Generazione F‪.‬ Borderless Collective

I primi due punti del Manifesto di Borderless Collective, il nostro Manifesto, dicono rispettivamente che - uno - siamo una community di persone creative, e - due - che il nostro scopo è dar forza ai freelance creando network e costruendo opportunità. Ma come si diventa freelance? O liberi professionisti, consulenti, imprenditori di noi stessi? Ce lo chiediamo e ce lo chiedono spesso.
In questo podcast proviamo a spostare il focus non sul ‘come’, ma sul ‘perché’ lo si diventa, e forse anche sul perché ancora oggi quella del lavoro autonomo è una possibilità che nei percorsi di formazione raramente viene presentata. ‘Generazione F.’ è il podcast Collettivo dove con le nostre voci raccontiamo i nostri percorsi.
Io sono Nico, mi occupo di comunicazione, sono un’insegnante e nel 2019 ho co-fondato Borderless Collective. Sarò io ad accompagnarvi su questa strada, rimbalzando senza confine tra gli inizi dei nostri percorsi, le paure e gli errori che abbiamo incontrato, le ambizioni che ci hanno guidato e il lavorare da soli o in team.
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“Non sei veramente fregato finché hai una buona storia da raccontare, e qualcuno a cui raccontarla”.
Un bel modo di cominciare, vero? Patto di sincerità: no, non è mia questa frase, l’ho presa in prestito da Alessandro Baricco, uno che di storie se ne intende, e l’ho fatto perché mi sembrava il modo migliore per iniziare questo podcast.
Per noi della Generazione F. non è sempre semplice raccontarsi: freelance in un mondo totalmente abituato a quegli animali strani chiamati stipendio fisso e contratto a tempo indeterminato. Insomma, sembrano comodi tutto sommato, e allora perché noi abbiamo scelto un’altra strada?
Ripenso a quando ho cominciato e capisco che per raccontare le storie della Generazione F. bisogna partire da lì. Saranno buone storie, ne sono sicuro, e tutte le buone storie hanno sempre un inizio. E noi cominciamo così…
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Parafrasando Oscar Wilde potremmo quasi dire che “La paura del fallimento è essa stessa un fallimento”. Eppure ecco, non è proprio così semplice da interiorizzare. Però una cosa è senz’altro vera: nei nostri percorsi da Generazione F., le paure e gli errori sono stati, anzi sono tutt’ora, dei compagni di viaggio.
Abbiamo provato a conoscerli e riconoscerli, perché in fondo, forse, possono essere persino utili. Di sicuro, per noi non sono stati e non sono, un buon motivo per non provarci!
In questo episodio il nostro viaggio ci porta a fare per davvero i conti con noi stessi, con paure vecchie e nuove, con errori utili e da evitare, ma anche con le soddisfazioni, con le ambizioni. Vi risuonano familiari queste parole? A me sì, lo confesso. Mi sembra tanto di vederci descritti degli esseri umani, con le loro tipicità, e quella voglia innata di guardare avanti: a volte, addirittura, verso l’alto.
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A proposito di talenti, esseri umani e Generazione F., è giunto il momento di dedicare una puntata a tutti quei miti e leggende che ci accompagnano. Anzi, chiamiamoli pure con il loro nome: pregiudizi e stereotipi. “Ma quindi stai a casa tutto il giorno?” - “Bello lavorare quando ti pare!” - “Quanto ti invidio a non avere un capo…”.
Se almeno una volta in vita tua hai lavorato come autonomo, allora ti sei sentito rivolgere una di queste frasi, se non proprio tutte. Garantito, al 100%. Io non ho mai capito anche solo il perché di queste domande: dico, che differenza farà mai rispondere sì o no? Mi qualifica come persona? O come professionista?
Poi però mi sono fermato a riflettere: e se la combinazione di queste domande su uffici, capi e orari, fosse un modo per capire meglio come ognuno intende il proprio lavoro? Allora ho pensato che sì, forse era giunto il momento di fare chiarezza…
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Ci tocca adesso arrivare al preconcetto più enorme di tutti: “Ma quindi lavori da sola, oppure da solo?”. Questa è davvero difficile… All’improvviso mi metto a rileggere il manifesto di Borderless Collective, arrivo verso la fine ed ecco l’illuminazione: “Punto 09, Together, we are part of something more - Insieme siamo parte di qualcosa di più grande”.
Quando ho co-fondato Borderless non avevo le idee chiarissime, ma una cosa sì, assolutamente: volevo creare community e creare opportunità partendo dalle professioni e dalle esperienze dei singoli. Oggi, nel momento in cui vi parlo, sono passati quasi 4 anni da allora e tante cose si sono evolute e sono cambiate. È nata persino la Generazione F.!
Ma come stanno in uno stesso concetto parole come “insieme” e “soli”? Come si combinano? Anzi, un passo indietro, si combinano? Sono compatibili?
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“Stay Hungry, Stay Foolish”. Chiudeva così Steve Jobs in uno dei suoi discorsi più famosi, rivolto ai neo-laureati dell’Università di Stanford nel 2005. “Siate affamati, siate folli”. Comincia l’ultima tappa del nostro viaggio, che però potrebbe tranquillamente essere anche la prima… Generazione F. come Freelance, F. come Futuro.
Ma se parliamo di community, e noi anche di questo parliamo, qual è la cosa più importante da tenere presente? Per come la vedo io, non esiste community, movimento, evoluzione, senza apertura. Senza abbattimento di un bel po’ di confini. Border-less, d’altronde. Credo che l’apertura vada sempre coltivata, alimentata e assolutamente spinta. Un’apertura a 360°. Soprattutto verso il nuovo. Soprattutto verso il futuro.
È così che in Borderless piano piano ci siamo allargati. Dapprima un gruppo di pochi, nel giro di qualche anno quasi triplicati. La novità è linfa, la novità è ossigeno. La novità è, per tornare a noi, Generazione F. Per caso ma forse nemmeno troppo, mentre strutturavo questo podcast ricevevamo delle candidature spontanee per fare parte di Borderless Collective. La Generazione F. incalza. E noi, beh, siamo qui per questo…
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