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WM2 e Contradamerla: Altai in Reading Radio Giap Rebelde - l'audioteca di Wu Ming - Archivio 2011 - 2016

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Alla prima del reading, nel 2009, Wu Ming 2 e la Contradamerla non si erano mai incontrati. La costruzione delle trame, tra i testi e le musiche, ha avuto luogo la sera stessa. Unica condivisione preliminare era stata la scelta della narrazione, ovvero i due “interludi” presenti nel romanzo: "Il viaggiatore del mondo" e "Tre giorni di febbre".
Poi la performance è maturata, di replica in replica, finchè l’improvvisazione non ha lasciato la mano ad uno spettacolo compiuto. Il gioco tra i due codici, letterario e musicale, è quello dei rimandi, delle decontestualizzazioni, degli spiazzamenti, della molteplicità dei registri e delle interpretazioni.
La Contradamerla esegue colonne sonore per film immaginati. Le suggestioni musicali sono migranti, apolidi, senza patria. Sospese tra America Latina, Arabia, Mediterraneo e Rock, parlano un linguaggio popolare ma per niente "folk".
Tutt’altro. Dalle loro parti il sound è impuro, dissacrato, decontestuale. Gravido degli umori dell’oggi.
N.B. Nella registrazione la voce “esce” rispetto alla musica; quest’ultima si risolleva e respira profondo negli intervalli.
Altre colonne sonore di Altai potete ascoltarle qui

Alla prima del reading, nel 2009, Wu Ming 2 e la Contradamerla non si erano mai incontrati. La costruzione delle trame, tra i testi e le musiche, ha avuto luogo la sera stessa. Unica condivisione preliminare era stata la scelta della narrazione, ovvero i due “interludi” presenti nel romanzo: "Il viaggiatore del mondo" e "Tre giorni di febbre".
Poi la performance è maturata, di replica in replica, finchè l’improvvisazione non ha lasciato la mano ad uno spettacolo compiuto. Il gioco tra i due codici, letterario e musicale, è quello dei rimandi, delle decontestualizzazioni, degli spiazzamenti, della molteplicità dei registri e delle interpretazioni.
La Contradamerla esegue colonne sonore per film immaginati. Le suggestioni musicali sono migranti, apolidi, senza patria. Sospese tra America Latina, Arabia, Mediterraneo e Rock, parlano un linguaggio popolare ma per niente "folk".
Tutt’altro. Dalle loro parti il sound è impuro, dissacrato, decontestuale. Gravido degli umori dell’oggi.
N.B. Nella registrazione la voce “esce” rispetto alla musica; quest’ultima si risolleva e respira profondo negli intervalli.
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