24 episodes

Story-Trekking è una parola composta da due termini: storytelling, che significa letteralmente “raccontare storie”, e trekking, che significa fare escursioni a piedi. Lo Story-Trekking è l’esatta fusione di questi due concetti: un percorso narrativo percorribile a piedi.

Tutti i fiumi hanno una storia da raccontare, anche quelli più piccoli. Come il Po di Primaro, ad esempio.

Primaro Storytrekking è un itinerario in dodici tappe per dodici racconti lungo il corso dell'antico Po di Primaro. Il progetto si compone di dodici podcast, una mappa interattiva attraverso cui ascoltarli e un video-documentario che racconta l'esperienza degli autori lungo il fiume.

Siete pronti? Partiamo.



Primaro Storytrekking è un progetto realizzato con il sostegno del Comune di Argenta e il contributo della Regione Emilia Romagna.

Voce: Johnny Faina (Nicolò Valandro)
Testi: Johnny Faina e Gianluca Dario Rota
Musiche: Hollyspleef (Leonardo Passanti)
Artwork: Feduzzi (Federica Carioli)
Master: Gipo Gurrado

Video Promozionale: (Walking Nose) Alessandro Carnevali

Primaro Storytrekking Johnny Faina

    • Society & Culture

Story-Trekking è una parola composta da due termini: storytelling, che significa letteralmente “raccontare storie”, e trekking, che significa fare escursioni a piedi. Lo Story-Trekking è l’esatta fusione di questi due concetti: un percorso narrativo percorribile a piedi.

Tutti i fiumi hanno una storia da raccontare, anche quelli più piccoli. Come il Po di Primaro, ad esempio.

Primaro Storytrekking è un itinerario in dodici tappe per dodici racconti lungo il corso dell'antico Po di Primaro. Il progetto si compone di dodici podcast, una mappa interattiva attraverso cui ascoltarli e un video-documentario che racconta l'esperienza degli autori lungo il fiume.

Siete pronti? Partiamo.



Primaro Storytrekking è un progetto realizzato con il sostegno del Comune di Argenta e il contributo della Regione Emilia Romagna.

Voce: Johnny Faina (Nicolò Valandro)
Testi: Johnny Faina e Gianluca Dario Rota
Musiche: Hollyspleef (Leonardo Passanti)
Artwork: Feduzzi (Federica Carioli)
Master: Gipo Gurrado

Video Promozionale: (Walking Nose) Alessandro Carnevali

    Prologo: La Cicatrice

    Prologo: La Cicatrice

    Un nuovo viaggio sonoro lungo il corso del Po di Primaro, per raccontare gli anni in cui questo fiume è stato uno degli ultimi terreni di scontro durante la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1944 al 1945 il fronte si è fermato qui, alla stretta di Argenta, dove la pianura allagata e minata dai tedeschi arginò l’avanzata degli Alleati. Ripercorreremo gli argini lungo cui correvano le staffette partigiane, ascoltando le storie personali di chi lungo questo fiume si è perso e ha perso la vita per la libertà. Racconteremo soprattutto di una spaccatura, nel territorio, nella storia e negli animi umani. Una ferita di cui ancora oggi rimane la cicatrice.

