Fineco x Cézanne | Renoir Fineco

«Ogni pennellata di Cézanne è un capolavoro», diceva con ammirazione l’amico e collega Renoir, al quale Paul Cézanne “invidiava” invece la serenità e mitezza d’animo.
Due stili molto diversi tra loro: uno geometrico e lineare, l’altro delicato e leggero. Entrambi, nella loro unicità, modelli per le generazioni successive.
Tra tutti Picasso, maestro cubista, che renderà omaggio ai due pittori francesi realizzando una natura morta e un grande nudo femminile, esposti a Palazzo Reale, Milano fino al 30 giugno.
La mostra è co-curata da Stefano Zuffi, che ci ha accompagnato in questo viaggio alla scoperta dei due maestri dell’impressionismo: Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir.

Una “testarda solitudine” quella di Cézanne. Un carattere più chiuso e solitario.
L’artista sarà sempre affascinato dal paesaggio, di cui coglie le intrinseche geometrie, unendole all’istantaneità dell’impressione luminosa. Le sue figure, squadrate e composte, sempre illuminate da luci vive, nascono così dall’unione di impressione e rielaborazione intellettuale.
Stefano Zuffi, storico dell’arte e co-curatore della mostra Cézanne Renoir (Milano, Palazzo Reale, fino al 30 giugno) ci racconta del difficile rapporto di Paul Cézanne con il padre, della relazione clandestina con Hortense e di come divenne un vero e proprio Maestro per le avanguardie del primo Novecento.

Un carattere sereno e affabile, pienamente rispecchiato nella sua pittura. Pennellate delicate e colori tenui, per raccontare, della vita, ogni sfumatura gioiosa.
«Nella vita ci sono tante amarezze, perché dobbiamo metterle nella pittura?», sosterrà più volte l’artista. Un sentimento di pace che si accompagna fino ai suoi ultimi giorni alla passione per la pittura, e che lo vedrà dipingere sfidando anche la malattia.
Stefano Zuffi, storico dell’arte e co-curatore della mostra Cézanne Renoir (Milano, Palazzo Reale, fino al 30 giugno), ci svela i lati più nascosti della personalità di uno dei pilastri dell’Impressionismo: Pierre-Auguste Renoir.

Una Parigi segnata dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana, agitata da profonde tensioni politiche e sociali, è quella che vedrà nascere uno dei movimenti artistici più luminosi e apprezzati della storia.
Dall’invenzione dei colori in tubetto, punto di svolta che renderà possibile la rivoluzione della pittura en plein air, al rapporto di ammirazione e confronto con la fotografia, in questa puntata Stefano Zuffi, storico dell’arte e co-curatore della mostra Cézanne Renoir (Milano, Palazzo Reale, fino al 30 giugno) ci riporta là dove tutto ebbe inizio: la grande mostra collettiva, ospitata nello studio parigino del fotografo Gaspard- Félix Tournachon, che sancì il debutto dell’Impressionismo.