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Le risposte del direttore Giano Colli ai lettori di BastaBugie

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Le risposte del direttore Giano Colli ai lettori di BastaBugie

    Lettere alla redazione: è giusto battezzare i figli dei conviventi?

    Lettere alla redazione: è giusto battezzare i figli dei conviventi?

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1599

    LETTERE ALLA REDAZIONE: E' GIUSTO BATTEZZARE I FIGLI DEI CONVIVENTI? di Giano Colli

    Gentile redazione di BastaBugie,
    ho letto con attenzione l'articolo sullo sposarsi in chiesa secondo il Papa.
    Forse non c'entra granché, ma mi chiedo se sia giusto che le coppie che convivono senza essere sposate possano fare battezzare i loro figli?
    Renata

    Cara Renata,
    il problema da te posto potrebbe essere così enunciato: nel caso in cui i genitori non abbiano una vita di fede vissuta (o addirittura in palese contrasto come nel caso di una convivenza) è giusto dare il battesimo ai figli? Ho ben presente infatti il caso di alcuni sacerdoti che hanno rifiutato (come vedremo: ingiustamente) il battesimo a figli di genitori in situazione irregolare di matrimonio.
    Il cardinale Biffi una volta disse che nella preparazione dei genitori al battesimo ci si accorge quanto non gli interessa nulla.
    Adesso si fa la preparazione al battesimo, ma prima no. Si telefonava al parroco e si diceva "domenica alle tre si viene a battezzare il figlio, va bene?" come si vede ad esempio nei film di don Camillo (anche se lì il problema era che Peppone voleva dare nome Lenin al figlio...). Ora invece si fa, giustamente, la preparazione.
    Il Cardinal Biffi, da parroco, preparava il gruppo dei genitori tutti insieme. Iniziava facendo notare che nella prima domanda del rito si domanda: "cosa chiedete alla Chiesa?".
    Il Cardinal Biffi faceva notare: "Vedete siete voi a chiederlo, non è la Chiesa che ve lo impone". Un signore ad alta voce fa: "veramente io non vorrei chiederlo, ma lo faccio per accontentare mia moglie che è tre mesi che mi fa un capo così".
    Allora il Cardinale lo prende da parte dopo l'incontro e gli dice: "Guardi che se lei non lo chiede io non posso dare il battesimo a suo figlio, del resto è lei il capofamiglia" (non era vero perché basta anche uno solo dei genitori, ma il Cardinale ha fatto il furbetto). Allora l'uomo risponde: "E io cosa vado a dire a casa a mia moglie?". E il Cardinale: "Beh, ognuno ha i suoi problemi, io di dover parlare con lei e lei di dover parlare con sua moglie".
    Il giorno dopo arriva tutta arrabbiata la moglie: "Reverendo, lei in cinque minuti mi ha distrutto il lavoro di tre mesi". Ma il Cardinale non ha ceduto nemmeno con lei. Qualche settimana dopo arriva il marito e dice: "Adesso ho capito l'importanza del battesimo e lo chiedo per mio figlio...". La forza delle donne...
    Purtroppo sta avvenendo qua e là che si chiedano condizioni gravose per dare i sacramenti. Alcuni sacerdoti non danno il battesimo ai genitori divorziati o che non praticano. Ma questo distruggerebbe la Chiesa. E' un rigorismo pericoloso. Se si dicesse "Se non vieni alla Messa non posso darti i sacramenti" ad esempio del battesimo del figlio oppure della cresima all'adolescente. La gente ci vedrebbe dei ricattatori e si allontanerebbe dai sacramenti per colpa nostra...
    Per ricevere il battesimo sono necessarie solo due condizioni:
    1) la richiesta di uno o entrambi i genitori (bisogna sempre rispettare la volontà dei genitori);
    2) che i genitori si impegnino a proseguire la sua formazione cristiana (che poi in concreto è quello di mandarlo a catechismo).
    Se ci sono queste due condizioni non si può negare a un bambino la grazia del battesimo perché i genitori non sono perfetti cristiani (poi bisognerebbe chiedere chi può vantarsi di essere perfetto di fronte a Dio...).
    A questo punto uno si potrebbe chiedere perché non dare allora la comunione a chi convive o ai divorziati risposati. Non sarebbe forse anche in questo caso un rigorismo esagerato non dargliela? In realtà non è così. Secondo la parola di San Paolo chi mangia il Corpo di Cristo in stato di peccato mortale,...

