Sacrario dei Caduti Bologna, dicono di lei

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"Bologna ha il monumento ai morti più straordinario che esista. Orribile ma perfetto. Si tratta di un muro e ogni nome di un morto è illustrato da una foto fornita dalla sua famiglia. Li vediamo così come li abbiamo amati: il ragazzo grasso coi baffi, sul manubrio della bicicletta, il bel teneboroso con la cravatta scura. Mi vennero le lacrime agli occhi per un’immagine che era stata scelta da una madre, una fotografia di un piccolo biondo in pantaloncini e colletto da marinaio. Voleva ricordarlo e commemorarlo a questa età. Adoro questo monumento ai morti. Questi fantasmi installati sul marciapiede nella parte più frequentata della città come erano nella loro umile vita sono più commoventi di tutti i grandi ordini architettonici. La perfezione distrugge l’umano. Rappresentare i morti in guerra col caschetto e il lauro è tradirli, non amarli. Era questo ragazzo grosso che morì quando morì; era il dipendente della banca, l’impiegato notarile, quell’insegnante stitico che è morto costipato nonostante una baionetta nemica nella pancia. È molto bello che i viaggiatori del tram, le automobili, i passanti del marciapiede non lo dimentichino".
Jean Jono, Vojage en Italie
©Elleboro editore - Lorenzo Notte

"Bologna ha il monumento ai morti più straordinario che esista. Orribile ma perfetto. Si tratta di un muro e ogni nome di un morto è illustrato da una foto fornita dalla sua famiglia. Li vediamo così come li abbiamo amati: il ragazzo grasso coi baffi, sul manubrio della bicicletta, il bel teneboroso con la cravatta scura. Mi vennero le lacrime agli occhi per un’immagine che era stata scelta da una madre, una fotografia di un piccolo biondo in pantaloncini e colletto da marinaio. Voleva ricordarlo e commemorarlo a questa età. Adoro questo monumento ai morti. Questi fantasmi installati sul marciapiede nella parte più frequentata della città come erano nella loro umile vita sono più commoventi di tutti i grandi ordini architettonici. La perfezione distrugge l’umano. Rappresentare i morti in guerra col caschetto e il lauro è tradirli, non amarli. Era questo ragazzo grosso che morì quando morì; era il dipendente della banca, l’impiegato notarile, quell’insegnante stitico che è morto costipato nonostante una baionetta nemica nella pancia. È molto bello che i viaggiatori del tram, le automobili, i passanti del marciapiede non lo dimentichino".
Jean Jono, Vojage en Italie
©Elleboro editore - Lorenzo Notte