    • 3 min
    1. Il preludio della rovina: Natale Gaiba e Don Minzoni

    1. Il preludio della rovina: Natale Gaiba e Don Minzoni

    Ogni tragedia inizia con un evento premonitore. È il 16 aprile 1921, quasi ventiquattro anni prima che il fronte si sposti lungo l’argine del Reno, con il suo carico di morte e distruzione. Nella piazza di Argenta alcuni uomini stanno trascinando un uomo ben vestito al centro della piazza. È il Sindaco Zardi e a trascinarlo sono gli uomini delle Camicie Nere. L’uomo viene costretto a rinunciare alla sua carica e allo stesso modo rinunciano altri 25 membri del Consiglio Comunale. Qualcuno però resiste. È Natale Gaiba, consigliere comunale socialista, che si dà alla clandestinità mentre i fascisti occupano il Comune. Ma la fuga non durerà molto: la notte del 7 maggio 1921, Gaiba viene prelevato da una squadraccia per poi essere torturato e ucciso con due colpi di rivoltella. Al funerale di Gaiba, Don Giovanni Minzoni, ex-capellano militare e amico di Gaiba, pronuncia parole di fuoco contro i suoi aguzzini. Non può sapere che lo aspetta lo stesso destino. La notte del 23 agosto del 1923 Don Minzoni resta ucciso in un agguato squadrista. È il preludio della tragedia: il seme della violenza ha messo le radici.

    • 7 min
    2. La Resistenza parte da Campotto: Primo Ghini

    2. La Resistenza parte da Campotto: Primo Ghini

    L’8 settembre 1943 viene firmato l’armistizio tra il Regno d’Italia e gli Alleati: la guerra è finita. Almeno questa è l’aria che si respira. La verità è che la pace è ancora lontana. I soldati tornati ad Argenta vengono considerati disertori, chi ha salutato con favore la caduta del fascismo viene arrestato e quella tedesca diventa una vera e propria occupazione. Grazie alla testimonianza del partigiano Primo Ghini, raccontiamo i mesi di caos che seguirono l’armistizio, e la nascita dei Comitati di Liberazione Nazionale, protagonisti della Resistenza.

    • 6 min
    3. 77344: La Deportazione di Clara Dragoni

    3. 77344: La Deportazione di Clara Dragoni

    Clara Dragoni ha solo 21 anni quando, il 24 agosto 1944, viene arrestata insieme a suo padre Giovanni, a causa della loro partecipazione alla Resistenza. Nemmeno due mesi dopo, Clara non ha più un nome. 77344 è il numero che deve cucire lei stessa sulla sua casacca, sotto il triangolo rosso che la identifica come prigioniera politica nel campo di concentramento di Ravensbruck, in Germania. Qui Clara si trova a fronteggiare un orrore che non poteva immaginare e deve imparare un nuovo tipo di resistenza: la sopravvivenza. “Perché se noi non andiamo a casa, - le dice una compagna di prigionia russa - nessuno saprà mai cos’hanno fatto”.

    • 8 min
    4. Un prete nel libro dei giusti: Don Antonio Rasi

    4. Un prete nel libro dei giusti: Don Antonio Rasi

    Il mondo sembra crollare in pezzi e le ferite aperte dalla guerra si allungano fino ad Argenta. Anche qui arrivano i rastrellamenti nazisti che puntano a stanare gli ebrei per deportarli nei campi di sterminio. Di fronte a questa tragedia, resiste un baluardo di umanità. È don Antonio Rasi, parroco di San Biagio, che nell’inverno del ‘43 nasconde in casa sua la famiglia Moscati, proteggendola in prima persona fino alla fine della guerra. Un uomo che per questa e per tante altre opere di bene verrà ricordato con affetto dalla comunità e verrà iscritto nel Libro dei Giusti.

    • 6 min
    5. Il sacrificio: Agida Cavalli

    5. Il sacrificio: Agida Cavalli

    La caccia ai partigiani è instancabile. A eseguire i rastrellamenti sono gli uomini della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale, meglio conosciuti come Tupìn. La notte tra il 28 e il 29 febbraio 1944 hanno ordini precisi: arrestare Guerriero Vandini, detto Ghèo, un noto attivista comunista. Ma quando fanno irruzione in casa Vandini, trovano la resistenza della madre, Agida Cavalli. La donna tenta di trattenere i miliziani mentre il figlio fugge verso la campagna, quando una raffica di mitra la atterra. Agida muore pochi giorni dopo, in ospedale, ma grazie al suo sacrificio riuscirà a salvare la vita a suo figlio Ghèo.

    • 7 min

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