14 episodes

Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.
Un podcast pensato per le donne e dedicato alle donne, tutte.

Un progetto che nasce dalla necessità di attribuire un volto, una posizione e una lista di sogni da realizzare a tutte queste personalità di cui, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti parte.

Donne realmente esistite? Poco importa. Sono figure vive nel ricordo di ognuno di noi. Sono donne che creano, abitano e descrivono in modo ampio e articolato tre categorie che, lungo questo percorso, chiameremo “la passione, il dono e la virtù.”

La passione, il dono, la virtù - Fabrizio De André Podcast La passione, il dono, la virtù nelle canzoni di Fabrizio De André

    • Music

Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.
Un podcast pensato per le donne e dedicato alle donne, tutte.

Un progetto che nasce dalla necessità di attribuire un volto, una posizione e una lista di sogni da realizzare a tutte queste personalità di cui, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti parte.

Donne realmente esistite? Poco importa. Sono figure vive nel ricordo di ognuno di noi. Sono donne che creano, abitano e descrivono in modo ampio e articolato tre categorie che, lungo questo percorso, chiameremo “la passione, il dono e la virtù.”

    Jamin-a. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    Jamin-a. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    Conoscere e riconoscersi nei testi di Fabrizio De Andrè in età evolutiva è facile.

    I racconti della trasgressione, le parole che nessuno oserebbe cantare pronunciate con una naturalezza a tratti spiazzante è tutto ciò che serve ad un adolescente per poter dipingersi con i colori della normalità, quella che fa sentire tutti uniti e vicini, coalizzati nei confronti di quel mondo che tanto sembra avverso, soprattutto in tenera età.

    Sono ascolti che ti regalano una tregua da una lotta che tutti combattiamo, una speranza che ti fa respirare, chiudere gli occhi e immaginare. 

    Quello che si evince dal primo e veloce ascolto di Jamin-a è questo: la speranza di una tregua. Le urla e i suoni del mercato del pesce di Genova sono la cornice che accoglie la “sultana delle bagasce”.

    Sono parole che vanno via in fretta, termini che si rincorrono quasi a voler trovare l’aggettivo che meglio descrive la personalità della donna.

    “Lingua infuocata, lupa di pelle scura, morso di carne soda”. 

    Ma torniamo a Genova, vicino al porto che vede partenze e immagina ritorni. Parliamo di quel mare che “porta via la via” e insieme ad essa la speranza del futuro. Se cambiamo angolazione e ci spostiamo verso un’ottica nuova, riusciamo ad immaginare Jamin-a come quell’atto di fede praticato per contrastare una vita di rischi, pericoli e precarietà. L’immagine della donna, desiderio ardente e comune, è quindi la compagna di un viaggio che ogni marinaio spera di incontrare. 

    Una descrizione di anime tenute insieme dalla speranza, dalla passione e dal desiderio e Jamin-a, in alto, al di sopra di sogni e di ogni immaginazione perversa mentre gode di quei termini che parlano di una personalità erotica e perfetta.

    E’ lo stesso De Andrè a fare luce sulla questione e mettere le cose in chiaro, riferendosi al brano così:

    “Jamin-a è un’amica algerina. Tutti quanti ma soprattutto la stampa più retriva ha detto che era una prostituta ed invece è una splendida compagna di viaggio. Ce ne fossero di Jamin-e!  Voglio dire: è una bocca di Rosa vista attraverso un’esperienza personale ed è forse l’unica canzone erotica del mio repertorio.”

    A Genova c’è un detto popolare che, tradotto, recita così: “Cara moglie, passato il ponte di Portofino torno libero e scapolo”.

    Il vero senso della canzone credo possa racchiudersi tutto qui.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 2 min
    Giovanna d'Arco. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    Giovanna d'Arco. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    E’ il 30 maggio del 1431 quando, a seguito di un processo per eresia, Giovanna d’Arco viene condannata al rogo e arsa viva. Da questa data in poi, ritroveremo la “Pulzella d’Orleans” protagonista di canzoni, film e discussioni.

    Il cantautore canadese Leonard Cohen saprà renderle omaggio col brano “Joan d’Arc”, contenuto nell’album “Songs of Love and Hate”, pubblicato nel 1971.

    Fabrizio De Andrè invece, che mai aveva fatto mistero delle traduzioni presenti nella propria discografia, l’anno successivo rispetto alla pubblicazione di Cohen, decise di inserire la propria versione del brano come lato b di un 45 giri. Non è un caso che lo stesso 45 giri, nel lato a, contenesse un’altra traduzione dello stesso cantautore, sicuramente più nota, Suzanne. 