    • 4 min
    Lettere alla redazione: sulle punizioni di Dio sono d'accordo con voi

    Lettere alla redazione: sulle punizioni di Dio sono d'accordo con voi

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7541

    LETTERE ALLA REDAZIONE: SULLE PUNIZIONI DI DIO SONO D'ACCORDO CON VOI di Pietro Guidi
    Gentile Redazione di BastaBugie,
    ho letto con interesse il vostro articolo sull'episodio di Anania e Saffira. Dio li punisce per aver ingannato gli apostoli. Come giustamente da voi sottolineato questo brano si trova nel Nuovo Testamento e questo nonostante quello che solitamente si dice e cioè che il Dio che punisce è una cosa che si trova solo nel Vecchio Testamento.
    Onestamente sono d'accordo con voi ed anzi mi ha sempre stupito sentire cristiani che mi contestavano una certa durezza nel parlare dei peccati mortali e volevano sostenere che Gesù, ovvero il Dio delle beatitudini del Vangelo, fosse diverso dal Dio che puniva con il diluvio universale. A questo punto gli chiedevo come fosse possibile che Dio cambiasse idea. Ma loro rimanevano sulle loro posizioni.
    Cari amici vi ringrazio di questo articolo che mette le cose in chiaro ed anche per aver fatto notare che proprio questo brano è stato saltato durante le letture del periodo pasquale. Non lo avevo notato, ma controllando mi sono accorta che è proprio così.
    A questo punto avrei due domande. La prima è più una richiesta che una domanda, e cioè vi chiedo di approfondire ulteriormente le conseguenze dell'eliminazione del concetto di peccato mortale e di pena eterna. La seconda domanda è una domanda vera e propria e cioè vorrei sapere se la liturgia riformata ha fatto altri tagli mirati alla Parola di Dio, simili a quello clamoroso di Anania e Saffira.
    Grazie ancora per il vostro prezioso lavoro.
    Maria
    RISPOSTA DELLA REDAZIONE
    Gentile Maria,
    grazie a te per la mail e per l'affetto con cui ci segui. Per quanto riguarda la tua richiesta di approfondimenti ti accontento subito.
    Purtroppo l'eliminazione del concetto di pena ha delle conseguenze enormi sulla concezione del Cristianesimo. Infatti la dottrina cattolica insegna che Dio è infinitamente giusto ed esige che ogni male venga riparato attraverso una pena. Anche se la sua Misericordia è infinita non può derogare a questa legge.
    Quando Adamo ed Eva commisero il peccato originale, per la sua infinita Giustizia li ha cacciati per sempre dal paradiso terrestre, anche dopo il loro pentimento. Dio ha punito il peccato di Adamo ed Eva con l'introduzione nel mondo della morte, della malattia e della sofferenza. Inoltre ha punito specificatamente Adamo, e con lui tutti gli uomini della storia, con il dover faticare nel lavoro. Ha punito Eva, e con lei tutte le donne, con la sofferenza durante il parto. Inoltre dopo il peccato originale Dio ha chiuso le porte del Paradiso all'umanità. Questa punizione sarebbe durata nel tempo perché non sarebbe bastata un'eternità di sofferenze per ripagare il debito che aveva contratto con Dio commettendo quella colpa.
    Se per un cristiano non sono chiare queste cose vuol dire che ha le idee confuse e rischia di non capire cosa sia venuto a fare Gesù nel mondo. Il Signore infatti è venuto tra gli uomini per pagare il prezzo del loro riscatto. Gesù è l'Agnello di Dio, cioè la vittima sacrificale per la salvezza dell'uomo. Questo concetto è espresso in maniera sublime dal salmo 39, che mette in bocca al Messia queste parole: "Non hai gradito né olocausto né sacrificio (...) allora ho detto: Ecco, io vengo" che si potrebbe tradurre anche con il più incisivo "allora vengo io". Immaginatevi Cristo che dice al Padre queste parole, osservando la nostra incapacità di riscattarci da soli. Soffre la più dolorosa passione e muore in croce per pagare sulla sua carne la pena che spettava a noi. Insomma Dio poteva essere soltanto Misericordia e condonare tutti i peccati senza esigere una riparazione. Oppure poteva essere soltanto Giustizia e quindi punire con l'Inferno...

