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Coronavirus, quando il nemico dell'impresa è la banca Innovation island

    • News Commentary

Una lettera con cui si chiede a una pasticceria storica di Palermo, in piena emergenza Coronavirus, di rientrare di 110 mila euro entro dieci giorni pena la segnalazione alla centrale rischi della Banca d’Italia.


Una richiesta, quella indirizzata dalla Creval alla pasticceria Massaro, che il titolare dell’azienda, Francesco Massaro, non esita a definire “inaudita”. “La richiesta di rientro immediato - dice - è tecnicamente inammissibile per il semplice fatto che da oltre due anni è in corso una causa per anatocismo, la cui sentenza è attesa per i prossimi mesi”.
Secondo l’Istituto la prima richiesta di rientro risale a ben prima della crisi coronavirus e in particolare al febbraio 2017.

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Una lettera con cui si chiede a una pasticceria storica di Palermo, in piena emergenza Coronavirus, di rientrare di 110 mila euro entro dieci giorni pena la segnalazione alla centrale rischi della Banca d’Italia.


Una richiesta, quella indirizzata dalla Creval alla pasticceria Massaro, che il titolare dell’azienda, Francesco Massaro, non esita a definire “inaudita”. “La richiesta di rientro immediato - dice - è tecnicamente inammissibile per il semplice fatto che da oltre due anni è in corso una causa per anatocismo, la cui sentenza è attesa per i prossimi mesi”.
Secondo l’Istituto la prima richiesta di rientro risale a ben prima della crisi coronavirus e in particolare al febbraio 2017.

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