    Il disco presentò da subito due copertine, una nera e una bianca, e ciò che le differenziava, oltre il colore, era il titolo della canzone stessa che, nel primo caso era in francese mentre, nel secondo, in italiano. 

    De Andrè riporta quasi fedelmente sia il testo che la musica di Leonard Cohen ma, soprattutto, ne condivide l’ambientazione, concentrando tutti i minuti della durata del brano alla fine della vita di Giovanna d’Arco, nei momenti che l’accompagnarono dal processo alla condanna.

    Dalla prima strofa, infatti, possiamo ascoltare le battute tra Giovanna e il fuoco, immaginando dunque di poter personificare quelle fiamme che, per ultime, avvolgeranno il corpo della donna. 

    Il racconto del dialogo, nonostante il triste epilogo, non manca di fascino e ammirazione, doti distintive di Fabrizio De Andrè che riesce a narrare di un incontro primo e unico, capace di accogliere e spegnere tutti i desideri e i sogni dell’eroina francese per eccellenza.

    Lei, stanca della guerra.
    Lei, la sua vocazione al “trionfo ed al pianto” e lei che, per coronare il proprio sogno di essere moglie, offre al fuoco “il suo modo migliore di essere sposa”.

    L’incontro col fuoco si intensifica nel verso “Lei capì chiaramente che se lui era il fuoco, lei doveva essere il legno”, parole che portano l’ammirazione iniziale verso un crescendo di sensazioni fino a raggiungere una vera e propria estasi mortale.

    Lei, avvolta tra le fiamme di chi l’ha voluta lì ma, nonostante tutto, con l’amara consapevolezza di aver portato a termine la propria missione.

    La strofa finale, presente nella versione di Cohen e nella prima traduzione di De Andrè, che compare solo nella versione su 45 giri e non in quella inserita nell’album del 1974, recita così:

    “Ho visto la smorfia del suo dolore,
    ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante
    anche io vorrei luce e amore
    ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante?”

    Nel singolo, con copertina nera o bianca, l'arrangiamento fu affidato a Nicola Piovani, fresco collaboratore in “Non al denaro non all'amore né al cielo”, diversamente dalla versione presente nell'album “Canzoni”, dove, ad arrangiare, fu Gian Piero Reverberi.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 3 min
    Via del campo. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    Via del campo. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    “Campo” e “Cuore” hanno lo stesso numero di lettere e di sillabe e, pensandoci, credo sia perché Via del Campo sia un po’ la via del cuore di ognuno di noi.

    Forse rappresenta il brano che più di altri evidenzia la propensione di De Andrè nei confronti di quel mondo fatto da emarginati, esclusi e prostitute. Un testo ricco di poesia e delicatezza, descrive l’immagine e la realtà di tre donne, di tre vite accomunate dallo stesso destino “sgarbato”.

    “Via del Campo c’è una graziosa, gli occhi grandi color di foglia, tutta notte sta sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa”.

    Le parole che De Andrè sceglie accuratamente di usare, rappresentano la nobiltà, il candore e la purezza tanto da raccontare la vita della prostituta come la vita di chi, più che vendere il proprio corpo, “dona” la parte più preziosa di se: la propria rosa.

    “Nascon fiori dove cammina” è il modo più poetico e delicato per raccontare, nella strofa successiva, la seconda figura femminile della canzone: la bambina. I fiori che crescono dopo ogni suo passo vogliono indicare la speranza nella vita della giovane donna: il futuro.

    Dopo due carezze in qualche modo rassicuranti, nella terza strofa porgiamo la guancia al duro schiaffo della realtà, a quel contrasto forse troppo forte e crudo ma, per certi versi, necessario.

    “Via del Campo c’è una puttana, gli occhi grandi color di foglia, se di amarla ti vien la voglia basta prenderla per la mano.”.

    La donna, prostituta di professione, ci riporta alla parte meno poetica dell’antico mestiere e, con parole precise e pungenti viene descritta come quella “facile da amare”... Basta prenderla per la mano.

    E di nuovo l’elevazione, il riferimento a quel paradiso che diventa improvvisamente facile da raggiungere: basta una rampa di scale.

    “Via del Campo ci va un illuso...”

    Cambiare la realtà di un posto, modificare la natura di un destino già scritto, rifiutare il contesto per evitare di adattarsi a quello che, più semplicemente, è.
    L’illuso che si reca in via del campo aggiunge qualcosa in più a tutte queste aspettative: la volontà di sposare la donna. Aspettative che non vedranno mai futuro ma solo, al primo piano, il balcone chiuso.

    “Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente...”

    Un verso che ci ricorda che all’amore si risponde soltanto con altro amore, qualunque sia il contesto che fa da cornice al sentimento.

    “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.”

