» (Can. 1184). Il canonista Luigi Chiappetta commenta così questo divieto: «Le esequie ecclesiastiche, come ogni azione liturgica [...], sono segno ed espressione di comunione ecclesiale. Non possono pertanto essere concesse a coloro che vivono fuori di questa comunione, tranne che, prima di morire, abbiano dato qualche segno di pentimento» (Il Codice di Diritto canonico. Commento giuridico pastorale, Ed. Dehoniane, vol. II, p. 449).
    Sarebbe contraddittorio accogliere nella Chiesa chi fino all'ultimo l'ha combattuta. Inoltre violerebbe la libertà di costui che nulla voleva a che fare con la Chiesa. Sarebbe come costringere un vegano ad...

    • 9 min
    Telepathy, il chip di Musk tra benefici e rischi

    Telepathy, il chip di Musk tra benefici e rischi

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7709

    TELEPATHY, IL CHIP DI MUSK TRA BENEFICI E RISCHI di Tommaso Scandroglio
    La telepatia. È questo in fondo il traguardo che si pone Elon Musk. Per ora il tentativo è quello di creare un collegamento telepatico tra una persona e un computer. E tutto questo grazie a Telepathy, un chip da impiantare nel cervello ideato dalla sua società di neurotecnologia Neuralink.
    Telepathy permette di leggere le onde cerebrali e trasmetterle ad un Pc o ad uno smartphone affinché la persona dotata di questo impianto possa digitare su una tastiera e spostare il cursore sullo schermo. Naturalmente con il pensiero si potranno comandare anche altri apparecchi: la carrozzina, il televisore, eccetera. I soggetti destinatari di questa interfaccia cervello-computer sono persone che hanno perso l'uso delle braccia o delle mani o della vista e perciò non possono scrivere al computer. Quindi parliamo ad esempio di tetraplegici o di persone con gli arti amputati o affetti da SLA o morbo di Parkinson o ciechi. Il 29 gennaio scorso Musk ha annunciato su X che Neuralink ha eseguito il primo impianto nel cervello di una persona e pare che l'intervento sia andato bene.
    Questo intervento è moralmente lecito? Il fine che si propone Musk è terapeutico, dunque buono. Terapeutico non in senso stretto: infatti le persone non recupereranno l'uso delle mani o la vista. Terapeutico in senso lato perché ha carattere adiuvante-sostitutivo. È come avere una protesi, come mettersi gli occhiali per ripristinare la funzione visiva al meglio, come una protesi alla mano per gli amputati.

    GLI EFFETTI NEGATIVI
    Se il fine è astrattamente buono occorre però, per giudicare della moralità di questa invenzione, tenere in considerazione anche gli effetti negativi possibili di tale scoperta. Nello scorso maggio Musk aveva annunciato che aveva ricevuto semaforo verde per procedere all'esperimento dalla Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo statunitense che sovraintende anche a sperimentazioni cliniche come la presente. Ma ora pare che la FDA stia ancora indagando sulla pericolosità di questa interfaccia neuronale. Inoltre è stato chiesto alla U.S. Securities and Exchange Commission, l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori, di verificare che Musk non abbia ingannato i propri investitori, dato che le cavie usate per le precedenti sperimentazioni, prima di passare all'uomo, avevano mostrato paralisi, convulsioni e gonfiore del cervello. Inoltre, ci sono i costi economici per chi volesse sottoporsi a questo impianto: 40 mila dollari.
    Dunque, per comprendere se simile impianto sia eticamente lecito occorre mettere su un piatto della bilancia gli effetti positivi (tornare a comunicare con un Pc o uno smartphone per un disabile grave) e sull'altro piatto gli effetti negativi (danni gravi alla salute e costi notevoli) e calcolare le probabilità che gli uni e gli altri si verifichino. Ad esempio, dovremo verificare se la persona che ha ricevuto questo primo impianto riesca veramente ad usare un Pc e quali danni fisici si riscontreranno in futuro, anche a distanza di anni. Inoltre, c'è da pensare se questo esperimento sia davvero necessario. Infatti esistono già oggi i comandi vocali per i Pc o software che permettono la scrittura leggendo lo spostamento degli occhi sul video. Chiaro è che Musk con questo test guarda oltre, molto lontano: guarda alla possibilità di comandare le macchine digitali con il solo pensiero. E in questa prospettiva l'esperimento appare suggestivo.

    IL TRANSUMANESIMO
    E qui emergono altri due effetti negativi che occorre tenere in conto. Il primo ha carattere culturale. Questo esperimento si inserisce pienamente in quell'orientamento filosofico chiamato transumanesimo che predica, tra le...

    • 6 min

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