17 episodi

Passeggiate fra storie vere e di fantasia, avventure nella memoria e incontri con persone indimenticabili.
Un incontro mensile da dedicare alla salute, alla felicità e a immaginare insieme il futuro del nostro futuro.
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La squadra che realizza “Le gocce del colibrì” è composta da Francesco Petri, Teresa Rosalini e Pietro Scarpa. Come in ogni squadra che funzioni i ruoli hanno una certa fluidità. Comunque, per assegnare un numero ad ogni maglia: le musiche e gli effetti sonori sono curati da Francesco Petri. Teresa Rosalini e Pietro Scarpa si dedicano alla consulenza editoriale. Io, Roberto Scarpa, sono la voce e l`autore dei testi.

Le gocce del colibr‪í‬ Roberto Scarpa

    • Cultura e società
    • 5,0 • 4 valutazioni

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    16 - La favola vera di Camillo e Adriano Olivetti - Ep. 1 di 3 – “Il mondo è pieno di tesori”

    16 - La favola vera di Camillo e Adriano Olivetti - Ep. 1 di 3 – “Il mondo è pieno di tesori”

    In questo primo episodio del ciclo che racconterà la favola vera di una fabbrica straordinaria, il colibrì parlerà dei primi passi di Camillo Olivetti, dei suoi viaggi negli Stati Uniti, dei suoi amori, dei suoi ideali, del socialismo, della decisione di mettersi a fabbricare macchine da scrivere. Racconterà come, dopo l’ascesa del fascismo, Adriano decide di entrare a lavorare nella fabbrica del padre, le innovazioni che introduce e una domanda che si fa: “Qual è il compito di una grande fabbrica? Può esaurirsi nella produzione e nel profitto? O ha dei compiti anche nei confronti di chi ci lavora e del territorio in cui opera?” Ti dirà poi tante altre cose su quel secolo incomprensibile, le sue tante conquiste e le sue tante catastrofi: la crisi e il New Deal, Paperino ed Einstein, i semafori a tre colori e le chiusure lampo, la Prima guerra mondiale e la penicillina, la Topolino e Guernica, Cinecittà e la penna Biro. Fino ad arrivare al 1938, alle soglie del secondo girone dell’inferno.

    Bibliografia a questo link.

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    • 45 min
    15 - Come si fotografa un’anima?

    15 - Come si fotografa un’anima?

    Siamo una strana specie, l’unica capace di desiderare il proprio passato. Capace di desiderare di compiere dei viaggi nel tempo. Una cena fra vecchi compagni di classe è un viaggio di questo tipo e può produrre strani effetti. Troveremo la via del ritorno? Ma anche in solitudine avviene di rifugiarsi nell’immaginazione, di recarci in una Stazione inesistente per prendere «il treno dei desideri» che, come canta Paolo Conte, nei nostri «pensieri all’incontrario va». Quel biglietto lo acquistiamo per partire alla ricerca della nostra vera identità. Che cos’è l’identità di una persona normale e come è possibile determinarla? Fotografia e descrizioni del documento d’identità dovrebbero essere quelle della mia anima. Ma è possibile fotografare un’anima?

    Bibliografia:
    Paolo Conte, AzzurroOliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi, 1985Zig Ziglar, https://www.frasicelebri.it › frasi-di › zig-ziglarRomain Gary https://it.wikipedia.org › wiki › Romain_GaryWofgang Lepenies, in Pluriverso, RCS, Rivista trimestraleFernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Feltrinelli, Milano, 1986Ennio Flaiano, https://ilvaschione.com › aforismi-di-ennio-flajanoLuigi Pirandello, L’umorismo, in Saggi, Poesie, Scritti Vari, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1960Gesualdo Bufalino https://it.wikiquote.org › wiki › Conoscere_sé_stessiJean-Claude Carrière, Il circolo dei contastorie, Garzanti 1998Federico Fellini, I clown e l’euforia felliniana in https://www.cinefiliaritrovata.itLudwig Wittgenstein, Zettel, Einaudi, Torino, 1986
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    • 27 min
    14 - Una dose di memoria e una d’oblio