    La canzone è frutto di una ricerca musicale di Enzo Jannacci, che ne è coautore, e Dario Fo.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 3 min
    Franziska. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    Franziska. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    E’ il 27 agosto del 1979 quando Fabrizio De Andrè e sua moglie, Dori Ghezzi, vengono prelevati dall’ “Anonima Sequestri”, in Sardegna. Da quel momento, per i quattro mesi successivi, sentiremo parlare di rapimento e sequestro di persona, fino ad arrivare al giorno del rilascio. 

    Un’esperienza oggettivamente cruda e difficile che non spegne l’animo del cantautore e di Dori i quali, al contrario, cercano di trarre tutto ciò che un contesto del genere può offrire di positivo.

    Franziska, brano contenuto nell’album detto de “L’Indiano” del 1981, vede la luce proprio in Sardegna e proprio durante le settimane del rapimento.
    La storia raccontata nella canzone sarà infatti ispirata a un racconto sentito dai rapinatori. 

    “I miei guardiani mi parlavano dei vari Mesina come di eroi, l’equivalente di Billy the Kid. E’ dai loro racconti che ho appreso la storia di Franziska, donna di un bandito latitante, stanca di vivere senza vivere davvero.”. 

    L’ambientazione dell’intera vicenda sarà dunque la Sardegna mentre l’amore narrato, stavolta, si scontrerà con diverse problematiche. Prima fra tutte, il rapporto tra Franziska e il bandito, il “marinaio di foresta”, costretto a vivere alla macchia.

    Arriviamo quindi alla smisurata gelosia di lui che, nonostante la sporadica presenza fisica nel rapporto di coppia, riesce a frenare la vita di lei, ponendola in quell’ombra dalla quale osserva la vita degli altri comunemente scorrere, a differenza della propria. Il dolore si fa più acuto e l’assenza diventa una più forte presenza nel momento in cui, Franziska, vede anchel’ultima sorella prendere marito. 

    Lei, allontanata da eventuali corteggiatori e da ogni situazione capace di creare equivoco, si rende conto di essere stata allontanata completamente dalla sua stessa esistenza.

    Il destino che spetta al bandito, ad ogni modo, non può essere definito migliore di quello della donna.  Anche lui, per i continui spostamenti, sperimenta la solitudine.

    Si apre quindi una parentesi su uno dei tanti uomini “vittime di questo mondo”, cantati da sempre da De Andrè: l’uomo, senza stelle e senza fortuna, dormirà col rosario di Franziska stretto intorno al suo fucile come unico ricordo, unico rimando a quella vita di coppia che è impossibilitato a vivere. 

    Entrambi, in qualche modo, vittime del sistema ma uniti nella sofferenza, vivono la loro vita “solo con gli occhi”.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 2 min
    Sally. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    Sally. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André.

    Contenuto nell’album "Rimini" del 1978, "Sally" si presenta come un brano che sfiora i cinque minuti di durata ma che, in realtà, dura molto di più. Come la rete dei pescatori in mare, così questa canzone viene gettata lungo un vasto spazio di storia e di tempo, raccogliendo diversi spunti e riferimenti che cercheremo di analizzare un po’ alla volta.

    Allusioni pungenti già nella prima strofa che racconta la disobbedienza di un ragazzo alle parole della madre che, indossando le vesti di una realtà stereotipata, raccomanda il figlio di non uscire a giocare con gli zingari nel bosco. 

    Quanto è bello il proibito? Quanto profuma di libertà la trasgressione? Non tarda a scoprirlo il protagonista che, camminando lungo la strada dell’ignoto, incontra Sally e il suo tamburello.

    Da qui in poi una serie di avventure traumatizzanti accompagnano la vita del giovane uomo che, per saziare la propria fame di libertà, abbandona Sally e continua il viaggio.

    Potremmo quindi parlare della donna come di quel corrimano al quale tutti, almeno una volta nella vita ci siamo aggrappati per attraversare un tratto nuovo, in salita o in ripida discesa o, semplicemente, inaspettato perché fuori dai canoni di realtà che avevamo immaginato. 

    Proseguendo nel viaggio, ci scontriamo col primo riferimento letterario, Pilar Del Mare, personaggio presente nel romanzo “Cent’anni di Solitudine” di Gabriel Garçia Marquez. L’incontro con Pilar rappresenta l’arrivo nella “grande città” che, come si può facilmente immaginare, presenta altri stimoli e racconta di altre avventure alle quali l’uomo non sa più sottrarsi. 

    La ricerca di libertà si conclude con “il re dei topi”, altro omaggio al film “El Topo” di Alejandro Jodorowsky, che fa del male consapevolmente e incarna forse la dura realtà del disincanto. 

