6 episodi

Spassu di vaneddra e trivulu di casa

Giovanni Lanieri Giovanni Lanieri

    • Umorismo

Spassu di vaneddra e trivulu di casa

    La Luna nel Pozzo

    La Luna nel Pozzo

    La Luna nel Pozzo di Giuseppe Spinio da Spuleti

    • 1h 19 min
    Rutilio Clivi & - Poesie

    Rutilio Clivi & - Poesie

    Poesie

    • 11 min
    Poesie per marzo 2022

    Poesie per marzo 2022

    Rutilio e varie (autori russi)

    • 22 min
    Nullitudine - romanzo di Guido Baldi

    Nullitudine - romanzo di Guido Baldi

    Nullitudine di Guido Baldi - regia, lettura e scelte musicali di Giovanni Lanieri              

    in esergo:
    ‘…Come si dice, l’incidente è chiuso.
    Il battello dell’amore s’è infranto contro la vita circostante.
    Tu ed io siamo pari.
    Non vale la pena di citare le offese i dolori e i torti reciproci…’
    Vladimir Majakovskij           

    Percorri Fanciulla il cammino           
    dei tuoi venturi vent’anni.          
    Lassù,           
    seduto sul ciglio del Tempo           
    troverai me in tua attesa.           
    Allora,           
    eluso ed eliso lo scarto d’età,          
    mi leverò,          
    ti prenderò per mano         
    e insieme affronteremo          
    il resto della Vita.

    ‘Elogio del tempo libero’ - Presentazione di Guido Baldi

    Per millenaria convenzione siamo abituati a scandire la durata di una vita attraverso frazioni di tempo più o meno lunghe che sono gli anni, i mesi, le settimane e i giorni; ogni giorno a sua volta è diviso in ventiquattr’ore destinate in parte a soddisfare necessità naturali (sonno, cibo) o sociali (scuola, lavoro) e in parte a riempire quello che viene definito ‘tempo libero’. L’innato istinto di sopravvivenza ci impedisce di eludere le necessità naturali; ma io penso che una società sarebbe tanto più civile quanto meno gravose rendesse le necessità sociali e quanto più ‘tempo libero’ regalasse ai suoi appartenenti. Ho sempre ritenuto che il lavoro, tranne poche fortunate eccezioni, debilita l’uomo, non lo nobilita; non ho mai sentito un metalmeccanico o un impiegato di banca definirsi ‘nobiluomo’. Non sarebbe meglio far lavorare le macchine al posto nostro per avere a disposizione più tempo da dedicare a noi stessi?
    Chiusa questa irriverente riflessione vorrei brevemente soffermare l’attenzione sul modo di utilizzare il ‘tempo libero’ che può essere individuale o collettivo (ci si può dilettare facendo un solitario oppure giocando a carte con amici) e attivo o passivo (si può voler praticare uno sport oppure dilettarsi a guadare gli atleti che gareggiano). In ogni caso tutte le scelte che si fanno per riempire il ‘tempo libero’ sono parimenti nobili e nobilitanti, non esiste una graduatoria di nobiltà; l’importante è che tutte siano finalizzate al diletto e non imposte dalla necessità.
    Ho scritto queste poche righe di prefazione per puntualizzare che il mio romanzo ‘Nullitudine’ non è dettato da necessità naturali o sociali ma è il frutto del dilettevole utilizzo individuale e attivo del mio ‘tempo libero’. Il fatto che l’amico Giovanni abbia voluto a sua volta dilettarsi nel leggerlo ad alta voce perché possa diventare il diletto collettivo e passivo di chi avrà la curiosità di ascoltarlo mi lusinga e mi onora. Viva il dilettantismo! Viva il ‘Tempo libero’!

    Guido Baldi.

    • 4 ore 37 min
    E' un libro bello e divertente!

    E' un libro bello e divertente!

    Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole. Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
    La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Ma lui da grande affabulatore , li rende meri “pretesti”, che gli favoriscono il piacere immenso di “divertirsi e divertire”. Ecco, mi ha ricordato il cantastorie della mia fanciullezza, quello più bravo, e ce ne erano tanti di bravi, quello che partendo da fatti di cronaca banali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riusciva a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà. Ecco ciò che si è divertito a fare l’autore. Approfittando della sua innata capacità di inventare, ma anche della sua enorme capacità di interpretare con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, geometrici, solo apparentemente semplici, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per umiltà, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.

    Camilleri dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, quasi infinita. Oltre ai vocaboli “ufficiali”, quelli sanciti dalle Accademie preposte, lui ha il privilegio e la scienza per permettersi l’uso di altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia, con qualche puntatina anche all’estero. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.

    Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.

    Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Così troveremo Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. Il delegato Puglisi, il dottor Gammacurta; l’onorevole Paolino Fiannaca, rappresentazione oscena dei peggiori traffichini “politici” che ognuno di noi ha ben presente nel proprio bagaglio di esperienze. Ma una menzione speciale merita, a mio avviso, l’umile falegname, il padre di Minicuzzo Adornato. Egli ci racconta in due pregevoli paginette, il suo approccio, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica, alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.

    “potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò e possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo. Personalmente mi piace di tanto in tanto riprendere in mano il libro, e leggere un capitolo a caso …

    • 5 ore 25 min
    Giovanni Lanieri interpreta: Monologhi di #AldoNicolaj

    Giovanni Lanieri interpreta: Monologhi di #AldoNicolaj

    Sono Giovanni Lanieri, siciliano di nascita e di indole, ho molto viaggiato in Italia, ho vissuto e lavorato in diversi posti, fino a risiedere stabilmente a Spoleto. Da sempre, da che ho memoria, mi piace il teatro: è la mia passione e ho avuto la fortuna di svolgere diverse mansioni al suo interno, in molti casi con molte soddisfazioni. Interpretare dei personaggi mi diverte, soprattutto mi piace sentire le emozioni, cercare la maniera migliore di trasmetterle. A volte mi riesce anche bene.
    Qui, adesso, approfitto di questo grandioso autore, dei suoi monologhi inventati su personaggi che quotidianamente capita di incontrare, su situazioni verosimili fino a ritenerli reali. Almeno questo è quello che capita a me.

    Questa serie di monologhi qui presentati, vogliono essere un omaggio a questo grande autore, poco conosciuto in Italia. Nato a Fossano, in Piemonte, il 15 marzo 1920 e morto a Orbetello, il 5 luglio 2004, Aldo Nicolaj è stato un drammaturgo italiano, un commediografo particolarmente versatile e fecondo.
    Forse i temi e gli argomenti trattati sembreranno superati, datati. Di fatti appartengono ad un periodo molto diverso da quello in cui viviamo oggi. Ci auguriamo di trasmettere il divertimento e l'ironia di cui sono intrisi questi monologhi, invitando gli ascoltatori a coglierli benevolmente, come un gioco,  a cui ci siamo prestati e in cui – senza alcun dubbio – ci siamo molto divertiti. Le opere di Aldo Nicolaj sono caratterizzate da una critica ironica del modo di vivere a lui contemporaneo, attraverso la descrizione della classe borghese e piccolo-borghese colta nella sua vita quotidiana, negli anni 60 e 70 del secolo scorso.

    • 1h 23 min

Top podcast nella categoria Umorismo

2046
Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli
Lo Zoo di 105
Radio 105
Cose Molto Umane di Gianpiero Kesten
Gianpiero Kesten
Tyranny
Will Media - Antonio Losito
The Joe Rogan Experience
Joe Rogan
Libri Brutti Podcast
Libri Brutti x Boats Sound