    • 8 min
    Lettere alla redazione: ma in che mondo viviamo?

    Lettere alla redazione: ma in che mondo viviamo?

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7526

    LETTERE ALLA REDAZIONE: IN CHE MONDO VIVIAMO? di Giano Colli

    Cari amici di BastaBugie,
    Vi scrivo per condividere una cosa successa in questa estate, vissuta come spettatrice incredula.
    Sono sposata, non ho figli, non ho animali che li sostituiscono. La cosa la vivo non senza sofferenze, ma non mi piango addosso e accetto la volontà di Dio, il Progetto che Lui ha per me e mio marito. Come dice Chesterton "la misura di ogni felicità, è la riconoscenza", cioè ricordare quello che già abbiamo ed io ho tanti aiuti: la Fede, il mio padre spirituale, amici "in cammino" con noi che ci sostengono e confortano con la presenza. Con loro chiacchieri, ti confronti, ti scontri, provi insieme a seguire la retta via per raggiungere la Meta, l'unica Meta per noi cristiani, il Paradiso! Ti alterni nelle difficoltà, per fare da traino gli uni agli altri. Sono convinta che gli amici vanno scelti e scelti bene. Una volta si chiamavano "le sante amicizie".
    Quando arriva un annuncio di gravidanza (e in questi anni sono stati tanti) non ho mai provato invidia, lo dico sinceramente, ho sempre provato gioia per chi ce lo comunicava. Certo ci pensi, fai un bel respiro, sorridi anche se non è facilissimo, ma una nuova vita non può che essere una cosa bella, un miracolo che il Signore regala ai genitori, e questa gioia immensa supera anche la tua sofferenza!
    Qualche settimana fa in chiesa mi si è avvicinata una ragazza single, che conosco di vista, e chiacchierando del più e del meno mi ha detto che era incinta e che sarebbe stata una mamma sola, era ricorsa alla inseminazione artificiale perché il suo sogno era sempre stato quello di essere madre, lei ha sempre voluto essere madre. Il mio sorriso, mentre parlava, è scomparso, mi sono retta fisicamente alla panca, meno male c'era, sono rimasta senza fiato. Non ho provato gioia, ho balbettato qualcosa, non ricordo nemmeno cosa da come stavo, avevo solo voglia di piangere.
    Mi chiedo se esista al mondo una donna che non voglia essere madre. Da piccole teniamo in braccio bambolotti, li culliamo, gli diamo il biberon, li vestiamo e li svestiamo per poi ricominciare. E sono convinta che anche quelle che ti dicono, ora che ormai è troppo tardi, che va bene così, hanno in cuor loro una profonda ferita che sanguina e l'unica consolazione che hanno è solo dire che va bene così.
    Ma questo che ho raccontato non è il primo episodio in tema di fecondazione perché in questi anni ne ho viste di tutti i colori.
    Il primo tanto tempo fa. Erano venuti a farci dei lavori a casa e parlando di figli l'operaio disse con naturalezza che lui e sua moglie erano ricorsi alla fivet. Lo guardai pensando fosse la sigla di una federazione sportiva: Federazione Italiana... Mio marito, assistendo alla scena e vedendo la mia faccia perplessa, mi fece la triste traduzione riportandomi alla realtà. Quest'operaio ribadì che sua moglie voleva un figlio a tutti i costi e non sarebbero ricorsi all'adozione perché lei voleva un figlio suo. Anche lì rimasi muta. Cosa strana per me, ve lo garantisco.
    Poi due casi di donne, di due città diverse, felicemente sposate da tanti anni con i rispettivi mariti, che hanno fatto l'inseminazione artificiale su suggerimento di sacerdoti che dicevano che si può fare: la Chiesa la fecondazione omologa la permette! Ovviamente sappiamo bene che non è così e non nego che oltre al silenzio improvviso, mi sono cascate le braccia e forse anche qualcos'altro.
    Altro caso che ho visto davanti a me: una studentessa fuori sede, laureata in una nuova città, trovato lavoro in questa nuova città, e poi "sposata" con la sua "compagna" e via... inseminazione all'estero con sperma di donatore e ovulo della "compagna". Una dona l'ovulo, l'altra tiene in grembo il bambino per... essere...

