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Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

Charlot RSI - Radiotelevisione svizzera

    • TV & Film

Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

    Il cinema delle periferie – Danimarca e Svezia

    Il cinema delle periferie – Danimarca e Svezia

    • 6 min
    Shakespeare in Hollywood

    Shakespeare in Hollywood

    Più di ogni altro scrittore, ce n’è uno che ha fornito al cinema drammi, poesie e canzoni. Centinaia di attori, scrittori e registi hanno lavorato in film ispirati dalla sua magnifica eredità. Con queste parole, l’attore e regista Kenneth Branagh, presentava l’omaggio filmato di Hollywood a William Shakespeare, durante la notte degli Oscar del 1997. È stata l’epifania di un processo di appropriazione culturale, da parte dell’industria cinematografica, che si è sviluppato lungo tutto il primo secolo di cinema. Del resto, il drammaturgo e poeta inglese, nato a Stratford-upon-Avon nel 1564, è la figura più titolata nell’intera storia degli Academy Awards, con ben 86 candidature che hanno portato a 30 Oscar per 26 film considerati shakespeariani a vario titolo. Un successo il cui segreto si cela probabilmente nella profondità dei temi affrontati dalle opere di Shakespeare. Amore, vendetta, ambizione. Potere. Ma forse, ancor di più, nei personaggi che, da Romeo e Giulietta ad Amleto, da Otello a Lady Macbeth, possiedono una complessità psicologica e un’umanità uniche e al contempo universali. E Hollywood, in più di un’occasione, ha tratto vantaggio proprio dalla forza e dalla profondità di questi personaggi.Fra gli altri, ospiti di Charlot – per indagare le ragioni del successo cinematografico di Shakespeare e del suo stretto rapporto con la settima arte – Arturo Cattaneo, professore ordinario di Letteratura Inglese all’Università Cattolica di Milano e autore, insieme a Gianluca Fumagalli, del saggio Shakespeare in Hollywood (Einaudi, 2024); lo sceneggiatore Mario Ruggeri, autore del libro Shakespeare sceneggiatore. La tecnica di scrittura di cinque grandi tragedie (Vita e Pensiero, 2016) e, infine, la scrittrice, critica letteraria, traduttrice, e profonda conoscitrice dell’opera del Bardo, Nadia Fusini.

    • 1 hr 57 min
    Il cinema delle periferie – Spagna

    Il cinema delle periferie – Spagna

    • 5 min
    Se cinema e teatro raccontano la casa

    Se cinema e teatro raccontano la casa

    Le case e gli appartamenti raccontano moltissimo di chi li abita. A un occhio attento osservare il luogo in cui una persona vive fornisce un’infinità di informazioni sul carattere, i gusti, l’umore e i sentimenti di chi si muove in quello spazio. È insomma in qualche caso un ulteriore personaggio di un film e comunque un elemento essenziale nello svilupparsi della narrazione. Da pareti di cartapesta a vere e proprie architetture anche le scenografie teatrali, di prosa o di lirica poco importa, sono sul palco, oltre che di illustrare, capaci di raccontare relazioni tra i personaggi e atmosfere. Ne parliamo a Charlot questa settimana con l’artista visuale Ila Beka che nei suoi film esplora come le persone vivono, percepiscono si muovono e si relazionano con lo spazio architettonico, con il semiologo Ruggero Eugeni che ha indagato nei suoi saggi l’effetto dei media e del cinema sugli spettatori e con la scenografa Margherita Palli, autrice di vere e proprie macchine teatrali abitative.

    • 1 hr 57 min
    Lezioni di musica – violino 

    Lezioni di musica – violino 

    • 9 min
    I luoghi della settima arte

    I luoghi della settima arte

    Ci sono luoghi che conosciamo pur non essendoci mai stati. È una delle magie del cinema. New York, Parigi, Roma, Venezia e tante altre città fanno parte dell’immaginario cinematografico. Non solo sfondo, ma vere e proprie protagoniste delle storie raccontate sul grande schermo, capaci d’influenzare atmosfera, trama e personaggi. Attraverso le loro strade, quartieri e architetture, le città diventano specchi delle società e delle identità rappresentate nei film. Al contempo, il cinema contribuisce a plasmare l’immaginario collettivo di questi luoghi, influenzando la nostra percezione, la nostra memoria urbana. Un legame fra cinema e città che è all’origine di un ciclo virtuoso d’ispirazione, riflessione e rappresentazione che arricchisce entrambi i mondi.Inoltre, da sempre, il cinema ha una straordinaria influenza sulla promozione dei luoghi. Le location utilizzate nei film diventano attrazioni turistiche. Non a caso, soprattutto negli ultimi decenni, attraverso l’istituzione di film commission, diverse città e regioni – anche nella Svizzera italiana – hanno cercato di attirare le produzioni cinematografiche per promuovere il turismo e l’economia locale.Fra gli altri, ospiti di Charlot, il giornalista, saggista e critico cinematografico Oscar Iarussi autore del saggio Andare per i luoghi del cinema (Il Mulino, 2017); il giornalista e responsabile sviluppo e innovazione RSI Lorenzo Buccella autore del libro Locarno on/Locarno off. Storia e storie del Film Festival (Edizioni Casagrande, 2022); lo scrittore e sceneggiatore Mario Mucciarelli autore della raccolta di racconti Lumière Lumière. La vera storia dell’invenzione del cinema e altre amenità (Sagoma, 2024) e infine Lisa Barzaghi e Lola Rossier figure cardine, dal punto di vista operativo, della Ticino Film Commission.

    • 1 hr 56 min

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