Enzo Biagi e Il resto del Carlino Personaggi di Bologna

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È stato uno dei volti più popolari del giornalismo italiano del XX secolo. Nato nel piccolo borgo appenninico di Pianaccio, all'età di nove anni si trasferì a Bologna nel rione di Porta Sant'Isaia. L'idea di diventare giornalista nacque in lui dopo aver letto Martin Eden di Jack London. Frequentò l'istituto tecnico per ragionieri Pier Crescenzi, dove con altri compagni diede vita ad una piccola rivista studentesca, Il Picchio, che fu soppressa dopo qualche mese dal regime fascista e da allora nacque in Biagi una forte indole antifascista. Nel 1942 fu chiamato alle armi ma non partì per il fronte a causa di problemi cardiaci. Fu costretto a rifugiarsi sulle montagne, dove aderì alla Resistenza combattendo nelle brigate Giustizia e Libertà legate al Partito d'Azione. Si occupò della stesura di un giornale partigiano, Patrioti, con il quale informava la gente sul reale andamento della guerra lungo la Linea Gotica. Biagi considerò sempre i mesi che passò da partigiano come i più importanti della sua vita: in memoria di ciò, volle che la sua salma fosse accompagnata al cimitero sulle note di Bella ciao. Terminata la guerra, Biagi entrò con le truppe alleate a Bologna e fu proprio lui ad annunciare dai microfoni del Psychological Warfare Branch alleato l'avvenuta liberazione. Poco dopo fu assunto come inviato speciale e critico cinematografico al Resto del Carlino, la cui nuova sede fu inaugurata nel 1936 in via Dogali (ora via Gramsci).

È stato uno dei volti più popolari del giornalismo italiano del XX secolo. Nato nel piccolo borgo appenninico di Pianaccio, all'età di nove anni si trasferì a Bologna nel rione di Porta Sant'Isaia. L'idea di diventare giornalista nacque in lui dopo aver letto Martin Eden di Jack London. Frequentò l'istituto tecnico per ragionieri Pier Crescenzi, dove con altri compagni diede vita ad una piccola rivista studentesca, Il Picchio, che fu soppressa dopo qualche mese dal regime fascista e da allora nacque in Biagi una forte indole antifascista. Nel 1942 fu chiamato alle armi ma non partì per il fronte a causa di problemi cardiaci. Fu costretto a rifugiarsi sulle montagne, dove aderì alla Resistenza combattendo nelle brigate Giustizia e Libertà legate al Partito d'Azione. Si occupò della stesura di un giornale partigiano, Patrioti, con il quale informava la gente sul reale andamento della guerra lungo la Linea Gotica. Biagi considerò sempre i mesi che passò da partigiano come i più importanti della sua vita: in memoria di ciò, volle che la sua salma fosse accompagnata al cimitero sulle note di Bella ciao. Terminata la guerra, Biagi entrò con le truppe alleate a Bologna e fu proprio lui ad annunciare dai microfoni del Psychological Warfare Branch alleato l'avvenuta liberazione. Poco dopo fu assunto come inviato speciale e critico cinematografico al Resto del Carlino, la cui nuova sede fu inaugurata nel 1936 in via Dogali (ora via Gramsci).