    • 11 min
    Lettere alla redazione: che Hitler fosse un animalista può piacere o non piacere, ma è confermato dal fatto che con una delle sue prime legg

    Lettere alla redazione: che Hitler fosse un animalista può piacere o non piacere, ma è confermato dal fatto che con una delle sue prime legg

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1932

    LETTERE ALLA REDAZIONE: CHE HITLER FOSSE UN ANIMALISTA PUO' PIACERE O NON PIACERE, MA E' CONFERMATO DAL FATTO CHE CON UNA DELLE SUE PRIME LEGGI ABBIA PROIBITO LA VIVISEZIONE SUGLI ANIMALI
    Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna invece che ''si possono amare gli animali, ma non si devono far oggetto di quell'affetto che è dovuto soltanto alle persone''
    di Giano Colli
    Cari signori di BastaBugie,
    sono offesa dall'articolo da Voi proposto sul tema dei diritti degli animali, in cui paragonate, di fatto, Hitler ed i nazisti a chi difende i diritti degli animali.
    Mi dispiace questa caduta di stile da parte Vostra, a fronte del fatto che spesso ho attinto informazioni dal Vostro sito.
    Sono profondamente protezionista e difendo i diritti degli animali. Analogamente a questa posizione, sono sempre stata dalla parte dei deboli, di coloro cioè che non possono difendersi, bambini, vecchi e ammalati. Al contrario, sono stata spesso testimone di persone cattolicissime e cristianissime che disprezzavano le persone amanti degli animali, adducendo ragioni di tutela degli uomini, anziché degli animali, e poi le stesse dimostravano di essere le più grette e meno sensibili nei confronti delle persone.
    Trovo quindi assolutamente fuori luogo il paragone che avvicina Hitler agli animalisti, anzi mi fa anche un po' schifo, tanto che non credo che attingerò più dai Vostri articoli.
    Giulia
    Cara Giulia,
    rispondo volentieri alla sua mail nella quale contesta vivacemente l'articolo da noi pubblicato sul n. 209 di BastaBugie dal titolo "Animalismo trionfante: secondo il tribunale di Milano i diritti dei gatti sono superiori a quelli degli uomini".
    La sua mail non tocca minimamente nessun argomento trattato nell'articolo in questione e quindi pare opportuno tenere fuori dalla polemica chi ha scritto quell'articolo.
    Per quanto riguarda invece il sottotitolo, la sua affermazione "Trovo... assolutamente fuori luogo il paragone... che avvicina Hitler agli animalisti, anzi mi fa anche un po' schifo" ci lascia francamente perplessi: Hitler era davvero un animalista e a prova di ciò basti citare la legge a cui appropriatamente si fa riferimento nel sottotitolo. Può piacere o non piacere, ma, ripetiamo, Hitler era un animalista e una delle prime leggi approvate da Hitler proibiva la vivisezione sugli animali. Questo è un fatto e contro un fatto non si può discutere (a meno che non si provi che non è vero, ma lei questo non può farlo; può piacerle o no, ma questo è un fatto incontestabile).
    Far derivare da questo fatto incontestabile (e incontestato) la conseguenza che "non credo che attingerò più dai Vostri articoli" ci sembra francamente eccessivo.
    In ogni caso confermo che, a parer mio, l'ideologia animalista sta permeando sempre più la società e ciò è dovuto anche alla massiccia campagna per i presunti diritti degli animali sui mezzi di comunicazione di massa. Ad esempio è frequente trovare nei tg un servizio che parli di cura degli animali o di ingiusti maltrattamenti. E' talmente assillante che ormai pare quasi introdotto un nuovo genere di peccato: l'abbandono degli animali. Vorrei ricordare che abbandonare un animale, invece, non è un peccato. Può essere una cosa non bella, ma non è un peccato. Semmai abbandonare un anziano è un peccato, però di questo raramente parlano i tg, per cui, sono certo, alla frase "abbandonare un animale non è un peccato" si troverebbero molte persone indignate. Eppure basterebbe ricordar loro che decidere cosa è peccato non è compito della televisione, ma di Dio.
    Sempre nei succitati servizi televisivi capita spesso che per descrivere i maltrattamenti sugli animali si arrivi a dire "animali trattati in modo disumano". Ora mi pare evidente che l'espressione riveli...