    14 - Una dose di memoria e una d’oblio

    I pesci sono gli ultimi ad accorgersi dell’acqua in cui vivono. Le realtà più ovvie e importanti sono difficili da vedere. Sono tanto banali che non ce ne accorgiamo più. L’acqua nella quale tutti, più o meno consapevolmente, nuotiamo, è l’acqua del passato, l’acqua della memoria. Alfred Nobel se ne rese conto un giorno leggendo la falsa notizia della sua morte su un quotidiano. Fu grazie a quell’errore che decise di dare un diverso futuro al suo passato e un diverso passato al futuro del suo nome. Pochi, infatti, oggi ricordano che si devono a lui i brevetti della dinamite e al contrario tutti associamo il suo ricordo ai premi che ogni anno si assegnano in suo nome. Fra cui, quello a cui teneva di più: il premio Nobel per la pace. L’opinione comune è che la memoria abbia a che vedere con la registrazione e l’archiviazione di un’informazione. Edelman e Tononi la pensano in modo diverso e paragonano la memoria a un ghiacciaio sano che continuamente si scioglie e valle mentre si riforma in vetta. Per questo la memoria è creativa e immaginativa. Proprio questa sua particolarità ne fa uno dei fondamenti della coscienza e ci dà un ottimo motivo per non essere sbadati come i pesci che non si accorgono dell’acqua.

    Bibliografia:
    Un universo di coscienza. Come la materia diventa immaginazione; Gerald M. Edelman e Giulio Tononi (Einaudi, 2000)Questa è l’acqua; David Foster Wallace (Einaudi, 2017) Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla, Alexsandr Lurija (Armando Editore, 1979)De Historia; Eric J. Hobsbawn (Rizzoli, 1997)Alfred Nobel. Romanzo di un inventore; Alfred Amenda (Baldini e Castoldi, 1965)
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    • 22 min
    13 - … Eppure io lo vedo

    13 - … Eppure io lo vedo

    Che cosa significa avere una memoria perfetta? Abbiamo raccontato storie dei suoi deficit, esistono anche storie sui suoi eccessi: il re persiano Ciro che conosceva per nome tutti i suoi soldati, Temistocle che salutava chiamandolo per nome ciascun cittadino di Atene, Mitridate che conosceva le ventidue lingue del suo impero. Nel 2019 le Olimpiadi della Memoria le ha vinte un italiano, Andrea Muzii, che detiene il record mondiale nella disciplina delle carte da gioco. Muzii sostiene di non possedere doti particolari e di dover tutto all’esercizio. Borges ha invece immaginato un personaggio che aveva acquisito la capacità di ricordare tutto per via di un incidente. Funes aveva più ricordi da solo che tutti gli uomini assieme da che mondo è mondo. Gli era però impossibile avere a che fare con le idee astratte e questa memoria illimitata l’aveva reso un po’ stupido. Un uomo molto simile a Funes è esistito davvero, si chiamava Solomon, e aveva una memoria infinita sia dal punto di vista spaziale che temporale. Solomon cioè, non sapeva dimenticare. In quest’episodio ne seguiremo la vicenda che è raccontata da Alexandr Lurija. Scopriremo che avere una memoria infinita cambia anche il modo di pensare e di vivere. Solomon, per esempio, è in grado di regolare la temperatura del proprio corpo, di bloccare la percezione del dolore e perfino di curarsi e di curare gli altri con la forza dell’immaginazione. La sua mente però, dice Lurija, rimarrà un mistero. È impossibile dire cosa fosse più reale per lui, se il mondo dell’immaginazione, in cui viveva, o quello della realtà in cui altro non era che un ospite provvisorio.