    Il protagonista, a questo punto del viaggio, si trova di fronte alla delusione di veder svaniti i propri sogni, circondato da un mondo troppo distante da quello spesso immaginato.

    La mente, capace di correre più velocemente di chiunque, lo riporta infatti col pensiero a Sally.  E se il prezzo da pagare fosse stato troppo alto? 

    L’aria di pentimento, il senso di impotenza e, tuttavia, l’immagine di quel tamburello che ha saputo far vibrare le corde della libertà, a qualunque costo.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 2 min
    Suzanne. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    Suzanne. Le figure femminili nelle canzoni di Fabrizio De André

    “E’ comprendere che siamo irresistibilmente attratti l’uno dall’altro e dobbiamo accettarlo. Dobbiamo fare i conti con questo, con i nostri corpi, i nostri cuori, le nostre anime, le nostre menti e i loro bisogni.”

    Quali sono i bisogni di cui parla Leonard Cohen, riferendosi alla sua Suzanne? 

    Cercando un’origine, possiamo dire di trovarla nel 1966 quando, per la prima volta, il testo viene pubblicato come poesia con il titolo di “Suzanne takes you down.”

    La prima interpretazione sarà di Judy Collins mentre, nel 1967 diventerà la prima traccia dell’album di debutto di Leonard Cohen intitolato, appunto, “Songs of Leonard Cohen”.

    Una trama sfuggente, raccontata con un linguaggio allusivo tipico del poeta canadese, traccia i bordi di una personalità che riporta a quella di Suzanne Verdal, ballerina e moglie dello scultore Armand Vaillancourt. 

    L’intero brano si muove tra realtà e desiderio, intrecciando un incontro a casa della donna e le fantasie scatenate da una visita a una piccola chiesa dei marinai, sempre a Montreal, la Chapelle de Bonsecours, come ricorda Riccardo Bertoncelli. Nonostante alcune voci abbiano da subito sostenuto il contrario, in un’intervista del 1970, è lo stesso Leonard a dichiarare che mai aveva avuto rapporti con Suzanne e che la canzone mescolava elementi reali ad elementi sognati. La stessa tesi sarà poi confermata dalla Suzanne Verdal, in un’intervista del 2006.

    Parliamo quindi di un incontro e di un racconto che volge verso lo spirituale. Un intrecciarsi di anime che semplicemente godono una della presenza dell’altra.

    Ci fu un momento, in realtà, in cui Cohen cercò da Suzanne un altro tipo di avvicinamento, senza riuscirci. Forse a conferma del fatto che alcuni rapporti sono talmente belli, e la paura di sciuparli è talmente tanta, che si preferisce non intaccarli, per evitare anche solo di sfiorare la possibilità di toglier loro la magia.

    La traduzione di De Andrè resta quasi totalmente fedele all’originale; si discosta maggiormente soltanto in due punti: Cohen parla della donna descrivendola come “mezza matta” mentre Fabrizio traduce questo verso usando, forse a livello provocatorio, l’aggettivo “pazza”.

    L’altro punto che allontana l’originale dalla traduzione si trova nella seconda strofa, incentrata su Gesù, proiezione di Suzanne.

    Come aveva già fatto in altre precedenti pubblicazioni, De Andrè preferisce parlare di Gesù come di una figura “più umana” e, quindi, più vicina alla quotidianità.

    “E lui stesso fu spezzato
    ma più umano abbandonato
    nella nostra mente lui non naufragò.”

    A livello strettamente discografico una curiosità: esiste una versione su 45giri del 1972, sia di colore bianco che di colore nero, il cui arrangiamento fu opera di Nicola Piovani e che differisce in maniera evidente rispetto alle incisioni su Lp e Cd, opera invece di Gian Piero Reverberi.

    -------------------------------------------------------------------

    L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia

    LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/

    ---------------

    Bibliografia:

    Le storie dietro le canzoni - Walter Pistarini / https://deand.re/to/#vY4MP4A

    Canzone dopo canzone - Guido Michelone / https://deand.re/to/#ds-vMhU

    Prinçesa e altre regine - Concita De Gregorio / https://deand.re/to/#THYLa2s

    Uomini e Donne di Fabrizio de André - Alfredo Franchini / https://deand.re/to/#KtRtVwA

    • 3 min

Top Podcasts In Music

The Joe Budden Podcast
The Joe Budden Network
The Story of Classical
Apple Music
New Rory & MAL
Rory Farrell & Jamil "Mal" Clay & Studio71
A History of Rock Music in 500 Songs
Andrew Hickey
Drink Champs
Interval Presents
THE MORNING SHIFT
YOUKNOW MEDIA