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Alla scoperta di bellissimi borghi, delle cittadelle e i paesini più suggestivi del Nord Est. Città in miniatura con tipicità e tradizioni da tutelare per assaporare i ritmi lenti. Le storie sono tratte dal libro Borghi Imperdibili del Triveneto.
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Editoriale Programma è una casa editrice trevigiana, specializzata nella pubblicazione di libri di saggistica, storia, arte e cultura locale.
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Borghi Imperdibili del Triveneto Editoriale Programma

    • Society & Culture

Alla scoperta di bellissimi borghi, delle cittadelle e i paesini più suggestivi del Nord Est. Città in miniatura con tipicità e tradizioni da tutelare per assaporare i ritmi lenti. Le storie sono tratte dal libro Borghi Imperdibili del Triveneto.
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    I parchi di Gradisca d'Isonzo

    I parchi di Gradisca d'Isonzo

    Il governatore del Lombardo-Veneto, il feldmaresciallo Radetzky, su richiesta della cittadinanza fece demolire parte delle mura della fortezza, realizzando nel 1863 la Spianata, un elegante luogo di ritrovo che dall’inizio del Novecento vide sorgere magnifici locali alla moda e caffè. Il centro storico ha ancora la forma più o meno pentagonale data dalle mura veneziane; ampie strade che si incrociano ad angolo retto, realizzate per agevolare le manovre militari, formano un tessuto edilizio regolare, ripartito in compatti isolati. Una delle attrazioni più note della città sono i bellissimi parchi dove nel passato sorgevano i bastioni della fortezza, tra cui la già citata Spianata: ancora oggi cuore della vita sociale della cittadina, il parco attrasse da subito i forestieri con i concerti della Società Filarmonica e le parate militari degli Austriaci a cavallo. La Pineta è un’area triangolare dove furono piantati abeti, pini e cedri. La Rotonda, che ha forma circolare ad otto raggi, è invece il parco più settentrionale.
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    Gradisca d'Isonzo

    Gradisca d'Isonzo

    Si trova sulla sponda destra dell’Isonzo, nella pianura friulana, non lontano dalle Alpi Giulie, dal Mare Adriatico e dal confine sloveno. La città fortificata venne fondata nel 1479 dai Veneziani come baluardo per fronteggiare le frequenti e violente invasioni degli Ottomani. Su incarico del Senato veneto, per progettare sistemi di difesa e nuove armi, fu qui inviato addirittura Leonardo da Vinci. Il borgo fu cinto da una robusta cinta muraria dotata di sette torri fortificate, all’esterno della quale, in un largo fossato difensivo, furono convogliate le acque del fiume. Il periodo d’oro della cittadina, sotto i principi di Eggenberg (1647-1717), vide un importante sviluppo demografico civile, economico ed urbanistico. Il borgo fortificato tardo-quattrocentesco assunse quindi l’aspetto signorile di cittadella residenziale: furono eretti i palazzetti nobiliari che ancora oggi qualificano il centro. Anche la Loggia dei mercanti risale a questo periodo: ha una graziosa loggia a tre archi bugnati al piano terra. In via Dante si trova il seicentesco imponente palazzo del Monte di Pietà, con elegante portale sovrastato dalla scultura barocca della Pietà entro baldacchino. Sul lato destro del palazzo, calle Maccari porta nella zona un tempo ghetto ebraico.
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    La sorgente del Gorgazzo e i dintorni di Polcenigo

    La sorgente del Gorgazzo e i dintorni di Polcenigo

    Il borgo sorge in un’ampia zona calcarea ricoperta da una fitta foresta ai piedi dell’altipiano del Cansiglio. Le abbondanti acque che penetrano nel terreno poroso riaffiorano in due sorgenti spettacolari, la Santissima e il Gorgazzo, da cui ha origine il fiume Livenza. Il pittoresco paese, senz’altro adatto allo slow tourism, fa parte dei Borghi più belli d’Italia. La sorgente del Gorgazzo è un piccolo e suggestivo specchio d’acqua dall’intenso colore azzurro e dalle sorprendenti sfumature, da sempre ispirazione per i pittori. Chiamata in dialetto Al bus, è una cavità carsica subacquea formata da una profondissima risorgiva, alimentata dalle acque che, inabissatesi nelle fenditure dell’altopiano del Cansiglio o del Monte Cavallo, riaffiorano in superficie. Nei giorni più soleggiati, dalla riva si riesce a vedere la statua di Cristo collocata a 9 metri di profondità all’imboccatura della grotta. In località San Giovanni c’è il Parco rurale di San Floriano, fattoria didattica con grandi prati dove trascorrere una rilassante giornata in famiglia tra animali, attività didattiche e sensoriali e buon cibo. Vicino al santuario della Santissima Trinità si trovano le sorgenti del Livenza che danno immediatamente inizio a un corso d’acqua di notevole portata. A valle del fiume, nella zona umida tra Caneva e Polcenigo, si trova il sito palafitticolo del Palù di Livenza risalente al Paleolitico.
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    Polcenigo