    Bibliografia:
    Funes, o della memoria, Jorge Luis Borges, (in Finzioni, Adelphi, 2015)Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla, Alexsandr Lurija (Armando Editore, 1979)Je suis un Phénomène, Peter Brook e Marie-Hélène Estienne (in L’homme qui, suivi de Je suis une phénomène, Actes Sud, France, 1998)
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    • 42 min
    12 - Episodio Speciale - Nascono sempre i migliori

    12 - Episodio Speciale - Nascono sempre i migliori

    Quello che state per ascoltare è un episodio speciale de Le gocce del colibrì e una deviazione dalle nostre rotte abituali. Per augurare a tutti buone feste raccontando una fiaba ai più grandi e ai più piccini abbiamo adattato un testo teatrale per bambini di Roberto Scarpa.
    "Nascono sempre i migliori" è la storia vera, inventata di sana pianta, di due bambini, due bambini come tanti, che però non sono ancora nati. Non sono ancora nati ma manca davvero poco a che nascano. La storia di cosa succede mezz’ora prima di nascere, dell’appuntamento che poco prima di nascere abbiamo con il personaggio più importante e famoso che ci sia, e di che cosa Costui ci dice, anzi, ci ordina di fare. Insomma, di cosa accadde mezz’ora prima che veniamo mandati a esplorare la terra. Un episodio speciale, con la partecipazione di Giulia Puccetti, dedicato ai bambini di tutte le età per augurare buone feste e un anno di felicità.
    “Nascono sempre i migliori” ha avuto tre fonti di ispirazione. La prima è un antico racconto nel quale si parla del demone di Socrate, uno spiritello benigno che lo consigliava sempre quando si trovava davanti a un bivio dell’esistenza e quando voleva parlargli lo faceva starnutire. La seconda è una strana teoria medica, detta del “gemello fantasma”, che sostiene la tesi che tutti i concepimenti sono in origine gemellari. Però, dopo qualche attimo, uno dei due gemelli scompare come fosse, per l’appunto un fantasma. La terza è una vecchia convinzione indiana che sostiene che ciascuno di noi oltre a essere attore di sé stesso è anche spettatore di sé stesso. E lo è per tutta la vita. Vita natural durante viviamo e ci vediamo vivere

    Bibliografia:
    Nascono sempre i migliori (in “Non tutto qui” di Roberto Scarpa, Nicolodi, Trento; 2004)

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    • 51 min
    11 - La manutenzione del passato

    11 - La manutenzione del passato

    É stato, non sarà mai più, ricorda. Con questa frase Paul Auster ci invita a dedicarci alla manutenzione del passato. Perché la memoria può avere effetti benèfici. In questo episodio il colibrì cercherà di dimostrarlo con la storia di una biblioteca: la biblioteca del colonnello Anderson. Per farlo dovremo recarci a Pittsburgh nel 1850 e conoscere un ragazzino scozzese che si chiama Andrew. Un giovane fattorino del telegrafo che diventò ricco come Paperon de’ Paperoni e che diventato vecchio prese una strana decisione: regalare tutto. Era diventato ricco perché nella biblioteca di quel colonnello, che fu sicuramente decisiva anche per ispirargli quella decisione, aveva trovato un tesoro. Il cognome di quel giovane fattorino era Carnegie. Lui sapeva che nonostante fosse diventato tanto ricco aveva comunque un enorme debito da saldare: un debito con il colonnello Anderson. Il modo che trovò per saldarlo fu di fondare ben 2509 biblioteche pubbliche: se anche un solo ragazzo avesse avuto la metà dei benefici che aveva avuto lui, sarebbe stato certo di aver speso bene quei soldi di cui si sentiva soltanto un amministratore fiduciario. Esistono le grandi utopie. Ma esistono anche utopie piccole, utopie minimaliste. La storia della biblioteca del colonnello Anderson è una di queste. C’è sicuramente almeno un ragazzino che oggi entrerà in una di quelle biblioteche con i suoi sogni in testa, in cerca di una miccia che lo aiuti ad accenderli. Nessuna azione gentile andrà mai perduta finché ci sarà qualcuno in grado di ricordarla.

    Bibliografia:
    Auster, Paul, L’invenzione della solitudine, Einaudi, 1997
    Carnegie, Andrew, I pilastri del successo. Autobiografia, Piero Gribaudi Editore, 2014

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    • 35 min

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