    • 6 min
    Lettere alla redazione: sesso orale e anale sono illeciti anche tra coniugi

    Lettere alla redazione: sesso orale e anale sono illeciti anche tra coniugi

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3316

    LETTERE ALLA REDAZIONE: SESSO ORALE E ANALE SONO ILLECITI ANCHE TRA CONIUGI
    Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che gli sposi sono chiamati a vivere la castità coniugale
    di Giano Colli
    Spettabile redazione di BastaBugie,
    ho letto il vostro articolo sul vescovo spagnolo che avrebbe detto che il sesso orale non è peccato (cf. BastaBugie n. 341 del 21 marzo 2014). In relazione a questo vorrei precisare che è evidente che la notizia diffusa dai media circa i rapporti orali sia una "bufala", ma nel contempo sull'argomento bisogna fare chiarezza.
    I rapporti sessuali fra marito e moglie sono sacrosanti, voluti e benedetti da Dio. Ed hanno, come è noto, una doppia valenza: procreativa e unitiva. In questo ambito il sesso è l'atto finale fra coniugi che si amano completamente. Ed è sbagliato pensare che alcuni atti siano peccaminosi. Non lo sono affatto. Fanno parte dei giochi e delle effusioni che marito e moglie si scambiano.
    Il Catechismo della Chiesa Cattolica non condanna nulla, è tutto lecito e sono inseriti nell'erotismo indispensabile ed auspicato dalla Chiesa Cattolica. Infatti il catechismo dice: "La sessualità è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna. Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento" (n° 2360). E inoltre: "Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi. La sessualità è sorgente di gioia e di piacere: il Creatore stesso ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro" (n° 2362).
    Quindi, concludendo, qualsiasi tipo di rapporti compresi quelli orali, anali, ecc. sono nella logica del piacere gioioso fra i coniugi consenzienti. L'unica "avvertenza" è che l'eiaculazione a seguito dell'orgasmo debba avvenire naturalmente in vagina.
    Cordiali saluti.
    Bernardo
    Caro Bernardo,
    certamente gli atti sessuali tra coniugi (incluso il piacere che ne deriva) sono cosa buona, come testimoniano le citazioni da lei fatte. Ma le conclusioni che lei fa discendere dal catechismo mi sembrano francamente non appropriate.
    Infatti al n° 2349 del Catechismo della Chiesa Cattolica si dice che "Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale". E' quindi sbagliato concludere che una volta sposati nessun atto sessuale possa essere considerato peccaminoso.
    Evidentemente la castità matrimoniale invita alla purezza nei rapporti tra coniugi. La purezza matrimoniale si esprime quindi nel non usare la sessualità al di fuori dello scopo unitivo e procreativo. Affinché l'atto sia secondo natura devono essere presenti entrambi gli scopi. Come dice infatti il catechismo al n° 2366 "qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita. Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo". Ecco perché non rientrano nella liceità né i rapporti orali, né quelli anali mancando, ovviamente, lo scopo procreativo.
    Per ulteriore conferma, il n° 2362 del catechismo, che parla di "casta intimità" e della liceità del piacere provato nell'atto sessuale, significativamente si conclude con...

