32 min

Ep. 12 - L’universo del Gioco come espressione di GIOIA autentica, Festival della Fiaba 2021 La danza nelle tue mani

    • Performing Arts

La registrazione del mio intervento del 12/9/21 a Modena, per il Festival della Fiaba. 

Tra poesia e sacralità il gioco celebra l’esistenza e ci permette di allenare le nostre potenzialità come esseri umani, vivere giocando è una delle possibilità che abbiamo per rendere la nostra esperienza straordinaria.

Perché una danzatrice, una coreografa si pone come obiettivo di parlare del gioco?
Negli ultimi anni ho cercato molto nella direzione dell’espressione autentica, organica e funzionale
del movimento e inevitabilmente sono andata a cercare tra gli istinti biologici legati alla
sopravvivenza, ma non era abbastanza, serviva indagare luoghi dell’umano che fossero istintuali,
spirituali, che avessero a che fare con il rituale e l’aspetto creativo.
La dimensione ludica costituisce buona parte del mio procedere artistico: ancora prima di chiedere
di muoversi secondo i canoni della danza, chiedo agli allievi e ai danzatori in sala di tornare a
giocare. Il gioco permette di indagare e costruire una relazione con il corpo che va al di là di
qualsiasi insegnamento e tecnica. Il corpo nell’azione giocosa è vissuto pienamente, abitato,
scoperto e “risvegliato”.
Secondo Johan Huizinga, che ha ispirato i miei studi e le mie ricerche, “il bambino ed il poeta
vivono nella stessa sfera: laddove il gioco si sposa con il sacro.”
Probabilmente anche per questo motivo la relazione teatro-gioco-vita è sempre confermata e va
riconfermata ogni volta.

Il tema della gioia è strettamente collegato al gioco.
La gioia, unita in modo inseparabile al gioco, si converte non solo in emozione ma anche in
elevazione. La pienezza e dell’ “esserci”, nel qui ed ora, permette di sviluppare il ricordo di
quell’accadimento come una creazione: da quel momento l’azione sarà ripetibile, tramandabile,
sarà cultura.
Conoscere il corpo attraverso l’azione giocosa ci permette di indagare il movimento autentico, il
movimento funzionale all’azione: il gioco ci porta in una “dimensione altra” rispetto all’ordinario,
che ha un suo flusso, una propria organicità, una durata.
Il bisogno di giocare è scritto nei nostri geni perché ci permette di sviluppare delle competenze
fisiche, sociali, emotive in un ambiente sicuro. Ed è così per gli umani e per i regno animale.
Il gioco si fa accompagnamento, complemento e parte della vita in generale. Adorna la vita e la
completa e come tale è indispensabile.
Indispensabile all'individuo in quanto funzione biologica e alla collettività per il senso che
contiene, per il significato, per il valore espressivo, per i legami spirituali e sociali che crea,
insomma in quanto funzione culturale. Soddisfa ideali di espressione individuale e di vita
collettiva.
Giochiamo per imparare competenze fondamentali, giochiamo per conoscere il corpo. Fin da
bambini, scopriamo la gravità, esploriamo le possibilità, cresciamo nella libertà e nell’amore per
ciò che stiamo eseguendo, sperimentiamo la fiducia, cooperiamo.

Per maggiori info

https://www.festivaldellafiaba.com

La registrazione del mio intervento del 12/9/21 a Modena, per il Festival della Fiaba. 

Tra poesia e sacralità il gioco celebra l’esistenza e ci permette di allenare le nostre potenzialità come esseri umani, vivere giocando è una delle possibilità che abbiamo per rendere la nostra esperienza straordinaria.

Perché una danzatrice, una coreografa si pone come obiettivo di parlare del gioco?
Negli ultimi anni ho cercato molto nella direzione dell’espressione autentica, organica e funzionale
del movimento e inevitabilmente sono andata a cercare tra gli istinti biologici legati alla
sopravvivenza, ma non era abbastanza, serviva indagare luoghi dell’umano che fossero istintuali,
spirituali, che avessero a che fare con il rituale e l’aspetto creativo.
La dimensione ludica costituisce buona parte del mio procedere artistico: ancora prima di chiedere
di muoversi secondo i canoni della danza, chiedo agli allievi e ai danzatori in sala di tornare a
giocare. Il gioco permette di indagare e costruire una relazione con il corpo che va al di là di
qualsiasi insegnamento e tecnica. Il corpo nell’azione giocosa è vissuto pienamente, abitato,
scoperto e “risvegliato”.
Secondo Johan Huizinga, che ha ispirato i miei studi e le mie ricerche, “il bambino ed il poeta
vivono nella stessa sfera: laddove il gioco si sposa con il sacro.”
Probabilmente anche per questo motivo la relazione teatro-gioco-vita è sempre confermata e va
riconfermata ogni volta.

Il tema della gioia è strettamente collegato al gioco.
La gioia, unita in modo inseparabile al gioco, si converte non solo in emozione ma anche in
elevazione. La pienezza e dell’ “esserci”, nel qui ed ora, permette di sviluppare il ricordo di
quell’accadimento come una creazione: da quel momento l’azione sarà ripetibile, tramandabile,
sarà cultura.
Conoscere il corpo attraverso l’azione giocosa ci permette di indagare il movimento autentico, il
movimento funzionale all’azione: il gioco ci porta in una “dimensione altra” rispetto all’ordinario,
che ha un suo flusso, una propria organicità, una durata.
Il bisogno di giocare è scritto nei nostri geni perché ci permette di sviluppare delle competenze
fisiche, sociali, emotive in un ambiente sicuro. Ed è così per gli umani e per i regno animale.
Il gioco si fa accompagnamento, complemento e parte della vita in generale. Adorna la vita e la
completa e come tale è indispensabile.
Indispensabile all'individuo in quanto funzione biologica e alla collettività per il senso che
contiene, per il significato, per il valore espressivo, per i legami spirituali e sociali che crea,
insomma in quanto funzione culturale. Soddisfa ideali di espressione individuale e di vita
collettiva.
Giochiamo per imparare competenze fondamentali, giochiamo per conoscere il corpo. Fin da
bambini, scopriamo la gravità, esploriamo le possibilità, cresciamo nella libertà e nell’amore per
ciò che stiamo eseguendo, sperimentiamo la fiducia, cooperiamo.

Per maggiori info

https://www.festivaldellafiaba.com

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