Santa Brigida di Svezia Pietre Parlanti

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In piazza Farnese, il palazzo omonimo vi aspetta con Sangallo e Michelangelo. A destra, al numero 96, c’è una chiesa e una pietra che parla di Santa Brigida di Svezia.
Quando arrivò a Roma, nel 1350, era una principessa, vedova e madre, che aveva avuto una visione, fondare un ordine monastico. Ma aveva bisogno del papa così, da questa casa, cominciò a:
-scrivere al papa, “prigioniero” ad Avignone, che tornasse nell’Urbe per approvare l’Ordine del Santissimo Salvatore.
-scrivere al papa che tornasse subito, perché a Roma stava andando tutto a rotoli, strade di fango ed erbacce, vipere e rospi, anche nel clero.
-richiamare i romani ad una maggiore moralità, solo che qualcuno la prese male e una notte stava per darle fuoco.
-richiamare i potenti all’ordine, perché non se ne poteva più di quell’Europa divisa e sempre in guerra.
-studiare il latino, darsi ad opere di carità, chiedere l’elemosina alle porte delle chiese.
-offrire la sua casa ai pellegrini svedesi, che, grazie a lei, arrivavano sempre più numerosi.
-pellegrinare lei stessa tra Assisi, Amalfi, Bari, Napoli, fino al cammino estremo, il Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove si ammalò.
Di ritorno dalla Terrasanta, nel 1373, Brigida lasciò questa terra proprio in questa casa, che ancora oggi ospita pellegrini e turisti di ogni confessione. Ma ce l’aveva fatta. Il papa era tornato a Roma, anche se poco, e aveva approvato l’Ordine del Santissimo Salvatore. Il corpo della santa venne portato in Svezia che tuttora la venera come patrona. E senza di lei, a Lamporecchio non avrebbero saputo come chiamare quei dolcetti tanto buoni.

In piazza Farnese, il palazzo omonimo vi aspetta con Sangallo e Michelangelo. A destra, al numero 96, c’è una chiesa e una pietra che parla di Santa Brigida di Svezia.
Quando arrivò a Roma, nel 1350, era una principessa, vedova e madre, che aveva avuto una visione, fondare un ordine monastico. Ma aveva bisogno del papa così, da questa casa, cominciò a:
-scrivere al papa, “prigioniero” ad Avignone, che tornasse nell’Urbe per approvare l’Ordine del Santissimo Salvatore.
-scrivere al papa che tornasse subito, perché a Roma stava andando tutto a rotoli, strade di fango ed erbacce, vipere e rospi, anche nel clero.
-richiamare i romani ad una maggiore moralità, solo che qualcuno la prese male e una notte stava per darle fuoco.
-richiamare i potenti all’ordine, perché non se ne poteva più di quell’Europa divisa e sempre in guerra.
-studiare il latino, darsi ad opere di carità, chiedere l’elemosina alle porte delle chiese.
-offrire la sua casa ai pellegrini svedesi, che, grazie a lei, arrivavano sempre più numerosi.
-pellegrinare lei stessa tra Assisi, Amalfi, Bari, Napoli, fino al cammino estremo, il Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove si ammalò.
Di ritorno dalla Terrasanta, nel 1373, Brigida lasciò questa terra proprio in questa casa, che ancora oggi ospita pellegrini e turisti di ogni confessione. Ma ce l’aveva fatta. Il papa era tornato a Roma, anche se poco, e aveva approvato l’Ordine del Santissimo Salvatore. Il corpo della santa venne portato in Svezia che tuttora la venera come patrona. E senza di lei, a Lamporecchio non avrebbero saputo come chiamare quei dolcetti tanto buoni.