    • 6 min
    Lettere alla redazione: Lo stile di BastaBugie

    Lettere alla redazione: Lo stile di BastaBugie

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5256

    LETTERE ALLA REDAZIONE: LO STILE DI BASTABUGIE di Giano Colli
    Gentile redazione di BastaBugie,
    vorrei con umiltà fraterna invitarvi a riflettere sui toni perentori, indelicati e spesso giustizialisti con cui intervenite con dei giudizi su talune figure, perché dietro questa dialettica si può nascondere un inganno.
    Sono perfettamente solidale con la vostra visione di una militanza sempre più esposta e oggetto di contraddizione a cui siamo chiamati noi cristiani oggi, quanto più le diversità del mondo sono una negazione della morale naturale, del valore della vita e della visione antropologica di "uomo celeste", dono supremo a cui ci è stato dato accesso dal sacrificio di Cristo.
    Sono anche consapevole del rischio di un annacquamento dei valori cristiani autentici da parte di quella porzione di Chiesa più contaminata dal pensiero dominante, che può distruggere dall'interno la compagine dei cristiani, quanto il nemico che, vestito da angelo di luce, ci attacca da dentro con i suoi sofismi.
    Tuttavia, riscontro a volte dei toni caustici e che sanno di giudizio definitivo da parte di cristiani superiori, che non lasciano spazio ad un contraddittorio, o anche a letture diverse con opportune argomentazioni.
    Il rischio è quello che la storia si incarichi di smentirci, riportandoci ad un'umiltà con un clamore ben maggiore della semplicità di una scelta quotidiana in cui adottiamo la povertà come abito.
    Ammetto di essere uno di quelli che perde facilmente la pazienza e il decoro dialettico nelle situazioni provocatorie, e da fratello ricordo che è conveniente per noi essere cauti nel nostro parlare tenendoci sottomessi gli uni agli altri, pur essendo autorevoli come Cristo lo è stato parlando con gli uomini, ma caritatevoli verso quelle situazioni di cui non conosciamo tutto come Cristo conosce, e che possono avere motivazioni non note e non facilmente deducibili neanche dai più attenti.
    Con stima,
    Emanuele


    Caro Emanuele,
    intanto grazie per l'amicizia e la stima con cui leggi il nostro sito.
    Tutte le cose che dici sono giuste ed infatti nei rapporti personali con gli altri è doverosa una certa cautela nei giudizi in quanto questi spettano principalmente a Dio nel giudizio universale e particolare di ciascuna anima. Va tenuto anche conto che noi non conosciamo fino in fondo l'anima di chi ci sta davanti.
    Semmai noi usiamo un tono che può apparire ruvido e sbrigativo, ma crediamo sia necessario per dare una sveglia a un mondo un po' rilassato negli ultimi tempi.
    A chi pensa che questo stile non sia cristiano vorrei ricordare che il vangelo è pieno di parole ruvide da parte di Giovanni il Battista e Gesù Stesso: razza di vipere, sepolcri imbiancati, et similia. Anche Paolo che riprende Pietro negli Atti degli Apostoli, pur essendo Pietro il primo Papa, potrebbe sembrare irriverente a una lettura superficiale.
    Insomma quando il personaggio è pubblico e compie atti pubblici va giudicato e anche stigmatizzato quando il comportamento è evidentemente contro la Rivelazione o contro la natura umana, ma anche semplicemente contro il buon senso. Quando Giovanni il Battista urla il suo "non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello" all'indirizzo del re (Erode), non crediamo che Gesù lo abbia poi brontolato invitandolo alla moderazione nei termini usati o nei giudizi pubblici espressi. Anzi Gesù loda Giovanni il Battista dicendo che non è nato uno più grande di lui.
    Ecco in sintesi spiegato lo stile del nostro sito. Comprendiamo che possa piacere o non piacere, per cui se uno ha un altro stile può esprimerlo in internet o nella sua vita come vuole. Crediamo però che l'apprezzamento dei nostri lettori (in costante crescita dal 2007) sia il miglior segno che essere...

    • 4 min

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