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Il Commento e il Vangelo del giorno

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno Monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

    • Religione e spiritualità
    • 3,4 • 8 valutazioni

Il Commento e il Vangelo del giorno

    [Mar 21] Commento: Un disegno che trascende la ragione.

    [Mar 21] Commento: Un disegno che trascende la ragione.

    “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. Il profeta Isaia, ispirato da Dio, ha una chiara percezione, che enuncia in modo solenne e categorico: la mente umana non potrà mai accedere in pienezza negli arcani disegni divini. Comprendiamo quindi il timore e l’imbarazzo degli apostoli quando sentono dire dal loro maestro, nel quale avevano riposto tutte le loro speranze, non escluso le future grandezze secondo alcuni di loro, che egli dovrà essere consegnato nella mani degli uomini e subire da loro la morte. È sconvolgente dover apprendere che il Figlio di Dio, che aveva ripetutamente manifestato la sua potenza con segni e prodigi, dovesse arrendersi alla prepotenza degli uomini e subire da loro la peggiore sconfitta. L’annuncio di Cristo appare talmente inverosimile nella sua prima parte, da non convincere neanche quando egli preannuncia infine la sua risurrezione. Non ci scandalizza perciò il fatto che gli apostoli, quasi a voler dimenticare quell’annuncio, di morte si proiettino verso il futuro, come l’avevano immaginato loro sin dal principio, e si mettano a discutere chi di loro dovesse essere il primo nel regno. Quanto è difficile per noi uscire dalla gabbia dei nostri pensieri, dagli schemi precostituiti e ritenuti indiscutibili, ed elevarci verso i disegni di Dio! Come sono miopistiche le nostre vedute e quanto ci affascinano la gloria e il potere. Gesù interviene a correggere quei fatui pensieri così poveri e così distorti: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». Altro che gloria, primati e potere! Gesù parla di umiltà e di servizio; vuole dirci che per essere i primi dobbiamo assumere la veste del servo e dello schiavo, sempre pronti ad accogliere e mai a comandare. Egli stesso, con il sacrificio della croce e con l’umiliazione fino alla morte di croce, ci offrirà il più sublime esempio. Ci offrirà la sua vita per manifestarci il primato del suo amore.

    • 2 min
    [Mar 21] Vangelo: Gc 4, 1-10; Sal 54; Mc 9, 30-37.

    [Mar 21] Vangelo: Gc 4, 1-10; Sal 54; Mc 9, 30-37.

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
    Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
    E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

    • 1m
    [Lun 20] Commento: «Tutto è possibile per chi crede».

    [Lun 20] Commento: «Tutto è possibile per chi crede».

    Dopo il tempo pasquale e la Domenica di Pentecoste, torniamo al tempo ordinario... E subito ritroviamo Colei che, con gli Apostoli nel cenacolo, attese i doni dello Spirito. La memoria liturgica permette però di adoperare le letture del giorno che preferiamo perché, alla ripresa dell'ordinario, sentiamo un vangelo quasi da programma...
    Abbiamo ricevuto i doni dello Spirito che rafforzano la nostra fede. Spesso però la mancanza di fede spegne la speranza e nel nostro mondo, troppo spesso sentiamo dire, dinanzi ai nostri mali più gravi, sia fisici che spirituali, non c’è più nulla da fare. È una esplicita sollecitazione alla resa, è una terribile mortificazione del nostro spirito, è un incentivo a subire continue sconfitte. Ciò vale, e non sempre, solo a livello puramente umano. Cristo è venuto a smentire tale triste convinzione, dimostrandoci con i suoi prodigi, che dove arde la fede, nulla è impossibile all’onnipotenza divina. Questa supera infinitamente le nostre deduzioni più logiche, va oltre i nostri limiti e orienta la nostra speranza oltre i confini di ogni umano potere. Il presupposto è la fede viva e sincera. Giunge a noi come dono gratuito di Dio, ma spetta a noi alimentarla in continuità. Il vangelo di oggi ci offre un esempio dove emerge da una parte l’umana fragilità e dall’altra la potenza di Cristo. Sono ancora deboli i suoi discepoli, che non riescono a scacciare un demonio che ha invasato un povero fanciullo epilettico. È ancora più debole il fanciullo che, oltre il male fisico che l’affligge, subisce l’invasione diabolica. È debole anche le fede del padre che dubita che Gesù possa davvero aiutarlo e compiere il prodigio che pur tanto desidera. Gli dice infatti: «se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Quel “se” dubitativo denuncia i limiti della sua fede. L’evidenza e la gravità del male talvolta ci appaiono più grandi della potenza divina e questo dubbio ci nega l’accesso a Dio. La fede trascende la ragione, la illumina e la orienta verso le eterne verità di Dio. Ci consente di scoprire la sua infinita bontà e ci convince di poterne godere nella nostra esperienza terrena. «Tutto è possibile per chi crede» ci ripete Gesù. “Accresci la nostra fede”, imploriamo insieme agli apostoli. Affinché la nostra preghiera sia efficace dobbiamo però far morire la dea ragione, l’idolo che abbiamo intronizzato sull’altare del nostro cuore e nel nostro mondo. Dobbiamo assumere un atteggiamento di umiltà, che ci consenta di diventare anime oranti. «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». I demoni più nascosti, più subdoli, perciò più difficili da scacciare, si annidano dentro di noi, si camuffano come doti e virtù, si mascherano di progresso e di modernità, mentre invece segnano i nostri limiti e ci privano di spazi di libertà autentica e di visioni consolanti per il nostro spirito. San Paolo ci ripete: “Cercate le cose di lassù e non quelle della terra”. In questo giorno della Madonna Santissima, Madre della Chiesa, lei, donna di fede, affidiamo le nostre debolezze spirituali. E la Madre del Cristo mistico nel suo corpo, intercederà per noi peccatori.

    • 3 min
    [Lun 20] Vangelo: Gen 3, 9-15.20; Sal. 86; Gv 19,25-34.

    [Lun 20] Vangelo: Gen 3, 9-15.20; Sal. 86; Gv 19,25-34.

    In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.
    Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
    Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato • era infatti un giorno solenne quel sabato •, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

    • 1m
    [Dom 19] Vangelo: At 2, 1-11; Sal.103; Gal 5, 16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15.

    [Dom 19] Vangelo: At 2, 1-11; Sal.103; Gal 5, 16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15.

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
    Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

    • 54 sec
    [Sab 18] Vangelo: At 28, 16-20. 30-31; Sal.10; Gv 21, 20-25.

    [Sab 18] Vangelo: At 28, 16-20. 30-31; Sal.10; Gv 21, 20-25.

    In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
    Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

    • 56 sec

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