    Polcenigo

    Lungo le vie si affacciano alcuni edifici di considerevole valore architettonico e storico, come il cinquecentesco Palazzo Scolari-Salice. È una dimora gentilizia con giardino all’italiana ottocentesco con siepi e alberi centenari, cui si accede tramite un ponte che oltrepassa il torrente. Il palazzo che ospita il teatro è del Cinquecento: ornamenti in marmo e stucco, bifore, trifore abbelliscono l’edificio. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento vi si tennero rappresentazioni teatrali e concerti. Dopo un importante intervento di restauro, lo stabile ospita al piano terra il nuovo cinema-teatro e al primo piano il Museo dell’Arte Cucinaria, dove sono esposti strumenti, oggetti, documenti e fotografie che ripercorrono la storia gastronomica dell’alto Livenza. Già esistente nel 1262, originariamente chiesa di uno dei primi conventi francescani del Friuli, San Giacomo si trova tra il castello e il borgo. Convivono al suo interno elementi di epoche diverse oltre a preziosi arredi lignei e altari marmorei. Il santuario della Santissima Trinità è un magnifico scrigno di pregevoli opere di varie epoche.
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    I dintorni di Sutrio

    I dintorni di Sutrio

    Con un comprensorio sciistico di 22 chilometri di piste, Monte Zoncolan (1750 m) è una delle aree sciistiche più attrezzate della regione. La funivia da Ravascletto è attiva anche in estate.
    Sulla strada che porta al Monte Zoncolan si possono fare passeggiate panoramiche ed escursioni semplici. In meno un’ora di cammino si arriva ai 2000 metri del Monte Tamai, con le casere da cui partono numerosi sentieri. Tra i prodotti più tipici: ricotta, burro, formaggi di malga, grappe aromatizzate, funghi. Piatto tipico è il frico, formaggio fuso che può essere cucinato insieme a cipolle, patate, erbe e verdure. Dalla domenica prima di Natale all’Epifania il paese ospita la rassegna Borghi e presepi, allestiti nei loggiati, nei cortili e nelle cantine. A settembre, durante la rassegna Magia del legno, si possono acquistare statue, bassorilievi, mobili intagliati che riproducono antichi decori e oggetti per la casa oltre a vedere scultori e intagliatori al lavoro nei propri laboratori. Arta Terme, per gli amanti del turismo termale, è una moderna stazione che sfrutta le benefiche acque della fonte Pudia, conosciuta fin dall’epoca romana.
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    Sutrio e le botteghe artigiane

    Sutrio e le botteghe artigiane

    A pochi chilometri dal confine con l’Austria, in Carnia, Sutrio sorge nella Valle del Bût, della quale fu tra i primi insediamenti. Si affaccia su un’antica strada tracciata dai Romani per collegare l’odierna Carinzia con Aquileia e il Mar Adriatico. La popolazione del territorio è sempre stata molto attiva in campo artigianale, commerciale e agricolo-pastorale. Il centro storico, con il suo sorprendente patrimonio architettonico ed artistico, è ben conservato. Strette vie lastricate e antiche case in pietra con caratteristici loggiati, balconate e portoni in pietra o legno raccontano l’evoluzione della casa carnica dal Quattrocento all’Ottocento, da quelle porticate e con loggiati aperti a quelle ispirate all’architettura veneziana. Il borgo è famoso per le botteghe artigiane di scultura e intaglio e per essere il Centro regionale del mobile grazie ai suoi esperti marangones, cioè falegnami e artisti del legno. Lungo le strade si trovano varie sculture, opera degli artigiani locali, con soggetti religiosi, naturalistici o fantastici. Visitabile tutto l’anno, in centro si trova il Presepe di Teno: frutto dell’opera trentennale di Gaudenzio Straulino, è una Natività ambientata in un paesaggio carnico.
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